I mattoncini Lego del futuro saranno biobased. Il maggiore produttore al mondo di giocattoli ha deciso di investire nella ricerca, nello sviluppo e nell’implementazione di nuove materie prime sostenibili, da utilizzare nella produzione dei suoi celebri mattoncini colorati e degli imballaggi. 

La società, fondata nel 1932 a Billund in Danimarca, che dal 1949 fa sognare milioni di bambini in tutto il mondo con i suoi mattoncini colorati, ha annunciato lo scorso giugno, nell’ambito degli obiettivi di sostenibilità che si prefigge per il 2030, un piano di investimenti da un miliardo di corone danesi (circa 135 milioni di euro) e l’assunzione di oltre 100 dipendenti, grazie all’inaugurazione del Lego Sustainable Materials Centre, che entrerà a pieno regime entro la fine del 2016.

È l’inizio di una nuova era per l’industria dei giocattoli, che parte dalla volontà del Gruppo Lego di ridurre il proprio impatto ambientale sul pianeta. 

Video:
“Shell is polluting our children’s imaginations”
tinyurl.com/pqrrhrt

 

Una svolta fortemente ambientalista che segue la fine della partnership con Shell, annunciata nell’ottobre del 2014 in seguito alla campagna online di protesta lanciata da Greenpeace contro le trivellazioni nell’Artico. Un video, divenuto in poco tempo virale in rete, mostrava un paesaggio artico in cui campeggiava una piattaforma della Shell fatta di mattoncini Lego in cui persone e fauna venivano sommersi dal petrolio. 

Ogni anno nel mondo vengono prodotti oltre 60 miliardi di mattoncini Lego con l’impiego di 6.000 tonnellate di Abs (una miscela di acrilonitrile-butadiene-stirene), che oggi viene ricavata da combustibili fossili: benzene ed etilene per lo stirene, butano per il butadiene e ammoniaca e propilene per l’acrilonitrile. 

 

Come sono fatti oggi i mattoncini Lego

Fino al 1963 il materiale utilizzato per i mattoncini era l’acetato di cellulosa. La sostituzione a favore della plastica Abs avvenne perché questa era considerata un composto più stabile. La miscela Abs – dicono gli esperti – è atossica, meno soggetta a deformazioni e perdita di colore e più resistente al calore, agli acidi e ad altri agenti chimici. I mattoncini prodotti a partire dal 1963 conservano ancora la loro forma e il loro colore a distanza di 50 anni e ancora oggi possono essere collegati con mattoncini prodotti dalla Lego. Il che ne garantisce una forte identità e riconoscibilità nel mercato.

Ma è possibile oggi arrivare all’impiego di materie prime rinnovabili per produrre Abs? Sono diverse le società chimiche o biotecnologiche che ci stanno già provando. Sulle tracce del bio-butadiene ci sono – tra gli altri – Genomatica con Versalis (la divisione chimica del gruppo petrolifero italiano Eni) e Novamont, LanzaTech con Invista, Global Bioenergies con Synthos, il produttore di pneumatici francese Michelin con Axens e IFP Energies Nouvelles, Amyris con Kuraray.

Nel campo della produzione di bio-benzene è attiva la Anellotech, una società biochimica newyorchese che impiega una tecnologia di cui è proprietaria (Cfp, Catalytic Fast Pyrolysis) per cui prevede le prime applicazioni industriali a partire dal 2019.

Per quanto riguarda l’acrilonitrile, chi sta cercando di arrivare a un acido acrilico biobased è la Cargill, che recentemente ha acquisito la OPX Biotechnologies, una società con sede in Colorado (Usa) la quale ha annunciato l’inaugurazione del primo impianto commerciale per bio-acrilico nel biennio 2017/18.

Se si guarda ai precursori di acrilonitrile, molto avanzata è la ricerca di propilene biobased. In questo campo si possono segnalare Grand View Research dopo l’acquisizione di Cereplast, Braskem, Dow Chemicals e Biobent Polymers, una piccola società americana fondata dalla Battelle, la più grande società di ricerca e sviluppo no profit al mondo, e da Univenture con lo scopo di commercializzare un polipropilene biobased al 10-40%.

 

Alla ricerca di nuovi materiali 

E uno dei compiti del Lego Sustainable Materials Centre, che ha la sua sede operativa a Billund, sarà proprio avviare partnership con alcuni di questi progetti in corso. 

