Quando Jared Diamond ha scritto il suo saggio Armi, acciaio e malattie. Breve storia degli ultimi tredicimila anni intendeva dipingere un affresco di storia dell’umanità su basi ecologiche anziché solamente culturali. La domanda sulla quale costruiva l’intera opera, premiata poi col Pulitzer, era: per quale ragione le civiltà sorte a ridosso della mezzaluna fertile avevano in qualche modo conquistato il resto del pianeta? Una serie di vantaggi ambientali nel corso della storia dell’umanità ha consentito a questi popoli di sviluppare tecniche e tecnologie belliche più avanzate, di selezionare la resistenza a malattie che più tardi avrebbero sterminato, per esempio, le popolazioni delle Americhe, e, soprattutto, di stabilire un sistema di scambi culturali che ha consentito lo sviluppo della siderurgia. L’acciaio, quindi, come scoperta o invenzione fondamentale dell’umanità.

 

 

Oggi si producono 1.623 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, secondo i dati preconsuntivi del 2015. Qualcosa in meno rispetto all’anno precedente (erano 1.670 milioni nel 2014, il 3% in più) ma pur sempre un quantità grandissima.

In Europa, dove si è scesi da 313 milioni di tonnellate a 304 milioni, secondo i dati del Rapporto Ricrea – il Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi in acciaio – l’Italia è il secondo produttore, dopo la Germania, con 22 milioni di tonnellate, il 13% dell’intera produzione dell’Ue28.

“L’acciaio è il materiale da imballaggio più riciclato al mondo: è un materiale permanente che può essere riutilizzato infinite volte senza che questo ne comprometta la qualità” spiega Domenico Rinaldini, presidente di Ricrea. “Una volta usati, barattoli, fusti e chiusure vengono raccolti, riciclati e reintrodotti nel ciclo produttivo dando vita a nuovi manufatti: un perfetto esempio di economia circolare.” 

D’altronde già un anno fa il direttore di Eurofer, Axel Eggert, aveva salutato con entusiasmo la pubblicazione da parte dell’Unione europea del “Circular Economy Package” che attribuiva proprio all’acciaio un ruolo importante: “L’acciaio – diceva Eggert – è riciclabile al 100%. È un materiale permanente ed è proprio questo uno dei concetti alla base dell’economia circolare”. Il “Circular Economy Package” ha significato, infatti, un passo in avanti nel dare un nuovo status ai prodotti co-generati industrialmente e, soprattutto, nell’incoraggiare l’uso di prodotti durevoli.

Poter affermare, oggi, che l’acciaio è un materiale permanente è un balzo in avanti concettuale, ma anche commerciale, significativo.  

 

Gli imballaggi in acciaio… questi conosciuti!

Barattoli, scatolette, latte, lattine, tappi, capsule, fusti e bombolette spray: sono tanti gli imballaggi in acciaio. E sono tutti riciclabili al 100% e all’infinito. 

I rifiuti degli imballaggi in acciaio appartengono al grande mondo delle materie prime secondarie costituite dai rottami ferrosi sebbene con una quota relativamente modesta (circa il 3%). Ma non per questo meno importante, visto che la disponibilità nazionale di rottami per soddisfare il fabbisogno delle acciaierie e fonderie è fortemente deficitaria. Cosa che rende necessario fare ricorso a consistenti importazioni (dal 25 al 30%), sia dall’Europa sia d’oltremare.

In effetti, sono numerose le tipologie di imballaggi in alluminio che incontriamo nella vita di tutti i giorni.

Open Top

Imballaggi di acciaio (fino a 5 chili di capacità) generalmente utilizzati per prodotti alimentari: dal tonno alla frutta sciroppata, dal caffè ai pomodori pelati. È il settore che negli ultimi anni ha conosciuto il maggior sviluppo tecnologico, insieme alle lattine per bevande.

General Line

Contenitori di acciaio (fino a 40 chili di capacità) usati sia nell’industria alimentare (per esempio per l’olio) sia in quella chimica (per vernici, inchiostri, smalti, mastici, lubrificanti ecc. ). Si tratta di barattoli cilindrici, rettangolari ma anche di veri e propri bidoni e fusti.

Fantasia

Contenitori spesso usati per oggetti da regalo: per dolci, liquori e profumi. Sono delle tipologie più svariate per dimensione, forma; possono essere decorati con litografie.

Fusti e Aerosol

Grandi fusti realizzati in lamierino d’acciaio, con capacità fino a 250 litri. Un tempo destinati in prevalenza ai settori petrolifero e chimico, ora sono ampiamente utilizzati anche dal comparto alimentare.

Chiusure

Tappi a corona della bottiglie di birra, oppure le capsule di vario tipo per bottiglie e vasetti di vetro nonché i coperchi a strappo easy open (ad apertura totale o parziale), il cui impiego è strettamente collegato alla produzione di scatole open top.

