L’invasione russa dell’Ucraina ha inasprito i problemi, ma anche prima della guerra la nostra non era un’economia sana e, in ogni caso, non un’economia in grado di dare un futuro alle nuove generazioni. Dipendiamo pesantemente dall’estero per l’energia e le materie prime, siamo la maglia nera dei paesi industrializzati per indice di produttività e investimenti in ricerca e sviluppo, il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30% mentre quello femminile è di 20 punti inferiore a quello degli uomini. Nel 2020, il tasso degli inattivi (NEET) ha sfiorato il 16%, peggio di Bulgaria e Romania. Senza contare che gestiamo malissimo i nostri beni comuni. La rete di distribuzione idrica è un colabrodo, investiamo briciole per contrastare il dissesto idrogeologico e ogni due secondi consumiamo un metro quadrato di suolo prezioso.
Come possiamo cambiare strutturalmente questa situazione? La risposta ce l’abbiamo sotto gli occhi: fare bene la transizione ecologica, investendo in innovazione verde, diventando leader nelle tecnologie per la decarbonizzazione e per la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili, primeggiando nei mercati internazionali con prodotti eccellenti sotto il profilo della qualità e della sostenibilità e introducendo vere misure strutturali a sostegno dell’economia verde.
La dimensione sociale della transizione ecologica
La transizione ecologica ha però un’importante dimensione sociale. La società italiana è attraversata da forti contraddizioni, con quasi 6 milioni di persone che si trovano in condizioni di povertà, ed è giunto il momento per la politica economica di riconnettersi agli obiettivi fondamentali per cui è stata creata: assicurare dignità e opportunità per tutti i cittadini e favorire uno sviluppo di qualità entro i limiti della natura. Se, da un lato, la transizione ecologica avrà certamente qualche conseguenza negativa in termini di perdita di posti di lavoro nei settori tradizionali, dall’altro, come dimostrano molti studi recenti, i nuovi posti generati dalla green economy saranno nettamente superiori rispetto a quelli persi. Si tratterà dunque di preparare bene il cambiamento con la formazione, l’aggiornamento professionale e, ove necessario, con la riconversione delle competenze.
Non facciamoci ingannare da chi dice che la transizione ecologica danneggia i più deboli. È esattamente il contrario. Senza transizione ecologica, la crisi climatica ed energetica, così come la crisi sanitaria causata dalla pandemia, rende i pochi ricchi sempre più ricchi e getta nella povertà milioni di persone. La transizione ecologica ci consentirà di sviluppare nuovi modelli di società. Società aperte, civili ed inclusive, in grado di offrire opportunità concrete e stimolanti a tante persone, soprattutto ai più giovani. Grazie alla transizione ecologica avremo un nuovo modello di sviluppo, per vivere una vita in armonia con la natura, in luoghi sani, desiderabili e attraenti, adottando stili di vita più sobri e fondati sulla qualità delle relazioni tra le persone.
Clima, guerra e pandemia
Crisi pandemica e crisi bellica si intrecciano, in una inquietante minaccia di distruzione, con la grande crisi climatica e non possiamo più stare a guardare. Ed è proprio la sfida del clima il punto da cui partire per domare tutte le altre crisi, ricercare la pace e sconfiggere le malattie. Serve l’impegno di tutti per affrontare con determinazione la grande crisi climatica, fonte di devastazione e di costi sociali senza precedenti. L’Europa si è data l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% rispetto al 1990 entro il 2030 e di azzerarle entro il 2050. Per comprendere la portata della sfida, basti pensare che nei 30 anni passati in Italia abbiamo ridotto le emissioni di 100 Mton di CO2 equivalenti e nei prossimi 10, per essere in linea con il nuovo target europeo, dovremmo ridurle di circa 200 Mton.
Oggi però siamo molto distanti dall’obiettivo “zero emissioni” al 2050. Ecco perché occorre agire ora e farlo con determinazione.
L’Alleanza per la Transizione Ecologica
L’Alleanza per la Transizione Ecologica è un’associazione senza fini di lucro nata nell’ottobre 2021 costituita per contribuire concretamente a dare una risposta a queste sfide. Collaborano con l’associazione persone provenienti da diverse esperienze professionali e politiche, unite da un rinnovato impegno comune, indispensabile per ampliare e rendere più incisiva l’azione politica verde che richiede un rilancio per non restare rinchiusa in circoli ristretti. All’Italia serve una nuova iniziativa che sia percepita come novità dagli elettori, in grado di aggregare maggiori forze e di raccogliere ampi consensi.
Il programma dell’associazione è stato realizzato da un nutrito gruppo di esperti del mondo dell’università, della ricerca e delle imprese, dotato di solide competenze scientifiche e di approfondite conoscenze su temi ecologici, sociali ed economici. Esso pone al centro la transizione ecologica quale strumento ideale non solo per dare una risposta alla grave crisi climatica e al consumo insostenibile delle risorse ma anche per costruire una società migliore e per dare all’Italia un’economia moderna e competitiva.
Per fare con successo la transizione ecologica, è necessario e urgente dare uno sbocco politico adeguato alla cresciuta consapevolezza ecologica dei cittadini, ai cambiamenti in atto nell’economia e nella società verso la sostenibilità e, più in generale, a una robusta visione per affrontare le sfide inedite di questa nuova epoca, ecologica economica e sociale, rispetto alle quali le tradizionali culture politiche risultano inadeguate. Serve quindi un contributo di idee, di proposte politiche e programmatiche per promuovere, rafforzare, affermare un progetto politico verde, credibile, autorevole, riformatore, di governo, raccogliere un ampio consenso elettorale e avere un ruolo consistente e rilevante nel Parlamento e al Governo.
Serve una visione alta, moderna e riformatrice, forte della lungimiranza delle idee e attenta alla concretezza del fare. Serve un’iniziativa unitaria, ampia e partecipata, un’alleanza verde civica per realizzare le trasformazioni non più rinviabili in campo ecologico, sociale ed economico.
Immagine: Shane Rounce (Unsplash)