Dal riciclo degli imballaggi in Italia si ricavano benefici ambientali quantificabili in più di un miliardo e 200 milioni di euro, tra emissioni di carbonio evitate, energia risparmiata e materie prime non estratte. È il dato più che incoraggiante che emerge dal nuovo Rapporto di sostenibilità di Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi.
I numeri del riciclo nel rapporto Conai
Nel dettaglio, il valore preciso calcolato nel Rapporto, redatto da Conai in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è di un miliardo e 274 milioni di euro.
Alla cifra si giunge sommando diverse voci, che calcolano il valore economico sia dell’indotto generato dalle attività di riciclo che dei benefici ottenuti per l’ambiente.
Per cominciare, l’indotto economico generato dalla filiera è pari a 616 milioni di euro. La materia recuperata grazie al riciclo vale 381 milioni, mentre l’energia prodotta con il recupero energetico dei materiali non riciclabili ammonta a un valore di 22 milioni di euro.
Venendo ai benefici ambientali, la quantità di CO2 non immessa in atmosfera grazie all’attività del sistema Conai nel 2020 ammonta quasi a 4 milioni e 400mila tonnellate: una cifra enorme, pari alle emissioni generate da 10mila tratte aeree Roma-New York andata e ritorno. Il valore economico di tutta questa CO2 evitata è stato calcolato secondo le indicazioni della Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo, ed è risultato ammontare a 225 milioni di euro.
Delle emissioni evitate, il 39% è imputabile all’avvio a riciclo di rifiuti di imballaggio in vetro, seguito da quello della carta (28%) e della plastica (19%).
Anche sul fronte energetico c’è stato un notevole risparmio di risorse. Quasi 24 terawattora di energia primaria sono stati risparmiati grazie al riciclo: una quantità che equivale ai consumi medi domestici di elettricità di circa 7 milioni di famiglie italiane. L’apporto principale a questo risparmio è da riconoscere al riciclo della plastica con una quota di oltre il 40%: il riciclo del vetro è al secondo posto con il 28,8%; quello della carta al terzo con il 20,6%.
Anche il risparmio di materia vergine, non estratta perché sostituita dalla materia ottenuta dal riciclo, è altissimo: 4 milioni e 631mila tonnellate, pari al peso di 460 torri Eiffel.
Lo spaccato sui materiali di imballaggio risparmiati parla di 278mila tonnellate di acciaio, equivalente a quello di 722 treni Frecciarossa; 16mila tonnellate di alluminio, che corrispondono a 1,5 miliardi di lattine; un milione e 233mila tonnellate di carta, il corrispettivo di 494 milioni di risme di fogli A4; 830mila tonnellate di legno, come 38 milioni di pallet; 470mila tonnellate di plastica, ossia circa 10 miliardi di flaconi in PET per detersivi da un litro; e un milione e 804mila tonnellate di vetro, che sono quelle di 5 miliardi di bottiglie di vino da 0,75 litri.
Infine, il Rapporto aggiorna anche il numero di discariche evitate: in 23 anni di attività, il sistema consortile ConaiI ha scongiurato il riempimento di 175 nuove discariche di medie dimensioni.
Italia eccellenza in Europa per il riciclo degli imballaggi, ma si deve ancora migliorare
In generale, i dati del Rapporto fotografano un trend in continua crescita, con un aumento del 5,4% dei rifiuti di imballaggio conferiti nell’ambito dell’attività dei consorzi Conai: in tutto oltre 5 milioni e 300mila tonnellate raccolte nel 2020. La crescita riguarda tutte le regioni dell’Italia: +6% per il Nord, +4% per il Centro e +5% per il Sud.
“I numeri del Rapporto parlano da soli: ci rendono orgogliosi, e credo facciano riflettere”, commenta il presidente di Conai, Luca Ruini. “Il nostro Paese è secondo solo alla Germania per riciclo pro-capite dei rifiuti di imballaggio, e ha praticamente già raggiunto gli obiettivi europei di riciclo richiesti entro il 2025, anche grazie a un sistema molto efficiente e meno costoso rispetto a quelli degli altri Paesi europei. Nei prossimi anni gli obiettivi comunitari diventeranno ancora più sfidanti: anche per questo i risultati del report Conai devono essere stimolo a fare sempre meglio. È importante continuare a incentivare l’eco-design degli imballaggi e a impegnarci per colmare il deficit impiantistico del Mezzogiorno, ma anche investire sulle tecnologie per il riciclo”.
“Questi dati - aggiunge Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile - sono una dimostrazione che la transizione ecologica in Italia, oltre agli obiettivi ambientali, può raggiungere rilevanti risultati economici”. Non bisogna però adagiarsi sugli allori: “Pur avendo raggiunto un livello di eccellenza europea, - conclude Ronchi - abbiamo ancora margini di miglioramento in alcune zone del Paese, per quantità e qualità della raccolta differenziata e, in generale, nel miglioramento delle tecnologie di riciclo, in particolare delle plastiche, e nella chiusura del ciclo con impianti di recupero delle frazioni che residuano dai trattamenti di riciclo”.