L’industria dell’idrogeno pulito può evitare l’emissione di 82 milioni di tonnellate di CO2 l’anno nell’Ue e creare tra 140.000 e 170.000 posti di lavoro: un contributo essenziale al Green Deal europeo.

Non è possibile azzerare le emissioni di carbonio senza l’idrogeno pulito, un tassello essenziale del puzzle energetico il cui impiego deve essere ampliato nel prossimo decennio se vogliamo arrivare a un sistema energetico sostenibile. I decisori politici e i leader dell’industria si sono finalmente resi conto della necessità di trasformare questa “promettente tecnologia del futuro” in una realtà quotidiana.
Hydrogen Europe è un esempio concreto di quel terremoto che ha cambiato la percezione e la comprensione dell’idrogeno pulito. Partita in sordina nel 2016, l’associazione rappresenta ora oltre 200 organizzazioni distribuite lungo l’intera catena di fornitura – energia primaria, produttori di tecnologie per l’idrogeno (per esempio celle elettrolitiche e a combustibile), soggetti coinvolti nella distribuzione e nella logistica dell’idrogeno, produttori di apparecchiature originali (Oem) e, cosa più importante, utenti finali appartenenti a tutti i settori industriali.

Decarbonizzare l’economia europea con l’idrogeno pulito

Hydrogen Europe punta a decarbonizzare l’economia europea rafforzando la transizione verso le tecnologie a idrogeno pulito. L’impegno di una gamma di organizzazioni così ampia è una prova tangibile del fatto che non si tratta più di “se” ma di “quando” il nostro settore energetico (a base rinnovabile) avrà i servizi di cui ha bisogno, di quando l’energivoro settore dei trasporti avrà i combustibili che gli servono, e di quando riscalderà le nostre case e le nostre industrie saranno alimentate dall’idrogeno pulito. È il partner perfetto del Green Deal dell’Ue, e per diversi motivi: prima di tutto, l’azzeramento delle emissioni di carbonio non è possibile senza l’idrogeno, che rappresenta la soluzione più efficace per i settori in cui l’abbattimento è più problematico. In termini di sostenibilità dei trasporti è l’opzione più promettente per i veicoli pesanti, gli autobus, per la navigazione e l’aviazione. Nel settore ferroviario è una soluzione efficace per le linee non elettrificate. Avrà anche un ruolo cruciale nel settore del trasporto privato, per le flotte commerciali e per quegli utenti che hanno bisogno di veicoli con grande autonomia e veloci da rifornire.
In più, l’idrogeno contribuisce ad assicurare che gli europei possano accedere a una fonte di energia affidabile e a prezzi equi che, oltre a consentire una migliore
integrazione delle fonti di energie rinnovabili variabili, concorre a stabilizzare la variabilità, migliorando l’efficienza del sistema generale ed evitando le perdite (riduzioni o perdite nelle fasi di trasporto e stoccaggio).
La rete elettrica non dovrebbe essere d’intralcio per la velocità alla quale decarbonizziamo le nostre economie: ecco perché ci servono sia le “hydrogenewables” (idrogeno prodotto con un collegamento diretto all’energia rinnovabile) sia l’idrogeno prodotto con basse emissioni di carbonio.
Infine, va tenuta in considerazione la dimensione della transizione legata al “non lasciare nessuno indietro”: l’idrogeno ci permette di continuare a volare e a guidare, il che significa disaccoppiare le emissioni di CO2 dalla crescita economica. Ancora di più, è una “soluzione all’emergenza climatica” che crea posti di lavoro e opportunità in Europa.

È arrivata l’ora dell’idrogeno

L’industria dell’idrogeno pulito è pronta a svolgere il suo ruolo nel Green Deal europeo. Nei prossimi dieci anni il settore può fornire 2x40 GW di capacità, con enormi impatti positivi sul clima e l’occupazione: evita l’emissione di 82 milioni di tonnellate di CO2 all’anno in Europa (che equivale a togliere dalle strade dell’Ue 60 milioni di auto tradizionali) e crea tra 140.000 e 170.000 posti di lavoro in termini di impiego diretto. Però per andare avanti servono norme legislative e azioni: occorrono investimenti nelle infrastrutture per la produzione, il trasporto e la distribuzione, in porti e hub internazionali di trasporti e nelle stazioni di rifornimento di idrogeno; bisogna stimolare la domanda e l’offerta in tutti i settori in cui l’idrogeno può fare la differenza.
Siamo fermamente convinti che gli stanziamenti dell’Economic Recovery Plan dovrebbero essere impiegati per spingere la transizione verso il green e il digitale e non per alimentare modelli di business insostenibili.
L’idrogeno ha mosso i primi passi e può finalmente esprimere il suo potenziale come
fattore abilitante nella decarbonizzazione delle nostre economie. È tempo che tutti gli attori, dall’industria alle istituzioni finanziarie, alle amministrazioni nazionali e locali e ai decisori politici presentino progetti concreti per la produzione, la distribuzione e l’utilizzo finale dell’idrogeno pulito.
L’ora dell’idrogeno è adesso!

Per approfondire, scarica e leggi il numero 34 di Materia Rinnovabile dedicato ai carburanti alternativi.