 

“In Italia – spiega Domenico Rinaldini – lo scorso anno è stato avviato a riciclo il 73,4% degli imballaggi di acciaio immessi al consumo, uno dei risultati migliori a livello europeo. Il nostro obiettivo è di avvicinarsi il più possibile a riciclare l’80% entro il 2020, attraverso le convenzioni con i Comuni italiani e grazie alle iniziative di sensibilizzazione che ci aiutano a promuovere la cultura del valore della raccolta differenziata, veicolo fondamentale per avviare a riciclo gli imballaggi in acciaio”.

Al pari di altri materiali – come l’alluminio o il vetro – l’acciaio è riutilizzabile in teoria all’infinito. Il che significa un enorme risparmio in termini energetici, economici e ambientali, visto il suo largo impiego. 

 

 

Si tratta di una risorsa – una lega metallica – che ha condizionato la storia dell’umanità e verso la quale la stessa società industriale moderna è debitrice. Come ricorda anche il Rapporto Ricrea, l’acciaio ha occupato un posto di rilievo, tanto che spesso si fa coincidere l’inizio dell’era industriale con la comparsa delle grandi unità produttive siderurgiche.

In Italia la produzione siderurgica, secondo i dati 2015, è composta per il 51% da laminati lunghi (travi, rotaie, tondo per cemento armato, vergella,) e per il rimanente 49% dai laminati piani (coils, lamiere a caldo e lamiere a freddo tra cui banda stagnata, banda cromata e lamierino utilizzati per la produzione di imballaggi). 

Principalmente l’acciaio si produce nei forni elettrici, fondendo rottami ferrosi come materia prima-secondaria, che rappresenta più del 50% della produzione italiana.

Infatti, il nostro paese storicamente povero di materie prime ha invece una buona disponibilità di rottami ferrosi che recuperiamo sul mercato interno ed internazionale. Inoltre l’acciaio che ci viene richiesto deve avere minori requisiti qualitativi perché destinato a prodotti che richiedono standard, per così dire, più semplici, come per esempio il tondo per il cemento armato. Produzioni ottenibili con profitto negli stabilimenti di piccola capacità, come sono tipicamente quelli a ciclo elettrico.

I rottami arrivano in maniera piuttosto omogenea dalle demolizioni industriali, civili e persino ferroviari e navali. Ma anche dai cascami di lavorazioni industriali e dalla raccolta presso centri autorizzati (rottami di auto, elettrodomestici, altri rifiuti domestici e imballaggi).

Il mondo degli imballaggi, poi, è particolarmente vario: si va dai tappi a corona delle bottiglie ai fusti, fino alle scatolette per il tonno e i barattoli dei pomodori, passando per le bombolette spray. 

 

 

Il consorzio Ricrea, per quanto riguarda proprio la prevenzione e il recupero gli imballaggi, pone particolare attenzione alle fasi di ricondizionamento e rigenerazione. Per esempio i fusti e le cisternette con gabbia in acciaio, per le loro caratteristiche di solidità e resistenza, possono subire diversi processi di rigenerazione per essere nuovamente utilizzabili. A partire dal ripristino della forma (risanamento di bordi e ammaccature), pulizia (scolatura, lavaggio, asciugatura), fino alla verifica della tenuta e delle superfici interne e, infine, alla spazzolatura esterna e alla verniciatura.

Diversamente, altri rottami subiscono processi di distagnazione (ovvero separazione dello stagno), di frantumazione e di riduzione volumetrica.

Infine gli imballaggi lavorati in tutte queste fasi sono ormai pronti per essere portati nelle acciaierie o in quelle fonderie che utilizzano il forno elettrico, adatto a trattare questa tipologia di rottami. Nei forni avviene quindi la fusione grazie alla quale, insieme ad altri processi, avranno luogo quelle attività metallurgiche per eliminare le impurità non metalliche e procedere alla produzione, con l’aggiunta o meno di altri metalli, di nuove tipologie di acciaio.

Purtroppo al consumatore finale tutto questo, per lo più, sfugge. Figuriamoci il concetto di materiale permanente. Per questo devono entrar a far parte della filiera anche le attività di comunicazione che ruotano attorno all’acciaio e al suo riciclo. 

 

 

Ne è un esempio “Riprodotti”, un progetto di Ricrea attualmente in fase di studio che punta a offrire strumenti utili a indicare quali siano i prodotti realizzati con acciaio riciclato proveniente dagli imballaggi in acciaio conferiti nella raccolta differenziata e avviati a riciclo tramite la rete di operatori collegati al consorzio Ricrea. 

“Scopo del lavoro – si legge nel Rapporto 2016 – è dimostrare ai cittadini che l’impegno nel fare la raccolta differenziata porta a un effettivo riciclo e riutilizzo del materiale. Ma anche che la scelta di utilizzare un materiale riciclabile e riutilizzabile porta dei vantaggi al sistema nel suo complesso”. 

 

Rapporto Ricrea 2016, www.consorzioricrea.org/wp-content/uploads/2016/09/Rgps-2016.pdf

Info

www.consorzioricrea.org