Circular Housing Project è un progetto sperimentale che prevede di dare una seconda vita agli elettrodomestici e ai componenti d’arredo sviluppando una filiera circolare e sostenibile nel settore immobiliare. Ma resta l'incognita fattibilità.
Dalla proprietà dell'elettrodomestico all'affitto di un servizio. Con l'obiettivo di allungarne la vita utile e puntando al ricondizionamento dello stesso, o comunque al recupero attraverso i canali specializzati per la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici. È questo il concetto che sta alla base Circular Housing Project, progetto pilota finanziato da Eit Climate Kic e coordinato da Redo Sgr e che vede tra i partner Ecodom (Consorzio italiano recupero e riciclaggio elettrodomestici), il Politecnico di Milano e Poliedra, oltre alla collaborazione di Bosch elettrodomestici. All'iniziativa parteciperà un gruppo pilota di inquilini dei nuovi quartieri di social housing in fase di realizzazione, sviluppati a Milano dalla società Redo Sgr, ad Affori e a Crescenzago.
Affittare anche i mobili e gli elettrodomestici
“L'obiettivo del progetto è di verificare entro fine anno se esiste un modello di business che possa proporre alle famiglie in affitto di pagare, nel canone mensile, il costo di utilizzo di tutti gli elettrodomestici e dei mobili, liberando l'inquilino dall'acquisto di un bene che potrebbe non servire più nel momento in cui debba lasciare l'appartamento”, spiega a Materia Rinnovabile Luca Campadello, projects and researches manager di Ecodom. Allo scadere del contratto, si potrà quindi optare per il recupero e il ricondizionamento, dando così la possibilità per un nuovo utilizzo agli inquilini successivi, risparmiando sui costi del trasloco ed evitando il riadattamento dei mobili. Il Politecnico di Milano sta lavorando per valutare tutti gli elementi in gioco, quali possano essere i pacchetti più appropriati, per arrivare a fine anno ad un modello di contratto da proporre ai futuri inquilini.
Ad inizio 2021 il servizio verrà offerto ad un gruppo iniziale di venti famiglie che potrà scegliere eventualmente questo tipo di formula. “In questo caso il gruppo Bosch sta valutando come fornire i propri elettrodomestici agli inquilini con un canone di affitto mensile”, spiega Campadello. “Così come stiamo portando al tavolo un soggetto che si occupa di preparazione al riutilizzo, in grado di gestire le apparecchiature dopo due cicli di affitto e ricondizionarli, dando dunque una seconda vita agli elettrodomestici”.
Secondo i dati forniti dal Politecnico, l'iniziativa permetterebbe di rimettere in circolo i potenziali rifiuti grazie al ricondizionamento, garantendo una riduzione dell’impatto ambientale per ogni cittadino di 300 kg CO2eq l'anno rispetto ai 600 kg CO2eq normalmente prodotti dall'acquisto e utilizzo di mobili ed elettrodomestici.
Il progetto di social housing di Redo Sgr
La cucina circolare e altri esperimenti
Se dovesse funzionare, il modello potrebbe essere replicato anche in altre iniziative di social housing, ed eventualmente anche ai normali canoni di locazione. Non solo, ma questo progetto potrebbe aiutare i produttori di elettrodomestici a rivedere il proprio modello di business, che dovrebbe prevede la riprogettazione dei prodotti in un'ottica di riparabilità: uno dei cardini dell'economia circolare.
Un po' come prevede un altro progetto pilota, sempre finanziato dal Climate Kic, e chiamato The Circular Kitchen, che si propone di realizzare una cucina modulare che potrà essere rinnovata o sostituita solo nelle componenti che effettivamente lo richiedono. Una volta sviluppato, diventerà un prototipo dimostrativo ed entrerà a far parte di progetti di deep retrofit nei Paesi Bassi e in Svezia.
Ma esistono anche altri progetti di “affitto” dei grandi bianchi (come lavatrici ed asciugatrici) operativi in Europa. Come l'olandese Bundle, che propone di acquistare in leasing l'elettrodomestico con un costo mensile con installazione, trasporto e manutenzione inclusi. Non solo, ma essendo la lavatrice o la lavastoviglie di nuova generazione, questa viene collegata al router di casa, monitorando di fatto i consumi e aiutando il consumatore a risparmiare energia. Come successo al settore dell'automotive, anche quello immobiliare potrebbe cambiare paradigma, passando dal possesso del bene, all'acquisto del servizio fornito dallo stesso bene. Riducendo costi e rifiuti e migliorando l'efficienza e la vita utile degli stessi.