Più di 370mila tonnellate di emissioni climalteranti evitate, quasi 1,5 milioni di metri cubi d’acqua risparmiati e 337mila tonnellate di materie prime non consumate. Il recupero e il riciclo di Pneumatici Fuori Uso fa bene all’ambiente e anche, molto, all’economia italiana. Lo dicono i numeri dell’ultimo rapporto di Ecopneus, società senza scopo di lucro tra i principali operatori della gestione dei PFU in Italia. “I risultati del 2019 – dichiarano il presidente Marco Giuliani e il direttore generale Giovanni Corbetta - riportano la fotografia di una filiera solida e che fa crescere il Paese, crea ricchezza, occupazione, consente risparmi”. Un settore d’eccellenza e un modello di gestione a cui guardare per lo sviluppo dell’economia circolare italiana.
I numeri del Rapporto Ecopneus
L’annuale rapporto della società, che dal 2011 riunisce i principali produttori di pneumatici operanti in Italia, conferma il trend positivo di questi anni. Dal 2011 ad oggi, Ecopneus ha raccolto oltre 2 milioni di tonnellate di Pneumatici Fuori Uso e la quota del solo 2019 raggiunge le 220mila tonnellate, superando del 5% il target di legge.
Grazie all’attività di recupero e riciclo di Ecopneus, nell’ultimo anno è stata evitata l’emissione di 371mila tonnellate di CO2 equivalenti: in pratica, le emissioni di 210mila automobili che percorrano 30mila km in un anno. Non solo: recuperare i pneumatici usati consente anche un notevole risparmio di risorse. A cominciare dall’acqua, con quasi 1,5 milioni di metri cubi risparmiati, un volume pari al consumo medio giornaliero di 6 milioni di italiani. Si è inoltre evitato il prelievo di 337mila tonnellate di materie prime, pari al peso di 690 treni Frecciarossa. In questo modo si contribuisce a ridurre il fabbisogno di materia prima vergine da importare dall’estero per un valore di 112 milioni di euro.
Oltre a far risparmiare, il sistema di gestione dei pneumatici crea anche ricchezza e occupazione. “Nel 2019 – si legge nel rapporto - Ecopneus ha redistribuito un valore economico di 56,5 milioni di euro, per l’87% andati alle aziende di filiera a copertura dei costi di raccolta, trasporto, trattamento e recupero dei PFU”.
Le applicazioni del recupero di PFU
Il 43% dei Pneumatici Fuori Uso raccolti nel 2019 da Ecopneus è stato destinato al recupero di energia, mentre il 57% è stato avviato al recupero di materia per produrre granuli, polverini di gomma e acciaio. La quota destinata al riciclo dei materiali è in costante crescita, grazie al consolidamento del sistema industriale di trattamento, che oggi consente di ottenere materie prime seconde di buona qualità e quindi di ampliarne le possibili applicazioni. In particolare, tra i settori applicativi di punta c’è quello delle pavimentazioni sportive, a cui è destinato il 32% dei materiali recuperati, ma cresce anche l’utilizzo per arredi urbani e aree da gioco per bambini (8%), isolanti acustici per edilizia (7%) e asfalti a bassa rumorosità (1%).
A dare un rinnovato impulso al mercato delle applicazioni è arrivata poi, in aprile, la firma dell’atteso Decreto End of Waste, che sancisce lo status di “materiale” per la gomma riciclata da PFU. L’entrata in vigore delle nuove norme stimolerà sicuramente lo sviluppo di nuovi prodotti e in particolare, come si augurano da Ecopneus, l’uso del polverino di gomma riciclata per gli asfalti modificati, più silenziosi e durevoli.
“Oggi – commenta il direttore Corbetta - grazie alla firma del decreto End Of Waste - di cui auspichiamo a breve la pubblicazione in G.U - e all’entrata in piena applicazione del nuovo DM 182/2019, abbiamo tutti gli strumenti normativi necessari per guardare ai prossimi anni con rinnovato slancio e per continuare ad alimentare il circolo virtuoso del sistema di gestione dei PFU”.