Il 10 settembre la presentazione della lista di priorità del Presidente Juncker e del nuovo assetto da lui proposto con il proposito di “smuovere le cose” ha ottenuto l’effetto desiderato, ossia creare un diversivo; inoltre ha distolto l’attenzione dal nuovo gruppo di Commissari proposti, almeno in un primo momento.
In una fase in cui il livello di euroscetticismo e disillusione è senza precedenti, si pensa diffusamente che il Collegio della Commissione, che comprende 7 ex Commissari, 5 ex Primi ministri e diversi vice Primi ministri, possa costituire un forte schieramento, in grado di affrontare le sfide del nuovo mandato. Ma resta da vedere come una tale squadra di “pesi massimi” riuscirà a lavorare insieme nei limiti del nuovo assetto voluto dal Presidente.
La logica alla base di questa ristrutturazione, che molti considerano sia coraggiosa sia intelligente, è il bisogno di concentrarsi sulla crescita economica e sulla creazione di posti di lavoro. La nuova organizzazione comprende sette Vicepresidenti, molti dei quali provengono da stati membri dell’Ue di piccole dimensioni e si collocano politicamente al centro-destra. Saranno responsabili dei nuovi gruppi di lavoro delle Commissioni, creando sinergie fra i diversi dicasteri necessari ad affrontare le principali priorità. Ciascun gruppo di lavoro si concentrerà su uno specifico obiettivo finale, tra cui favorire l’aumento dei posti di lavoro e degli investimenti e sviluppare un modello energetico resiliente, con una politica lungimirante sulla questione dei cambiamenti climatici.
Questo nuovo approccio potrebbe essere promettente per gli aspetti di policy di carattere trasversale, come lo sviluppo di una bioeconomia competitiva e sostenibile. Le industrie biobased sono alla ricerca di un approccio più olistico, coerente, utile e prevedibile per poter compiere la transizione verso la bioeconomia, e l’assetto previsto potrebbe realmente facilitare questo percorso. Gli effetti positivi delle industrie biobased dell’Unione europea dovrebbero soddisfare anche i leader della nuova Commissione per la loro potenziale capacità di contrastare i cambiamenti climatici riducendo allo stesso tempo la dipendenza dall’importazione dei combustibili fossili, creando posti di lavoro, crescita
e innovazione, e stimolando di conseguenza gli investimenti in Europa.
In questo contesto per le industrie biobased sarà di fondamentale importanza il ruolo giocato dal finlandese Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione, perché sarà lui a guidare la squadra che si occuperà di lavoro, crescita, investimenti e competitività. In particolare, entro tre mesi il Vicepresidente coordinerà e presenterà un ambizioso pacchetto che, nelle parole del Presidente Juncker, “dovrebbe rendere possibile mobilitare fino a 300 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati nell’economia europea nel corso dei prossimi tre anni”. Il Signor Katainen sarà il supervisore dell’ideazione e dell’attuazione del nuovo pacchetto che dovrebbe dare priorità a una bioeconomia smart e sostenibile, guidata dalle industrie biobased, per raggiungere gli obiettivi generali posti dal Presidente Juncker.
Le industrie biobased desiderano ferventemente che la nuova Commissione affronti il bisogno di misure di stimolo commerciale rivolte al lato della domanda. Il gruppo Lead Market Initiative aveva concentrato una serie di proposte sui prodotti biobased, ma queste sono rimaste nel limbo fin dalla loro pubblicazione nel 2001. Elżbieta BieÅ„kowska, Commissario polacco per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le pmi potrebbe giocare un ruolo fondamentale nell’attuazione di queste misure suggerite, offrendo il sostegno promesso ai prodotti biobased e alla biotecnologia industriale attraverso la nuova politica industriale della Commissione.
