Lo Yemen sta attraversando una devastante crisi umanitaria. Nel mezzo della guerra civile, la maggioranza delle persone non ha più accesso all’energia e i rifiuti organici si accumulano per le strade. Questo fa sì che malattie mortali come il colera si diffondano rapidamente.
L’ingegnere yemenita Omer Badokhon, vincitore del premio Young Champion of the Earth delle Nazioni Unite, ha avuto un’idea per affrontare queste due sfide: trasformare i rifiuti organici in biogas.
Dal 2015, una sanguinosa guerra civile sta martoriando lo Yemen, il paese arabo più povero del mondo. Non sono solo i bombardamenti a uccidere migliaia di civili, ma anche la mancanza di cibo e di misure igieniche. Save the Children stima che ogni giorno muoiano circa 130 bambini per la fame e le malattie. Le malattie infettive si stanno diffondendo a velocità sempre maggiore, a causa dell’interruzione dei servizi pubblici dovuta al conflitto. La spazzatura ora è parte dell’arredo urbano e perfino la defecazione all’aperto è comune, mentre la gestione dell’acqua e le infrastrutture sanitarie non funzionano. Questo ha portato, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, alla peggiore epidemia di colera della storia moderna, con più di un milione di persone contagiate. Contemporaneamente il paese soffre anche per altre problematiche meno appariscenti ma anch’esse mortali, come l’inquinamento dell’aria all’interno delle abitazioni. Più di tre milioni di persone in Yemen cucinano su una fiamma libera, esponendosi costantemente a fumi dannosi.
Il giovane ingegnere chimico yemenita Omer Badokhon conosce la situazione per esperienza diretta e spera di contribuire a migliorare le vite dei suoi connazionali: vuole installare impianti a biogas su piccola scala nelle singole abitazioni per convertire i rifiuti organici in energia e fertilizzanti. Sebbene il progetto richieda un finanziamento enorme, lui ha fatto un altro passo avanti grazie al premio delle Nazioni Unite Young Champion of the Earth, che gli ha riconosciuto la somma di 15.000 dollari – sufficienti per realizzare da 50 a 80 di questi impianti.
“I piccoli impianti a biogas aiuteranno a risolvere due dei principali problemi che lo Yemen sta affrontando: la gestione inadeguata dei rifiuti organici e la scarsità di fonti di energia,” spiega Badokhon. Il progetto può ridurre la quantità di rifiuti nelle strade, che creano problemi di salute e rilasciano metano. Allo stesso tempo fornirà alle abitazioni una fonte di energia sostenibile, utilizzabile sia per l’illuminazione sia come combustibile per la cucina. In questo momento lo Yemen produce solo 750 megawatt di elettricità, ma ha una capacità potenziale di circa 1.300 megawatt. Gli scarti del processo di fermentazione possono essere usati come fertilizzante liquido.
Nonostante la situazione del paese, Badokhon ha ottenuto risultati promettenti con i primi prototipi. “Questo ci dimostra che stiamo andando nella direzione giusta,” afferma soddisfatto. Le materie prime di cui ha bisogno per costruire i piccoli impianti – vetroresina o plastica – sono subito disponibili ed egli prevede di costruirli nel sudest dello Yemen, nel Governatorato di Hadramaut, una zona relativamente sicura. “La sfida principale è sempre il finanziamento – un impianto a biogas casalingo può costare fino a 300 dollari, e Badokhon vorrebbe darli alle famiglie gratuitamente – ma spero di farcela entro il prossimo anno,” dice con ottimismo.
La soluzione di Badokhon potrebbe contribuire a ridurre gli attuali problemi di rifiuti e salute in Yemen, e anche fornire alla gente energia pulita e sostenibile. Però Badokhon sottolinea l’importanza di un sistema adeguato nella gestione dei rifiuti per evitare che tutto questo si ripeta. “Per risolvere i problemi alla radice dobbiamo cominciare a pensare in maniera sostenibile”, conclude. Sfortunatamente, per ora, l’unico sistema circolare in Yemen è quello del terrore e della distruzione.
Young Champion of the Earth, web.unep.org/youngchampions
Foto: ©Peter Hessel