Von der Leyen il 10 settembre 2019 ha presentato la squadra dei Commissari europei designati (sono 26, 14 uomini e 12 donne) che dovrà ricevere il voto del Parlamento europeo per entrare effettivamente in carica. La precedente Commissione Juncker scade il 31 ottobre 2019 e verrà rimpiazzata dalla nuova. Il compito dei Commissari è quello di difendere gli interessi generali dell’Unione piuttosto che i singoli interessi nazionali.
Come è noto la Commissione europea è il “motore giuridico” della legislazione dell’Unione: è la Commissione a fare le proposte legislative che poi devono essere approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue, spetta alla Commissione dettare l’agenda delle priorità da affrontare nei cinque anni che resterà in carica.
Secondo le prime dichiarazioni della futura Presidente, è intenzione della futura Commissione fare in modo che l’Unione europea guidi come in passato la lotta mondiale alla crisi climatica. “Voglio che il Green Deal europeo diventi l’elemento distintivo dell’Europa. Il suo fulcro è il nostro impegno a diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero”, ha dichiarato Ursula von der Leyen.
Un proposito ambizioso e importante se pensiamo che, secondo i dati presentati dall’Agenzia europea dell’ambiente il 22 luglio 2019, le emissioni di alcuni inquinanti atmosferici negli Stati membri sono nuovamente in aumento mentre il 14% dei cittadini Ue ha detto di essere stato esposto a inquinamento, sporcizia e altri problemi ambientali (dati 2017 diffusi a settembre 2019 da Eurostat).
Sicuramente gioverebbe alla lotta al cambiamento climatico un sistema di tassazione dell’energia che tenga conto dell’impatto delle emissioni di CO2 dei prodotti energetici. Una revisione del sistema di tassazione in questa direzione è stata auspicata dalla Commissione Ue in un rapporto dell’11 settembre 2019 che ha fatto il punto sulla direttiva 2003/96/Ce sulla tassazione dei prodotti energetici, non più al passo con gli obiettivi di lotta all’emergenza climatica.
Un contributo efficace nella lotta alla emergenza climatica e alle emissioni di CO2 viene dall’Emission Trading System Ue, il sistema di scambio di quote di emissione di gas serra attualmente nella sua terza fase (2013-2020). La Commissione Ue ha approvato una proposta di regolamento per rivedere e migliorare le regole delle aste delle quote in modo da raggiungere più efficacemente gli obiettivi Ue in materia (riduzione del 40% delle emissioni al 2030 rispetto ai livelli del 1990). Inoltre da gennaio 2021 quando partirà la quarta fase del Sistema Ets, ci sarà il nuovo registro delle quote di emissione approvato dal regolamento 2019/1122/Ue.
E in attesa che le direttive Ue sul pacchetto economia circolare del 2018 siano recepite dagli Stati membri (entro il 5 luglio 2020) dando il loro contributo alla prevenzione della produzione dei rifiuti, i dati attuali non sono confortanti: nel 2017 si sono prodotti nell’Unione europea 486 chilogrammi di rifiuti urbani per persona (dati Eurostat 22 agosto 2019), anche se i rifiuti finiti in discarica sono il 63% in meno di quanti erano nel 1995.
Una mano la potrà dare la Dichiarazione dell’Alleanza circolare per la plastica (Circular Plastics Alliance). Firmata il 20 settembre 2019 da oltre 100 soggetti pubblici e privati per promuovere azioni volontarie per il buon funzionamento del mercato dell’Ue nel settore della plastica riciclata, la Circular Plastics Alliance ha l’obiettivo di arrivare entro il 2025 a utilizzare 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata ogni anno per fabbricare nuovi prodotti in Europa. Ricordiamo che secondo Eurostat nel 2016 il tasso di “circolarità” nella Ue era dell’11,7% (percentuale delle risorse materiali utilizzate nell’Ue proveniente da prodotti riciclati e materiali di recupero).
Dal 15 luglio 2019 sono in vigore le nuove regole sui “Pop”, gli inquinanti organici persistenti (regolamento 2019/1021/Ue). Tra le novità del nuovo regolamento, l’allineamento delle disposizioni a quelle del regolamento “Reach” 1907/2006/Ce sulle sostanze chimiche.
E in tema di sostanze chimiche si segnala che il regolamento 2019/1148/Ue (in vigore dal 31 luglio 2019) ha estrapolato dalle “regole Reach” le restrizioni sul nitrato di ammonio per integrarle nel nuovo regolamento sui precursori esplosivi. Infine, sempre in materia di “Reach”, la decisione 2019/1194/Ue, invece ha identificato il 4-terz-butilfenolo (Ptbp) come “sostanza estremamente preoccupante”, in grado di produrre effetti gravi sull’ambiente.
Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’Ue, ec.europa.eu/clima/policies/ets_it
Circular Plastics Alliance, ec.europa.eu/growth/industry/policy/circular-plastics-alliance_en