Greenbiz Group – Circularity 19 |
Questo articolo è tratto dalla newsletter Circular Weekly, www.greenbiz.com/article/conversation-googles-circularity-maven-cso-kate-brandt
Ogni settore emergente ha bisogno di campioni. Nei mesi passati ho intervistato alcuni leader dell’economia circolare che hanno partecipato a Circularity 19 e stanno guidando la transizione dal lineare al circolare. Di recente ho incontrato Kate Brandt, responsabile per il settore sostenibilità di Google. Con un curriculum impressionante, che include ruoli di grande responsabilità nel Dipartimento per l’energia, nell’Ufficio del personale del Presidente alla Casa Bianca e nella Marina, oltre a essere stata nominata prima responsabile per la sostenibilità degli Stati Uniti dal Presidente Obama, Brandt è responsabile del controllo dell’aspetto sostenibilità in tutte le operazioni, i prodotti e le filiere di Google in tutto il mondo.
Che cosa trova stimolante in questo momento?
“Mentre stiamo ragionando sul passaggio dal concetto di economia circolare alla sua realizzazione, sto seriamente approfondendo l’idea di come la tecnologia, in particolare l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, renda possibili alcuni di questi modelli di business. Che si tratti di aiutare a stabilizzare i prezzi nel mercato online come ha iniziato a fare Stuffstr utilizzando l’apprendimento automatico, oppure capire come sviluppare materiali migliori, più duraturi e sani, come abbiamo visto fare alla European Space Agency attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Al momento trovo questi argomenti particolarmente stimolanti.”
Come Google, in che modo state applicando queste tecnologie?
“Abbiamo applicato l’apprendimento automatico in molti modi. Abbiamo ridotto gli sprechi energetici nei nostri centri dati applicando un algoritmo al nostro sistema di raffreddamento, aumentando così del 30% la nostra efficienza energetica. Naturalmente ciò si traduce anche in un risparmio economico visto che l’energia è un’enorme voce di spesa nelle nostre operazioni.
Allo stesso modo abbiamo studiato come portare la tecnologia nelle nostre cucine, riducendo i rifiuti alimentari che produciamo. Questo lavoro è iniziato con l’aiuto di Leanpath, una grande azienda dell’Oregon. Il suo sistema comprende una videocamera e una bilancia, che negli anni hanno fornito una serie di dati la cui elaborazione ci ha permesso di ridurre di più di 4 milioni di libbre di sprechi alimentari. In pratica, Leanpath misura automaticamente e traccia lo spreco alimentare pre-consumo nelle cucine commerciali. La piattaforma analizza la fonte e la quantità di cibo sprecato e offre feedback su come aumentare l’efficienza, tagliare i costi e formare gli operatori alimentari insegnando loro a evitare che il cibo vada sprecato.”
Quali sono i principali ostacoli che avete riscontrato nella transizione a sistemi più circolari?
“Al momento ci troviamo nel punto di passaggio dal considerare l’economia circolare un approccio sistemico molto sensato concettualmente al metterla realmente in pratica. Sento che abbiamo iniziato a compiere questa transizione da un periodo di tempo abbastanza breve.
Una volta iniziato il processo di applicazione, ci troveremo di fronte a sfide divertenti e meravigliose. Comprendiamo sempre meglio come applicare questi strumenti, e in questo processo abbiamo imparato che l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico sono strumenti incredibili, ma devono essere utilizzati nel modo giusto. Non risolveranno tutti i problemi. Si mostrano particolarmente adatti a risolvere i problemi quando si ha a disposizione una serie di dati molto sicuri. Ci piace dire che si tratta fondamentalmente di immondizia che entra e immondizia che esce. Se non si hanno buoni dati a disposizione, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico non ci possono aiutare a prendere decisioni migliori.”
E che cosa non la fa dormire la notte?
“Una cosa che mi tiene sveglia di notte è la plastica ‘usa e getta’. Di recente abbiamo sostenuto un ottimo studio della Closed Loop Partners su come mantenere in uso la plastica, studiando la questione del riciclaggio chimico e di quali diverse strade tecnologiche sono disponibili per gestire l’enorme quantità di plastica usa-e-getta disponibile al momento.
Uno studio fondamentale della Ellen MacArthur Foundation stima che entro il 2050 avremo più plastica che pesci nei mari, ma il recente lavoro della Closed Loop Partners mi ha incredibilmente rincuorata. Iniziamo a vedere che in questo campo ci sono un gran numero di opportunità e potenziale di innovazione.”
Closed Loop Partner, Accelerating Circular Supply Chains For Plastics, www.closedlooppartners.com/wp-content/uploads/2019/04/CLP_Circular_Supply_Chains_for_Plastics.pdf
Esa, Artificial Intelligence, www.esa.int/gsp/ACT/research/ai_main.html