La gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso è da oggi, ufficialmente, un “materiale”. L’atteso riconoscimento è arrivato il 22 luglio con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n.182 del Decreto End of Waste, che inquadra dettagliatamente le corrette procedure di riciclo dei PFU e le applicazioni della gomma riciclata come materia prima seconda.
“Siamo molto soddisfatti della pubblicazione di questo Decreto che attendevamo da tempo e dell’impegno del Ministero, al quale abbiamo dato sempre il nostro pieno supporto e con il quale abbiamo stabilito un dialogo e un confronto costante”, commenta Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus, la società consortile senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia. Delle circa 400mila tonnellate di PFU generate ogni anno in Italia dal ricambio e dalla demolizione dei veicoli, Ecopneus ne recupera oltre 200mila. “Oggi abbiamo tutti gli strumenti anche normativi per incrementare quantità e qualità dei materiali riciclati dai PFU e guardare ai prossimi anni con rinnovato slancio. È la dimostrazione che il Green Deal italiano passa anche dal riciclo dei pneumatici”.
La filiera dei Pneumatici Fuori Uso
Quella del recupero e riciclo dei Pneumatici Fuori Uso è oggi in Italia una filiera solida che genera ricchezza, occupazione e benefici ambientali. L’ultimo rapporto sostenibilità di Ecopneus parla di più di 370mila tonnellate di emissioni climalteranti evitate, quasi 1,5 milioni di metri cubi d’acqua risparmiati e 337mila tonnellate di materie prime non consumate grazie all’attività del consorzio.
La filiera trova i suoi sbocchi applicativi essenzialmente in tre macro-settori: superfici sportive, a cui la gomma riciclata conferisce caratteristiche di elasticità, resistenza e assorbimento degli urti utili alla pratica de diversi sport; asfalti “modificati” con polverino di gomma, che consentono di ottenere pavimentazioni stradali che durano fino a tre volte di più di un asfalto tradizionale e che riducono il rumore del passaggio dei veicoli; edilizia, in particolare come materiali per l’isolamento acustico e lo smorzamento delle vibrazioni, e arredo urbano. Oggi l’entrata in vigore del nuovo decreto potrà dare slancio a questo articolato tessuto industriale verso una sempre maggiore espansione delle applicazioni della gomma riciclata.
“Il Decreto End of Waste – dichiara Ecopneus – conferma la consapevolezza anche da parte delle istituzioni dell’importanza della gomma riciclata per il sistema produttivo ed economico italiano. Una commodity strategica che consente di evitare importazione di materie prime vergini per oltre 140 milioni di euro ogni anno”.
Le novità del Decreto End of Waste per i PFU
Il Decreto End of Waste appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale contiene una serie di novità operative che contribuiranno a stabilizzare la filiera dei PFU, favoriranno un maggiore utilizzo della gomma vulcanizzata granulare ottenuta dal loro riciclo e consentiranno un più efficace contrasto di situazioni di illegalità o illeciti ambientali.
Tra le principali novità introdotte c’è l’obbligo per gli impianti di trattamento di dotarsi di un sistema per il lavaggio dei Pneumatici Fuori Uso in ingresso, l’istituzione di campionamenti e analisi sul materiale riciclato in uscita, la certificazione del produttore su ogni lotto di produzione del materiale riciclato. Inoltre, un sistema di test e di tracciamento garantirà uniformemente su tutto il territorio nazionale qualità e sicurezza della gomma riciclata da PFU prodotta in Italia e delle applicazioni realizzate con granulo e polverino da parte di un numero sempre crescente di aziende specializzate.
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, concludono da Ecopneus, “corona un ampio e articolato percorso di confronto, verifiche ed analisi condotto dal Ministero dell’Ambiente con il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, ISPRA e l’Unione Europea; un lavoro impegnativo, che ha portato alla definizione di una normativa nazionale chiara, completa e dettagliata, a tutela dell’ambiente e della salute delle persone, che costituirà anche un modello di riferimento per prossimi provvedimenti in adozione presso altri Paesi Europei, confermando l’Italia come eccellenza internazionale nella gestione e riciclo dei PFU e nell’economia circolare”.