Connettere i produttori di materiale di scarto con i potenziali utilizzatori è forse il passo più importante per far funzionare l’economia circolare. E in un mondo in cui le connessioni si costruiscono soprattutto online, un motore di ricerca dedicato può diventare la chiave di tutto. Circularity, startup al 100% italiana (parte del gruppo che pubblica Materia Rinnovabile) ha dunque lanciato il primo motore di ricerca per l’economia circolare: una piattaforma digitale finalizzata a creare un sistema di collaborazione peer to peer per lo scambio, il riciclo e il riutilizzo di rifiuti e materiali di scarto.
Un network di 20mila imprese per la transizione circolare
Il motore di ricerca di Circularity può contare già su una rete di oltre 20mila aziende e industrie che producono materiali di scarto o li possono utilizzare nei loro processi di produzione. Alle imprese industriali si aggiungono poi gli impianti di trasformazione e recupero dei rifiuti e gli operatori autorizzati al trasporto. La piattaforma, grazie al suo database georeferenziato, consente di trovare in pochi passaggi i partner migliori per dare nuova vita ai propri rifiuti.
“Con il supporto del nostro team di professionisti esperti di sostenibilità e di ingegneria dei materiali – spiegano da Circularity - in pochi clic le imprese riescono ad avviare dei circoli virtuosi per riutilizzare i materiali e ridurre al massimo gli sprechi. Questo porta un triplice vantaggio: la riduzione del proprio impatto ambientale, l’ottimizzazione dei costi di gestione dei propri rifiuti e la valorizzazione dei materiali all’interno del ciclo produttivo contribuendo attivamente alla transizione verso l’economia circolare”.
Come funziona il motore di ricerca
Il servizio prevede un abbonamento di durata annuale e permette di avere accesso alla piattaforma per il “calcolo” del proprio percorso circolare. Una volta inserita la posizione o l’area geografica di riferimento, l’azienda seleziona l’oggetto della sua ricerca. Si può scegliere fra tre categorie: rifiuto ((attraverso il codice EER – Elenco Europeo dei Rifiuti), sottoprodotto (scarti di produzione) o End of Waste (materie prime seconde già sottoposte a processo di recupero). Si possono anche cercare gli impianti autorizzati al trattamento dei rifiuti speciali o i trasportatori di materiali di scarto. Il motore di ricerca mostra quindi il risultato su una mappa, corredando ogni soggetto con un rating, cioè un punteggio di sostenibilità attribuito da Circularity in ottica di trasparenza e valorizzazione delle best practice. A questo punto l’azienda avrà tutte le informazioni necessarie per scegliere il proprio percorso circolare.
L’economia circolare non è un’opzione, ma una necessità
“Spesso i manager che si occupano della gestione dei rifiuti lo fanno nell’ottica dello smaltimento, nel rispetto delle normative, ma raramente con l’obiettivo della valorizzazione e dell’economia circolare”, spiega Alessandra Fornasiero, co-founder e CEO di Circularity. “Gli imprenditori non hanno piena consapevolezza di cosa accade dei materiali di scarto ‘fuori dai cancelli della propria azienda’ e molto spesso sottovalutano la responsabilità estesa del produttore del rifiuto, che ha anche risvolti penali. Circularity punta ad aiutarli, diventando un punto di riferimento unico per le aziende nel loro percorso di integrazione della sostenibilità nel business, in particolare nella sua dimensione ambientale. Grazie alla sua innovativa piattaforma, Circularity è in grado di rendere sistemico, in tutta Italia, l’accesso all’economia circolare dei materiali e di facilitare l’attivazione di percorsi virtuosi di recupero, riciclo e riuso”.
“Oggi la tecnologia può darci un grande aiuto nel condividere le best practice e nell’attivare percorsi di recupero, riciclo e riuso nelle imprese italiane – dichiara Camilla Colucci, 25 anni, co-founder e Amministratore di Circularity - Per la mia generazione, il passaggio all’economia circolare non è un’opzione ma una necessità”.