Sostenibilità dei processi. Non è solo una questione di materia ed energia, ma spesso anche di metodi e processi. Si tratta di un approccio che sta facendo breccia anche nella gestione delle attività industriali e che quasi sempre si coniuga con la scelta di materie prime sostenibili e il riuso di scarti industriali. Tutti aspetti poco conosciuti al grande pubblico e, molte volte, anche a chi si occupa d’ecologia. 

E la via della sostenibilità dei processi è quella che ha deciso di scegliere Geca, industria grafica attiva dal 1979 nei pressi di Milano: 35 dipendenti e un fatturato 2014 di 5,5 milioni di euro, metà del quale (circa) realizzato nell’editoria. Un’azienda nata come generalista e che dal 2009 – anche per rispondere alla crisi – ha puntato sulla qualità, sia della produzione sia del processo. 

“Prima di tutto abbiamo analizzato a fondo il processo produttivo, specialmente alla luce delle nuove tecnologie. Da utilizzare non per ridurre il lavoro degli addetti, ma per utilizzarlo al meglio, senza cedere sulla qualità” ci dice Luigi Bechini, responsabile marketing di Geca. “Abbiamo creato un ciclo produttivo tarato su una durata massima di tre giorni, tutto incluso, ottimizzando in maniera completa la produzione.” La scommessa dell’azienda è stata quella di coniugare qualità, flessibilità di processo e sostenibilità, il tutto in un momento crisi. “Dopo aver abbandonato il mercato dei libri d’arte e fotografici che ormai si fanno per la maggior parte in Oriente, ci siamo orientati verso i cataloghi commerciali e l’editoria libraria” prosegue Bechini. “Ma per quest’ultima dovevamo offrire qualcosa in più rispetto a quanto offerto dalla concorrenza. Prima di tutto abbiamo completato il ciclo di produzione internalizzando la legatoria e finitura di copertina. Poi abbiamo investito parecchio specializzandoci in cataloghi e libri che – nonostante la crisi – sono un prodotto ancora in crescita.” 

 

Luigi Bechini

 

Problem solving

In questa maniera l’azienda si è differenziata rispetto a molti concorrenti, riducendo i tempi di produzione, cosa che ha consentito anche di aumentare la sostenibilità del processo. Infatti con questa riduzione dei tempi di lavorazione, Geca offre la possibilità di risolvere due dei problemi più grandi dell’editoria libraria. Quello delle rese e del magazzino. Le rese dell’invenduto, infatti, spesso sono destinate al macero e ridurre la quantità della prima tiratura consente agli editori d’abbassare il numero dei volumi destinati a questa fine ingloriosa, con tagli importanti delle spese e degli sprechi di materie prime. “La riduzione dei tempi di produzione ci ha permesso d’offrire soluzioni efficienti per dimensionare in maniera precisa la prima tiratura” ci dice Giancarlo Spada, responsabile vendite. “In questa maniera quando l’editore va a rottura di stock può far avere al distributore la ristampa in 48/72 ore, mentre se ciò non accade non si ritrova copie in eccesso e risparmia soldi, movimentazione e carta.” 

 

Giancarlo Spada

 

E l’azienda sta spingendo ancora di più su questa flessibilità grazie alla stampa digitale, ormai arrivata a un buon livello qualitativo rispetto alla stampa offset che fino al 2010 era l’unica offerta alla clientela. “Andare in ristampa con la stampa offset per poche copie è una follia a causa dei costi d’avviamento, mentre con il digitale è possibile stampare anche bassissime tirature” afferma Spada. “La logica è quella di andare verso il concetto di magazzino zero. In questo momento siamo posizionati su tirature minime di 150-200 copie. E si tratta di percorso che potrà essere portato verso tirature ancora inferiori.”

 

Fsc protagonista

Per quanto riguarda la sostenibilità più “classica”, quella legata alle materie prime, Geca è stata tra le prime tipografie a fare uso della carta Fsc. “All’inizio abbiamo dovuto fare un grande lavoro di comunicazione per fare accettare questa carta, come del resto la carta riciclata, perché era assimilata a carte di bassa qualità” continua Bechini. “E poi siamo stati tra i primi a denunciare l’abuso del marchio Fsc, anche da parte dei grandi editori. Un fatto che stava squalificando la sostenibilità nel settore della carta. Oggi il 30% dei nostri prodotti è marchiato Fsc, ma in realtà la percentuale è molto più alta.” Succede, infatti, che i volumi siano stampati su carta Fsc, ma che il committente non voglia metterci il marchio in questione. Non si tratta di una questione di costi – il marchio non ha costi – ma di resistenze di carattere culturale, tra cui la sottovalutazione del valore, anche commerciale, della certificazione. Oppure il ritenere che il logo Fsc sporchi la grafica del prodotto. “Ora va meglio, ma all’inizio è stato molto difficile far accettare il logo di Fsc. Oggi il 90% delle carte che acquistiamo sono Fsc, ma promuoviamo anche le riciclate tra cui si trovano carte che garantiscono un’ottima qualità di stampa” ci dice Bechini. Si tratta di un caso interessante che la dice lunga su quale sia, al di fuori del mondo ambientalista, la percezione del valore della sostenibilità.