Phil Hogan, irlandese, nuovo Commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, arriva al termine dei lunghi e complessi negoziati sulla politica agricola comune (Pac) e giocherà un ruolo fondamentale nella discussione sul trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip), oltre a contribuire alla creazione del pacchetto sul lavoro, la crescita e gli investimenti. Il Presidente Junker gli ha chiesto di assicurarsi che la spesa per lo sviluppo rurale porti a nuove opportunità di lavoro e aumenti la competitività, contribuendo allo stesso tempo all’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni. Le industrie biobased e altri settori all’interno della bioeconomia credono fermamente di poter svolgere un ruolo importante in questo processo, se saranno realizzati appropriati programmi di finanziamento per lo sviluppo rurale e regionale che aiutino a creare e sostenere nuove catene di valore e partneriati. Assicurare una fornitura sostenibile di materie prime di una certa qualità e quantità a prezzi competitivi è essenziale affinché le industrie biobased possano prosperare. Può inoltre favorire il passaggio a un’economia a basse emissioni, con le rinnovabili come materie prime di base piuttosto delle tradizionali fonti a combustibili fossili. La difesa della produttività e sostenibilità agricola è fondamentale, così come lo è lo sviluppo di misure di sostegno alla raccolta, l’immagazzinamento e il trasporto di materie prime rinnovabili, in particolar modo i residui delle attività agricole.
Per le emergenti industrie clean tech come quelle rappresentate dal settore biobased (innovative, ad alto valore aggiunto e ad altro rischio finanziario), l’accesso a finanziamenti combinati costituisce un grosso ostacolo. Facilitare tale accesso sarebbe fondamentale per attirare investimenti privati e per superare la dipendenza dall’approccio del business as usual, basato su fonti non rinnovabili. Al momento però questo settore resta sopraffatto dalla complessità, dalla mancanza di coerenza e dal labirinto amministrativo che rende estremamente difficile combinare finanziamenti regionali, nazionali, di Horizon 2020 e dell’Eib, per citarne alcuni. Semplificare e armonizzare le regole di finanziamento di questi enti e rendere uniformi le regole di base dei finanziamenti sarebbe fondamentale per alimentare la fiducia nei lavori green, nella crescita, nei mercati e nelle industrie biobased in Europa.
A questo proposito il Presidente Juncker ha incaricato Carlos Moedas, il portoghese Commissario alla ricerca, alla scienza e all’innovazione, di partecipare e giocare un ruolo importante nel gruppo di progetto guidato dal Vicepresidente Katainen. La sua esperienza nel campo degli investimenti, delle banche e dell’ingegneria dovrebbe essergli alquanto utile a guidare l’iniziativa e attrarre investimenti, rendendo più semplice l’accesso ai finanziamenti. Questo comporterà la sua collaborazione con il Commissario allo sviluppo regionale, la rumena Corina CreÅ£u. Un’importante opportunità potrebbe crearsi attraverso l’utilizzo di finanziamenti combinati volti a indirizzare a vantaggio delle industrie biobased i risultati del pacchetto dell’Ue di investimenti per 20 miliardi di euro nell’innovazione, tra cui 3,7 miliardi di euro della partnership pubblico privato (PPPs), cosa che il Signor Moedas terrà sicuramente in considerazione.
Sorprendentemente il mandato affidato alla danese Margrethe Vestager, Commissario per la concorrenza “allo scopo di mobilitare gli strumenti di policy della concorrenza e l’esperienza sul mercato affinché contribuiscano appropriatamente al programma per il lavoro e la crescita, inclusa l’area delle politiche industriali”, indica che Juncker si aspetta da questo potente direttorato un approccio di tipo fortemente economico. Le industrie biobased sperano che ciò comporterà ulteriori modifiche al sistema di aiuti di stato per liberare fondi per gli investimenti innovativi ad alto rischio finanziario, tra cui le prime importanti bioraffinerie commerciali. Questo potrebbe aprire la strada alla commercializzazione di successo dei prodotti biobased, e inoltre contribuirebbe a invertire il flusso migratorio di aziende leader delle biotecnologie industriali e del loro know-how verso paesi che offrono condizioni più vantaggiose.
