Il 2018 è l’anno del plogging. Infatti è solo da quest’anno che il termine usato per indicare la raccolta dei rifiuti durante l’attività di jogging si è imposto a livello internazionale. “Plogging” ha origini svedesi e deriva dal verbo plockaapp, ovvero pick-up, raccogliere. Termine che in Svezia si usa già dal 2016 per indicare runner armati di guanti e sacchetti intenti a pulire strade e parchi dai rifiuti abbandonati, e che così facendo uniscono l’esercizio fisico al rispetto per l’ambiente.
La diffusione del plogging si è avuta grazie a Instagram. Nel giro di due anni si contano più di 4.000 post con l’hashtag #plogging proprio mentre si diffondono campagne in tutto il mondo per prevenire l’inquinamento di plastica nel mare. L’attrattiva del plogging è la sua semplicità: tutto ciò di cui si ha bisogno è l’abbigliamento da corsa e un sacco della spazzatura. Così corsa e squat regolari per raccogliere i rifiuti da terra restituiscono la sensazione di sentirsi in forma mentre si sostiene una buona causa.
Un’idea nata in Italia da Roberto Cavallo, divulgatore ambientale ed esperto di rifiuti, che nel 2015 ha dato inizio alla “Keep Clean and Run” ovvero il “Pulisci e corri”. Coprendo tre regioni del nord, Cavallo corse più di una maratona al giorno recuperando rifiuti abbandonati – il cosiddetto littering – e incontrando scuole e amministrazioni locali, dalla montagna al mare. “L’idea era quella di accendere i riflettori sul fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, incentrando il percorso sugli ecosistemi montano e marino, consapevoli del fatto che il 70% dell’inquinamento dei mari ha origine nell’entroterra” spiega Cavallo. Dopo tre edizioni in giro per l’Italia e un documentario incentrato sull’argomento del regista italiano Mimmo Calopresti, nel 2018 il “Keep Clean and Run” si è trasformato in “Keep Clean and Ride”, percorrendo una distanza di 1.000 km in bici e raccogliendo i rifiuti da Bari a Padova lungo la costa adriatica e l’entroterra.
2015, Roberto Cavallo con Luca Mercalli ad Avigliana
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L’evento è stato fonte di ispirazione per gli ambientalisti spagnoli, in particolare catalani, che hanno organizzato la Ultra Clean Marathon. Il formato è lo stesso proposto in Italia: due eco-atleti, Albert Bosch e Nicole Ribera, hanno corso una maratona al giorno per 7 giorni con l’obiettivo di raccogliere la quantità massima di rifiuti. Entrambe le iniziative – quella italiana e spagnola – rientrano nella campagna Let’s Clean Up Europe, un’iniziativa voluta dalla Commissione europea per coinvolgere i cittadini sul territorio in azioni di clean up.
Etna
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Ma torniamo al nord Europa. Qui il plogging sta contagiando positivamente anche i paesi limitrofi alla Svezia, come per esempio Danimarca e Finlandia. Già famosa per il suo higgy, ovvero la ricerca della felicità quotidiana attraverso semplici gesti, la Danimarca ha subito adottato questa iniziativa sul suo territorio: tutte le settimane, per esempio, il club della cittadina di Næstved organizza corse nella foresta per raccogliere gli eventuali rifiuti lasciati a terra. “Usiamo i social per coordinarci e segnalare la presenza di rifiuti e ogni martedì organizziamo una corsa per recuperarli”, ha detto Klaus Christian, uno degli organizzatori, alla tv locale, ØST. Attualmente, più di 2500 danesi aderiscono al gruppo Facebook TrailSkrald: “Abbiamo visto che c’era un sacco di spazzatura in giro dove correvamo” ha spiegato Kenneth Andersen, co-fondatore del gruppo. “Invece di puntare il dito contro gli altri, abbiamo deciso di usare le mani per fare qualcosa di concreto.”
Envi.info, www.envi.info