Ci sarebbero molte storie interessanti da raccontare su queste Olimpiadi, tra pandemia, temperature record così alte da rendere impraticabili i campi da beach volley e, pare, ostriche “canaglia”. Tra quelle più leggere, il titolo che ha attirato la mia attenzione questa settimana riguardava i "letti anti-sesso" di cartone nel Villaggio Olimpico di Tokyo. Mentre la solita ondata di indignazione sui social media si aggrappava allo scandalo (ora sgonfiatosi) del design che incoraggia il distanziamento sociale, io sono rimasta colpita dal fatto che Simone Biles, Naomi Osaka e il resto delle speranze olimpiche avrebbero riposato le loro ossa su letti di cartone.
È venuto fuori che le 18mila strutture per letti modulari nel Villaggio Olimpico sono state prodotte dalla società giapponese di biancheria da letto Airweave e progettate per essere riciclate alla fine dei giochi. E i letti di cartone sono solo la punta dell'iceberg di quella che è la strategia per la gestione dei materiali messa a punto dal Comitato Olimpico di Tokyo.
Il comitato organizzatore ha infatti stabilito degli obiettivi di riuso o riciclo per il 99% dei beni acquistati per i giochi e per il 65% dei rifiuti generati dalle varie attività e operazioni legate all’evento. Se il compito di gestire questi materiali è relativamente più semplice senza la presenza di centinaia di spettatori, rimane comunque un’impresa non da poco. Bisogna considerare poi che i giochi olimpici hanno la cattiva reputazione di provocare gravi danni alle location scelte, basti pensare alla crisi nella gestione dei rifiuti per i giochi di Rio 2016. Perciò gli organizzatori, proprio come gli atleti, hanno trascorso anni a elaborare strategie, allenarsi e prepararsi per questo momento.
Medaglie di metallo riciclato dai rifiuti elettronici
Il 100% delle circa 5000 medaglie assegnate ai Giochi di Tokyo quest'anno sarà realizzato con oro, argento e bronzo estratti da dispositivi elettrici ed elettronici usati usata proveniente da persone in tutto il Giappone. Nel tentativo di aumentare la consapevolezza sul riciclo dei rifiuti elettronici, il comitato organizzatore ha raccolto donazioni di dispositivi usati da 1.300 istituzioni educative e 2.100 negozi di elettronica - per un totale di 78985 tonnellate, ovvero circa 6,2 milioni di telefoni cellulari usati, fotocamere, giochi portatili e laptop. I dispositivi sono stati selezionati, smontati e fusi da appaltatori accreditati, prima di essere rifabbricati in medaglie che presto decoreranno gli atleti vincitori.
Su un podio di plastica riciclata
Anche i 100 podi sui quali verranno conferiti agli atleti oro, argento e bronzo riciclati saranno realizzati con materie prime seconde, in questo caso plastica post-consumo. Il comitato organizzatore ha collaborato con 113 scuole, 2.000 punti vendita e altre aziende e organizzazioni per raccogliere 24,5 tonnellate di plastica o 1,5 milioni di bottiglie e contenitori di plastica (il PET non era incluso nell'iniziativa) tra giugno 2019 e marzo 2020. I podi - secondo il Sustainability Pre-Games Report del comitato - verranno poi ulteriormente riciclati dopo le Olimpiadi per la produzione di packaging.
Mottainai: una corsa verso il riuso
La strategia di gestione dei materiali degli organizzatori va tuttavia oltre le iniziative promozionali rivolte al pubblico come i progetti per le medaglie e il podio. Dietro le quinte, il riutilizzo è al centro della strategia di procurement dei giochi. Come si legge nella Sustainable Sourcing Guide del comitato, gli organizzatori hanno dato priorità al noleggio e al leasing dei beni e, ove possibile, hanno firmato accordi di riacquisto con i fornitori. Per le merci che dovevano essere acquistate a titolo definitivo, stanno collaborando con l’amministrazione metropolitana di Tokyo per costruire sistemi di rivendita e identificare potenziali acquirenti per gli oggetti usati dopo i giochi.
Le linee guida includono anche un'enfasi inaspettata sulla semplificazione. Ciò ha significato ridurre le decorazioni e ridurre i requisiti di illuminazione per l'Olympic Broadcasting Service, così da limitare l'uso delle risorse. Come si legge nel rapporto, gli organizzatori "richiedono ai propri fornitori e licenziatari di fornire materiali e prodotti ... in conformità con il concetto giapponese di mottainai (attenzione nell'evitare sprechi)".
Proprio come per le iniziative di pulizia delle spiagge, raccolta dei rifiuti elettronici e il plastic-free July, il processo di coinvolgimento del pubblico è ciò che spicca di più nella strategia di gestione dei materiali del Comitato Olimpico di Tokyo. Di sicuro l'impatto di queste iniziative di economia circolare, insieme a dozzine di altre, contribuirà a raggiungere alcuni benefici ambientali.
Ma con le Olimpiadi, il processo di coinvolgimento del pubblico giapponese e il vantaggio dato da un palcoscenico globale avranno un impatto ancora maggiore. Al di là degli slogan sulla sostenibilità o dei simpatici progetti su piccola scala, gli organizzatori riconoscono il potere della piattaforma e sembrano utilizzarlo al meglio delle loro capacità. Questo è certamente qualcosa per cui tifare.