Dove vanno a finire i rifiuti dopo la differenziata? La risposta a questa legittima domanda è complessa. Nella provincia di Siena, come primo passo di un percorso industriale, è tutto molto chiaro perché tutti i rifiuti urbani confluiscono nel sistema impiantistico territoriale di Sienambiente che grazie a un impianto di riciclo, un termovalorizzatore e una discarica garantiscono un trattamento a “filiera corta”. Un ciclo virtuoso che vuole essere ancora più efficace con un nuovo progetto per la produzione di biocarburanti e un incremento della percentuale di riciclo.
Contro il “nomadismo” dei rifiuti, la filiera corta di Sienambiente
La formula di Sienambiente è semplice: si trattano i rifiuti del territorio, secondo quello che è un principio ecologico di prossimità. Un principio tanto banale quanto difficile da mettere in atto se guardiamo a molte realtà del Paese e ad altre tipologie di rifiuti. Secondo i dati di Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende di servizio pubblico, nel 2018 dal sud Italia sono partiti 25mila tir verso gli impianti del Nord, e altri 10mila si sono mossi tra regioni del Sud. Ciò si è tradotto in 22 milioni di chilometri percorsi, con importanti impatti ambientali e economici.
Ma il problema della “migrazione” dei rifiuti, sia urbani che speciali, non è solo del sud ma riguarda molte aree geografiche localizzate su tutto il territorio nazionale. La situazione, basata sui dati Ispra relativi al 2018, si può riassumere in pochi numeri: è aumentata la produzione di rifiuti urbani (+2% pari a 590.000 tonnellate), quella di rifiuti speciali (+3,3% pari a 4,6 milioni di tonnellate), è aumentato il trasporto da Regione a Regione per un totale di 2,2 milioni di tonnellate e l’esportazione di rifiuti all’estero (+31% per gli urbani, pari a 110.000 tonnellate e +14%, pari a 420.000 tonnellate per i rifiuti speciali).
La soluzione? Una adeguata dotazione impiantistica e una strategia nazionale che riconcili i numeri del fabbisogno impiantistico (impianti di riciclo, impianti di recupero energetico, discariche) con le previsioni di produzione di rifiuti, come richiesto da Fise, l'Associazione che rappresenta a livello nazionale e comunitario le imprese private che gestiscono servizi ambientali. Un approccio che su scala provinciale Sienambiente ha messo in piedi da molti anni riuscendo a proporre una soluzione per la gestione di tutti i rifiuti urbani prodotti nel territorio provinciale. Un percorso virtuoso che verrà rafforzato con il revamping dell’impianto di riciclo delle Cortine a pochi chilometri da Siena.
Un progetto innovativo
L’impianto di riciclo delle Cortine, realizzato nel 2002, rappresenta tutt’oggi uno dei tasselli del sistema impiantistico di gestione dei rifiuti della Provincia di Siena per la gestione di tutti i materiali provenienti dalle raccolte differenziate provinciali. Ogni anno vengono avviate a recupero circa 20 mila tonnellate di materiale e ricicla direttamente oltre 17mila attraverso la produzione di circa 4mila tonnellate di compost. Grazie agli interventi proposti e a un investimento di 20 milioni di euro, il progetto di revamping prevede l’adozione delle migliori tecnologie possibili in linea con le direttive dell’Unione europea in tema di economia circolare per incrementare le quantità di materiali avviati a riciclo. Tra le modifiche più importanti è prevista la realizzazione di una nuova sezione di digestione anaerobica e la produzione da fonti di energia rinnovabili di biometano da immettere in rete. Questa nuova sezione allestita completamente in un ambiente chiuso, ha un'alta valenza ambientale perché grazie ad essa è possibile ottenere un maggior recupero di materia e un miglioramento sull’efficacia del controllo del processo e delle sue emissioni climalteranti e odorigene.
Obiettivo riduzione discarica
La riduzione dei conferimenti in discarica è l’obiettivo ambientale più importante dettato dalle Direttive Ue. Tale risultato si otterrà attraverso un nuovo sistema di trattamento dei rifiuti indifferenziati dai quali, grazie alle modifiche sulla linea di lavorazione, sarà possibile incrementare la quantità di plastica e metalli che verranno recuperati, ottenendo in tal modo un incremento della percentuale di riciclo, vero obiettivo delle raccolta differenziata. Nella nuova configurazione, inoltre, a recupero energetico al termovalorizzatore non sarà più inviata la frazione secca ricca di materiali plastici ad elevato impatto in termini di emissioni di CO2 come avviene nell’attuale configurazione impiantistica, ma la frazione umida essiccata che essendo costituita quasi interamente da frazione biodegradabile, comporterà una riduzione di emissioni di CO2.
Nel complesso, il revamping delle Cortine è un progetto che oltre ad aggiornare il sistema impiantistico e dare una risposta commisurata alle esigenze di trattamento dei flussi di rifiuti del territorio, si integra perfettamente nella strategia di un Green New Deal a sostegno di una crescita economica sostenibile.