Il 15 settembre il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato uno schema di decreto ministeriale (dm) con la finalità di sostenere la produzione di biometano immesso nella rete del gas naturale. Il provvedimento, che sostituisce il precedente del 2018, entrerà in vigore il giorno successivo alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana.
È coerente con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, per lo sviluppo del biometano, ha stanziato 1,7 miliardi. Ed è anche in linea con la direttiva europea sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 199 del 2021.
Una spinta alla produzione di biometano in Italia
Il biometano, grazie agli opportuni trattamenti e al rispetto di elevati standard di qualità e sostenibilità, può essere immesso nella rete del gas naturale e impiegato per la generazione di energia elettrica, per il riscaldamento, oppure nel settore dei trasporti. È una fonte rinnovabile, flessibile e versatile, e il suo utilizzo nelle reti di distribuzione del gas naturale rappresenta uno strumento fondamentale per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione sottoscritti dall’Italia. Senza contare che, con l’attuale situazione geopolitica, è diventato anche un fattore chiave per garantire la sicurezza energetica.
Il nuovo decreto ministeriale stabilisce le modalità di accesso agli incentivi per i gestori degli impianti di produzione di biometano, esistenti o di nuova costruzione. L’incentivo è assegnato dal Gestore dei servizi energetici (Gse) tramite asta competitiva. Fra gli impianti riconvertiti, sono ammessi soltanto quelli che impiegano scarti agricoli ed entrano in esercizio al più tardi entro 18 mesi dalla data di pubblicazione della graduatoria. Fra gli impianti nuovi, sono ammessi anche quelli che producono il biometano a partire dai rifiuti organici: questi ultimi devono entrare in esercizio entro 24 mesi.
Se il biometano prodotto è destinato al settore dei trasporti, è richiesta una riduzione di almeno il 65% delle emissioni di gas serra; percentuale che sale all’80% se il biometano è destinato ad altri utilizzi.
Cosa è coperto dall’incentivo
L’incentivo è composto da un contributo in conto capitale sulle spese ammissibili dell’investimento sostenuto e da una tariffa incentivante, applicata alla produzione netta di biometano per una durata di 15 anni ed erogata dalla data di entrata in esercizio dell’impianto.
Fra le spese ammissibili, che devono essere comprovate con pagamenti effettuati tramite strumenti tracciabili, rientrano: i costi di realizzazione ed efficientamento dell’impianto; le attrezzature di monitoraggio del biometano, dei gas di scarico e delle emissioni fuggitive; gli esborsi per la connessione alla rete del gas naturale; l’acquisto di programmi informatici; le spese di progettazione e di collaudo, gli studi di fattibilità, l’acquisto di brevetti e licenze; i costi per la fase di compostaggio del digestato.
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