 

 

Rifiuti zero, quasi

Sui rifiuti industriali di processo, in Geca hanno avuto la stessa attenzione che hanno messo sull’ottimizzazione della produzione. Gli unici rifiuti speciali prodotti sono quelli provenienti dalla pulitura delle macchine da stampa. Oltre ai solventi per la pulitura di cilindri e caucciù di stampa (il cui utilizzo è definito da protocolli standard stilati dal produttore delle macchine da stampa), ci sono i residui degli inchiostri, che corrispondono a mezzo fusto in due anni, corrispondente a 55 litri l’anno, ossia 150 millilitri al giorno. Se volessimo rapportarlo al fatturato dell’azienda, che è di 5,5 milioni l’anno, possiamo dire che Geca produce solo un litro di scarti di inchiostro ogni 100.000 euro di fatturato. Un indicatore di sostenibilità non indifferente.

Nel processo di stampa viene recuperata tutta l’acqua impiegata e si utilizzano quasi totalmente inchiostri a base vegetale. “Si tratta d’inchiostri con un’ottima resa, indistinguibile dagli altri, che non contengono oli minerali, hanno migliori tempi d’essicazione e una ottima resistenza allo sfregamento. Inoltre conservano queste qualità anche con carte più difficili”ci dice Bechini. “Hanno sostanzialmente lo stesso prezzo degli altri inchiostri e rendono più facile e sostenibile il riciclo della carta così stampata.” Per quanto riguarda le vernici, invece, vengono utilizzate solo quelle ad acqua i cui scarti non sono neanche considerati rifiuti speciali.

 

 

E l’attenzione dell’azienda all’intera filiera l’ha portata a occuparsi anche di ciò che sta a monte della stessa ed è la “porta d’ingresso” della produzione: il preventivo. Da un paio d’anni, infatti, editori e aziende che vogliono servirsi di Geca possono fare preventivi online grazie a un sistema in grado di soddisfare, attraverso un sofisticato algoritmo dedicato, le esigenze più specifiche e complesse, relative alla stampa dei volumi. “È stato uno degli elementi chiave del nostro successo: è uno strumento dedicato all’utenza professionale che abbiamo creato nella fase in cui abbiamo iniziato a rivolgerci agli editori. Il sistema è molto specializzato nella preventivazione di libri e cataloghi ed elabora un preventivo ottimizzato sul fronte dei costi, cosa che consente d’ottenere prezzi che sono tra i migliori del mercato” aggiunge Spada. “Xquote.it, così si chiama il sistema, è in grado, per esempio, di dire al cliente quale formato scegliere per non sprecare carta, o quale grammatura preferire. È un mezzo che ci ha consentito di aumentare la clientela, visto che ha incrementato la nostra capacità di preventivazione.” Xquote.it è anche in grado di consigliare il cliente sul fronte del risparmio e dell’efficienza, e di ottimizzare il processo di produzione a valle. Geca ha investito sul programma di preventivazione con l’obiettivo di raggiungere tutta la platea italiana degli editori (che sono circa 1.500): Xquote.it ha permesso all’azienda di decuplicare il numero di clienti editori, con migliaia di preventivi realizzati che sarebbe stato impossibile gestire con le risorse umane. 

 

A prova d’errore

E non basta. Il programma di preventivazione, infatti, riduce al minimo le possibilità d’errore durante la gestione produttiva, visto che le informazioni contenute nel preventivo sono trasmesse al settore della filiera interna all’azienda in maniera inequivocabile. In pratica va in lavorazione solo ed esclusivamente ciò che è stato richiesto dal cliente nella commessa, con una drastica riduzione delle perdite di tempo, di materia e risorse. Ancora una volta la corretta e precisa gestione dei processi, aumenta la sostenibilità complessiva. 

 

 

Per quanto riguarda il risparmio energetico, l’azienda ha fatto una cosa molto semplice: ha cambiato lo stabilimento, scegliendolo bene. “Il fatto di lavorare su commesse più piccole ha diminuito l’esigenza di spazio: per questo abbiamo potuto scegliere uno stabilimento di superficie inferiore, quindi con ridotti consumi energetici.” Relativamente all’illuminazione, aver scelto un capannone dotato di ottima illuminazione naturale ha poi consentito – già dal primo anno – un risparmio del 26% di elettricità a parità di fatturato e parco macchine. “E il prossimo passo sarà sul fronte dell’illuminazione a led” aggiunge Bechini. “Ma c’è un altro dettaglio che ci preme sottolineare. Il disincentivo nell’utilizzo della cianografica cartacea che abbiamo sostituito con quelle digitali trasmesse online. Stampa, ma soprattutto ‘logistica’ delle cianografiche sono così state eliminate con un ulteriore abbattimento di costi e risparmio di risorse.” 

Ma c’è una cosa che sarà difficile da sostituire in GECA: l’attenzione e la professionalità di tutti gli addetti. Durante la nostra visita, infatti, abbiamo visto che tutte le maestranze hanno sguardi solo per il prodotto, libro o rivista che sia, e il controllo si fa ovunque. Fino a quando il libro finisce in magazzino, pronto per la spedizione.

 

Info

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