Le industrie biobased seguiranno da vicino un secondo importante gruppo di progetto della Commissione: quello che ha come obiettivo la creazione di “un modello energetico resiliente, con una politica lungimirante sulla questione dei cambiamenti climatici”. Il mandato del gruppo include la raccolta di risorse, il collegamento di infrastrutture e la diversificazione delle fonti energetiche, per ridurre l’alta dipendenza energetica di molti stati membri. Chiaramente il Commissario incaricato lavorerà in stretta collaborazione con lo spagnolo Cañete, Commissario per il clima e le politiche energetiche, e con il Commissario per i trasporti e lo spazio, per rendere l’Unione europea leader nella promozione di tecnologie a bassa emissione nel contesto dei negoziati internazionali per il clima. I nuovi biocarburanti giocheranno qui un ruolo fondamentale nel fornire soluzioni per i trasporti terrestri e aerei. In questo campo le industrie biobased mostrano una forte preferenza per un approccio di policy making con basi scientifiche, più prevedibile e orientato al lungo termine. Contribuirebbe a creare benefici ambientali ed economici anche l’adozione di obiettivi specifici e obbligatori per i nuovi biocarburanti, quale parte della direttiva sulle energie rinnovabili, o sulla base degli standard statunitensi per i combustibili rinnovabili.
La preoccupazione sulla capacità dell’Unione di assicurarsi sufficienti riserve energetiche potrebbe portare alcuni politici a sottostimare, o ancor peggio, a perdere di vista i benefici offerti dalle industrie biobased. Mentre le ripercussioni delle attuali crisi politiche (in Ucraina e nel Medio Oriente) continuano a destare preoccupazione è possibile che alcune serie e realizzabili opportunità nel campo del biobased vengano semplicemente sottovalutate. Recentemente infatti un autorevole rappresentante Ue ha parlato dell’imminente possibilità che diversi stati membri siano costretti a scegliere fra utilizzare le riserve energetiche per il riscaldamento domestico o per alimentare le industrie; queste ultime naturalmente sarebbero danneggiate da eventuali problemi con i rifornimenti energetici durante i mesi invernali.
Karmenu Vella, Commissario maltese responsabile del dicastero per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca, apparentemente ha legami meno stretti con l’agenda per il lavoro e la crescita. Ha l’incarico di valutare lo stato di avanzamento del pacchetto per l’economia circolare “alla luce delle prime reazioni del Parlamento europeo e del Consiglio, per vedere se e come è in linea con la nostra agenda per il lavoro e la crescita”. In altre parole, anche per la nuova Commissione non è chiaro in che modo gli sviluppi delle politiche ambientali possano fare da traino per la creazione di lavoro sostenibile e crescita economica.
Complessivamente la nuova Commissione si trova ad affrontare sfide importanti, perché deve sia ridefinire se stessa e riconquistare il cuore e le menti dei cittadini europei, sia mettere in atto piani d’emergenza e contrastare i grandi problemi dell’Europa, in modo da poter svolgere pienamente il proprio ruolo di mantenimento e creazione di prosperità. Il Presidente Juncker ha delineato lo scenario per il cambiamento attraverso una mossa coraggiosa volta a trasformare il modo in cui i suoi Commissari collaboreranno nei diversi settori delle policy. Coraggiose mosse politiche sono esattamente quel che serve a far ripartire l’Ue e offrire soluzioni adatte ad affrontare le minacce congiunte dei cambiamenti climatici, dell’energia e della sicurezza alimentare, assicurando al tempo stesso una ripresa economica. Il biotech industriale e le industrie biobased giocheranno un ruolo fondamentale nel cammino per il raggiungimento di questi obiettivi. Nel frattempo vi è bisogno del supporto di tutti i settori politici di rilevanza. Sarà necessario abbandonare lo status quo, anche se è comodo e ben affermato, ma forse questa Commissione si dimostrerà all’altezza della sfida.