“Si tratta – afferma Jørgen Vig Knudstorp, amministratore delegato del Gruppo Lego – di un notevole passo avanti per il Gruppo Lego, destinato ad avvicinarci ai nostri obiettivi per il 2030 in fatto di materie sostenibili. Siamo già attivamente impegnati nella limitazione delle emissioni di carbonio e in iniziative volte a ottenere un impatto positivo sul nostro ecosistema. Per esempio riducendo le dimensioni degli imballaggi grazie alla certificazione Fsc (Forest Stewardship Council) e con investimenti in un parco eolico offshore. Ora il nostro impegno si estenderà anche alle materie prime.”

 

Jørgen Vig Knudstorp

 

“I test e le ricerche già effettuate – continua Knudstorp – ci hanno permesso di misurarci meglio con le sfide da affrontare per raggiungere questi obiettivi. La nostra risposta è il dispiegamento di un numero significativo di risorse aggiuntive per essere pronti a passare rapidamente alla fase successiva nella nostra ricerca di materie prime sostenibili.”

Con l’obiettivo di sviluppare una strategia in merito alle materie sostenibili, già nel 2013 il gruppo danese ha siglato la partnership “Climate Savers” con il Wwf, con cui poi nella primavera del 2015, ha anche avviato una collaborazione finalizzata alla valutazione della sostenibilità generale e dell’impatto ambientale delle nuove materie biologiche per gli elementi Lego e gli imballaggi.

“Non esiste una definizione comune di materia sostenibile”, sottolinea Knudstorp. “Diversi fattori influiscono sull’ecosostenibilità di un materiale: dalla sua composizione al metodo utilizzato per estrarlo, al raggiungimento della fine del ciclo di vita del prodotto. Quando cerchiamo nuovi materiali dobbiamo considerare tutti questi fattori. Ciò che annunciamo è un investimento a lungo termine, e l’impegno di garantire la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali che ci permettano di continuare a offrire esperienze di gioco creativo di alta qualità in futuro, senza compromettere l’ambiente e il futuro delle generazioni a venire.”

 

E l’innovazione va a braccetto con la crescita

Intanto sul mercato non si arresta la crescita dell’azienda scandinava, che nel 2014 ha detronizzato l’americana Mattel come maggiore produttore di giochi al mondo. 

Tanto che Lego ha archiviato il primo semestre dell’anno con un utile netto in rialzo del 31% a 3,55 miliardi di corone (476 milioni di euro), mentre i ricavi sono aumentati del 23% a 14,14 miliardi di corone, spinti dal dollaro forte. Al netto delle variazioni valutarie, le vendite sono cresciute del 18%.

“Tutte le regioni hanno registrato una crescita a due cifre nel primo semestre, ma l’Asia è particolarmente soddisfacente perché ha messo a segno il più elevato tasso di crescita, alla luce dei considerevoli investimenti che facciamo per globalizzare l’azienda”, ha spiegato il direttore commerciale Loren Shuster. Entro la fine dell’anno, Lego aprirà il primo stabilimento in Cina, vicino Shanghai, destinato inizialmente solo a imballare i prodotti fabbricati altrove. Nei primi sei mesi del 2015, il Gruppo Lego ha avviato una serie di nuove assunzioni a livello globale fino a superare oggi il numero di 15.000 dipendenti. E – fa sapere la società danese – dal 2010 il numero dei dipendenti è aumentato di oltre il 50%.

 

Foto di Dirkb86, elaborazione grafica

 

“Il nostro programma di innovazione, finalizzato a concretizzare i suggerimenti offerti dai consumatori in fase di progettazione, manifattura e, infine, vendita – sostiene Julia Goldin, executive vice president e chief marketing officer – si è dimostrato quest’anno più che mai efficiente. Durante la prima metà del 2015 abbiamo introdotto sul mercato oltre 300 set Lego diversi, dagli eroici ninja di Lego Ninjago™ alla gru mobile Lego Technic con i suoi impeccabili dettagli, per arrivare all’avventuroso tema fantasy Lego Elves. Questa strategia ci consente di mettere prodotti e servizi a disposizione di bambini di età, interessi e provenienze geografiche diverse, ma sempre basati sul sistema Lego e sull’infinito potenziale creativo del mattoncino Lego.”

Del resto, i mattoncini Lego negli anni hanno resistito con forza alla diffusione di videogiochi e nuovi giocattoli iper-tecnologici. Fino a meritare il titolo di giocattolo più emozionante di tutti i tempi attribuito da alcuni esperti del settore, grazie alla sua combinazione di divertimento, creatività e rapporto qualità-prezzo. 

Per la cronaca: al secondo posto Scrabble, al terzo Action Man (prodotto prima da Politoy e poi da Hasbro). Appena giù dal podio: Frisbee e Monopoli.

 

Info

www.lego.com