Si parla molto, negli ultimi tempi, di fanghi di depurazione come risorsa circolare. Trasformare quello che, fino ad oggi, è stato soprattutto un grosso problema con onerosi costi di smaltimento in una opportunità di sviluppo sostenibile è una delle sfide della transizione circolare. E se le istituzioni – visto anche il capitolo e i fondi dedicati nel PNRR – sembrano essersene rese conto, le imprese dal canto loro già si stanno dando da fare.
Ne è un esempio la nuova linea di business sviluppata da LB Technology, storica azienda modenese che dai primi anni ‘70 fornisce macchinari e impianti per la frantumazione e macinazione alle industrie del distretto ceramico. Ora LB ha cominciato a vendere anche impianti di essiccazione, per estrarre dai fanghi di depurazione derivanti dalla lavorazione delle piastrelle la preziosa polvere di gres porcellanato da reimmettere nel ciclo produttivo. Un perfetto esempio di economia circolare che chiude il cerchio all’interno di una stessa filiera, evitando la discarica, risparmiando risorse e riducendo i costi di produzione.

Essiccare i fanghi per recuperare la polvere di gres porcellanato

Il primo impianto di questo tipo è stato installato dall’azienda sassolese Riola, leader nel riciclo e riutilizzo di materiali di scarto industriali. La ditta ha richiesto alla Sermat, società del gruppo LB, lo sviluppo di un impianto specifico per l'essiccazione dei fanghi da riutilizzare nel processo di produzione ceramica.
I fanghi derivano dal deposito delle acque reflue prodotte durante i processi di taglio, rettifica e levigatura di piastrelle in gres porcellanato e normalmente vengono conferiti in discarica. In ottica circolare, uno spreco: di spazio, in quanto si toglie posto ad altri rifiuti non riciclabili, e di risorse, visto che la polvere di gres porcellanato che rimane in sospensione nelle acque reflue è in realtà un materiale “nobile” che può diventare una validissima materia prima “seconda”.
L’impianto messo a punto dalla società, dunque, non fa che togliere l’acqua dai fanghi di depurazione per estrarne le polveri, ricavandole dai pannelli filtro-pressati.
Riola recupera, preparando la polvere in modo che possa essere acquistata dalle ceramiche come materia prima a basso costo e la tecnologia introdotta permette un riutilizzo effettivo degli scarti impattando positivamente a livello ecomico ed ambientale.

Sostenibilità multisettoriale

Se l’industria ceramica è stata per anni il core business di LB Technology, negli ultimi tempi la società ha ampliato il suo ventaglio di attività a molteplici settori, portando il suo know-how in vari ambiti che richiedono processi e soluzioni per la macinazione e la granulazione dei materiali. Dall’edilizia all’agrochimica, dal settore minerario al pet food, fino ad arrivare al comparto del trattamento rifiuti e del riciclo.
“Il progetto di Riola - spiega lingegner Corrado Fanti, AD del Gruppo LB Technology - rappresenta per il Gruppo LB un importante esempio di economia circolare all’interno della filiera ceramica che si coniuga con un percorso aziendale più ampio orientato alla sostenibilità economica, sociale ed ambientale. L’impianto realizzato, consente infatti di ottenere soluzioni di tipo win-win in cui tutti gli stakeholder coinvolti possono trarre vantaggio dalle reciproche interazioni che sono alla base del nostro percorso di sostenibilità”.
“Come tutte le aziende del Gruppo anche Sermat - dichiara il Direttore Generale Marcello Fontanini - ha appena approvato nuovo piano industriale triennale orientato alla sostenibilità e all’economia circolare, con tecnologie applicative in grado di incidere ed impattare positivamente nella filiera e orientate in particolare al recupero dei fanghi, al recupero della chamotte e alle tecnologie per la bagnatura delle polveri”.
“Intendiamo esplorare sempre maggiormente progetti che possano rappresentare un esempio di simbiosi industriale - concludono Fanti e Fontanini - e approfondire scelte, investimenti e modalità applicative nell’attuazione di questo modello potenzialmente innovativo che grazie alle nostre tecnologie prevedano il recupero, la valorizzazione di residui e sottoprodotti attraverso la loro immissione in nuovi processi produttivi, co-creando in partnership con i nostri clienti soluzioni sostenibili su misura e con un elevato tasso di customizzazione”.

Questo articolo sostituisce il precedente articolo su LB Technology pubblicato in data 27/10/2021.