Cresce la raccolta differenziata delle capsule del caffè e Torino è fra le città più attive. Lo annunciano Nespresso e Amiat Gruppo Iren, che nel solo capoluogo piemontese, nel 2019, ne hanno raccolte 100 tonnellate: quasi il 40% in più rispetto all’anno precedente.
Il programma di raccolta e riciclo è frutto di un accordo siglato nel 2011 fra Nespresso, leader mondiale nella produzione di cialde e capsule del caffè, e CiAl, il Consorzio nazionale imballaggi alluminio, con la collaborazione del Consorzio CIC e di Utilitalia.
Come riciclare le capsule del caffè
Riciclare le capsule per il caffè espresso delle macchinette non è un’impresa facile: gli involucri in alluminio devono essere separati dal residuo organico e non sono molti gli impianti dotati della tecnologia per farlo in modo efficiente. Per questo il progetto avviato da Nespresso e CiAl è stato fondamentale per mettere in rete le competenze e gli operatori dei vari settori coinvolti.
Il modello messo a punto consiste in tre fasi: la raccolta presso i punti vendita Nespresso, dove i clienti riportano le capsule usate; il conferimento ad un impianto di lavorazione dotato delle tecnologie necessarie: l’avvio al riciclo separato di alluminio (fonderia) e residuo di caffè (impianto di compostaggio).
Un sistema di raccolta capillare
In quasi dieci anni di attività, il progetto Positive Cup (poi ribattezzato “Da Chicco a Chicco”) ha consentito di raccogliere 4.500 tonnellate di capsule del caffè usate. In tutta Italia, nel 2019, la raccolta è cresciuta del 31%, con 1.335 tonnellate di capsule conferite dai cittadini presso i punti di raccolta.
Attualmente, l’iniziativa è attiva attraverso un sistema capillare di 116 punti di raccolta distribuiti su tutto il territorio nazionale e presenti in 69 città italiane. Tra le più attive, oltre a Torino, ci sono Milano, Bologna, Firenze, Venezia e Roma.