Focus Germania

 

 

La Germania detiene una posizione leader a livello internazionale nell’avviamento della bioeconomia. Alla fine del 2010 il suo paese è stato uno tra i primi a pubblicare la ricerca interdipartimentale National Research Strategy BioEconomy 2030 che abbracciando un arco temporale di sei anni, ha definito così la rotta per una trasformazione biobased dell’industria e della società. Qual è la situazione attuale della bioeconomia in Germania?

“La bioeconomia in Germania ha un forte sostegno da parte del governo federale. Ciò è dovuto – non da ultimo – alla National Research Strategy Bioeconomy 2030, che ha ricevuto fondi per 2,4 miliardi di euro, e alla National Policy Strategy Bioeconomy. In una recente pubblicazione che analizza la competitività della bioeconomia in Germania, il Consiglio sostiene che l’economia è indietro nell’uso delle risorse rinnovabili. Secondo la nostra analisi ciò è dovuto all’eccezionale forza economica della Germania che rende difficile per le aziende modificare la propria struttura. Il Consiglio si sta appellando con forza affinché le aziende guardino avanti anticipando il cambiamento necessario nell’utilizzo delle risorse.”

 

Quali sono i pilastri della strategia tedesca?

“La Research Strategy 2030 illustra cinque campi d’azione: sicurezza alimentare globale, produzione agricola sostenibile, sana alimentazione, utilizzo industriale delle risorse rinnovabili e bioenergia. I dibattiti più recenti indicano che il dialogo e il monitoraggio all’interno della società potrebbero svolgere un ruolo più rilevante in futuro, e ci aspettiamo una nuova strategia dopo le scadenze del 2016. Tuttavia, dopo un intenso dibattito, l’utilizzo della bioenergia come materia prima sarà – più o meno – basato unicamente su scarti e rifiuti.” 

 

In questo contesto qual è il ruolo del Consiglio per la bioeconomia in Germania?

“Il Consiglio ha tre priorità: innanzitutto consulenza alla policy su come migliorare le condizioni strutturali per la bioeconomia in Germania, principalmente offrendo una prospettiva internazionale; in secondo luogo promuovere la cooperazione internazionale e infine continuare e portare avanti il dialogo con la società.” 

 

La bioeconomia richiede anche una trasformazione culturale. Come è percepita la bioeconomia dall’opinione pubblica tedesca? 

“Non abbiamo dati a disposizione, ma la mia opinione personale è che solo una minima parte della popolazione tedesca sa esattamente cos’è la bioeconomia. Il termine tedesco porta poi a fraintendimenti, perché tende a far confondere l’ecologia con l’economia, e in effetti la bioeconomia non è né una né l’altra, ma in qualche modo sta a metà tra le due. La bioeconomia non può più essere vista unicamente come mezzo per sostituire le materie prime fossili. Si basa sulla combinazione di risorse rinnovabili e innovazione e fa da traino all’efficienza delle risorse e alla crescita verde. È importante agire e discutere onestamente nel contesto del dibattito pubblico e comunicare benefici e sfide in modo trasparente. Il Consiglio ha ottenuto reazioni molto positive in seguito a una mostra di prodotti biobased, per esempio una gonna prodotta dal latte o pneumatici ricavati dal tarassaco. Si impara di più toccando con mano i prodotti della bioeconomia che non leggendo libri...”

 

Gli interrogativi fondamentali del ventunesimo secolo non riguardano l’eventuale inizio dei cambiamenti climatici, la misura della crescita della popolazione mondiale e la definizione di quanto le emissioni di combustibili fossili debbano essere abbassate, ma come l’economia e la società saranno in grado di affrontare questi sviluppi nel migliore dei modi, e come la ricerca e l’innovazione possono contribuire in questo senso. Dal suo punto di vista, com’è possibile mettere insieme ecologia ed economia?

“È chiaro che senza modifiche sostanziali, il continuare con le emissioni di gas a effetto serra e i relativi cambiamenti delle condizioni climatiche danneggeranno in modo irreversibile l’ecosistema globale, comportando rischi economici incalcolabili. Nonostante ciò, come scienziata resto ottimista sul fatto che l’innovazione porterà a nuove soluzioni e che i più pressanti problemi globali potrebbero essere risolti. Però dobbiamo agire adesso. Uno dei più grandi problemi contemporanei è costituito dalle ineguaglianze globali, che portano a insoddisfazione, guerre e migrazione. La bioeconomia ha il potenziale di aggiungere soluzioni alla lotta alla povertà e alla fame. Tutto ciò è stato oggetto di discussione durante il Global Bioeconomy Summit organizzato dal Consiglio tedesco il 25-26 novembre scorso. L’esito della conferenza è stato un comunicato che definiva i fondamenti di una bioeconomia sostenibile e globale. Aspiriamo a un’agenda globale che renda la bioeconomia parte del dibattito trasversale sullo sviluppo sostenibile e sulla mitigazione dei cambiamenti climatici.”

 

I temi della bioeconomia sono fortemente interconnessi a quelli dell’economia circolare. Che misure sta prendendo il governo tedesco in questo ambito?

“L’economia circolare è un argomento molto importante nel campo dell’efficienza delle risorse. Tre anni fa il governo tedesco ha modificato la ‘Kreislaufwirtschaftsgesetz’, la legge più rilevante per il trattamento dei rifiuti e per sostenere il riciclaggio, la conservazione e l’efficienza delle risorse. Pensiamo che sia un compito importante allineare i principi di una bioeconomia sostenibile a quelli dell’economia circolare.”

 

Quali sono i principali ostacoli alla realizzazione della bioeconomia in Germania e nell’Unione europea? 

“La mancanza di capitale, la difficoltà nell’applicazione industriale e nella diffusione del concetto di bioeconomia all’interno della società.”

 

 

ORGANOBALANCE GmbH, www.organobalance.de/en/index.html

Consiglio per la bioeconomia (Bioökonomierat), www.biooekonomierat.de/en/

Ministero federale tedesco dell’istruzione e della ricerca (BMBF), National Research Strategy BioEconomy 2030, Berlino 2011; tinyurl.com/z9aaqp3

Ministro federale tedesco dell’alimentazione e dell’agricoltura (BMEL), National Policy Strategy Bioeconomy, Berlino 2014; tinyurl.com/je24s8q