Laura Cutaia è la responsabile del Laboratorio di Valorizzazione delle Risorse nei sistemi produttivi territoriali di ENEA, che si occupa, tra le altre cose, di economia circolare, chiusura dei cicli ed uso efficiente delle risorse. Per ENEA, la ricercatrice si occupa anche di promuovere l’Italian Circular Economy Stakeholder Platform (ICESP) e diffondere le buone pratiche di economia circolare. Materia Rinnovabile l’ha incontrata per conoscere meglio la piattaforma, che sarà a fine febbraio a Bruxelles con tutti i pari europei.

Com’è organizzata e come funziona l’Italian Circular Economy Stakeholder Platform (ICESP)?
ICESP è una piattaforma che offre un luogo di confronto virtuale e reale e raccoglie le diverse anime della società secondo il modello della quadrupla elica (settori della ricerca, dell’industria, delle istituzioni pubbliche e della società civile), favorendo il confronto fra i vari attori affinché possano emergere tutti i punti di vista, le istanze, le barriere e i driver per la realizzazione operativa dell’economia circolare a livello nazionale.
L’iniziativa è nata nel 2018 a valle della partecipazione di ENEA al
coordination group dell’European Circular Economy Stakeholder Platform (ECESP), a seguito della quale l’ENEA ha accolto la possibilità di promuovere la nascita di un hub per l’economia circolare per mettere a sistema e raccogliere le diverse iniziative e favorire il confronto sui temi dell’economia circolare in Italia. ICESP è presieduta da ENEA, che coordina anche la parte tecnica. Dal punto di vista organizzativo prevede un comitato di coordinamento dei gruppi di lavoro nonché l’Assemblea dei membri. 173 sono le organizzazioni che hanno firmato la Carta ICESP, 288 le organizzazioni partecipanti e più di 800 gli esperti che prendono parte ai Gruppi di lavoro.

Cos’è il database delle buone pratiche di economia circolare?
Le organizzazioni che partecipano ad ICESP, compresa ENEA, mettono a disposizione risorse in termini di personale che partecipa alle attività, tra cui quelle dei gruppi di lavoro, nonché buone pratiche di economia circolare che vengono raccolte e revisionate, secondo uno schema conforme all’analogo schema di raccolta utilizzato da ECESP, revisionate dal Comitato di revisione delle buone pratiche, condivise sul sito e, infine, inviate anche ad ECESP affinché possano essere condivise anche sulla piattaforma europea.
Il ruolo dei partecipanti a ICESP è fondamentale anche per trasferire sul territorio e all’interno delle loro reti di relazioni la cultura dell’economia circolare, a tutti i livelli della società e in ogni fase della catena del valore (progettazione, produzione, distribuzione, prodotto come servizio, gestione del fine vita, produzione e trasformazione di materie prime e seconde, innovazione, formazione). La raccolta e la condivisione delle buone pratiche, infatti, può avere un ruolo moltiplicatore: il database può essere considerato un prezioso contenitore di soluzioni di economia circolare a disposizione della collettività per facilitare e accelerare la transizione
circolare.

In ICESP sono operativi diversi gruppi di lavoro, tra cui uno su “Strumenti normativi e ed economici”. Qual è l’importanza degli strumenti normativi nel promuovere l’economia circolare?
L’attuazione dell’economia circolare si confronta con il quadro giuridico di riferimento che è, in buona misura, strutturato e funzionante secondo un approccio di economia lineare. Ad esempio, in un caso di simbiosi industriale, non è detto che sia sempre percorribile la strada della condivisione di risorse tra imprese (o comunque tra un produttore di una risorsa di scarto ed un successivo utilizzatore) poiché si può ricadere nella disciplina della gestione dei rifiuti, quando invece la simbiosi potrebbe avvenire ricorrendo alla disciplina dei sottoprodotti. Inoltre, uno dei fattori che maggiormente possono dissuadere le imprese dall’intraprendere soluzioni di simbiosi industriale è l’incertezza e la non uniformità dell’applicazione delle norme sul territorio nazionale. In generale, quindi, la transizione circolare richiede un quadro giuridico di riferimento in grado di valorizzare il potenziale derivante dalle soluzioni di economia circolare, ma richiede anche che tale assetto giuridico sia uniforme sul territorio nazionale (a tutti i livelli giuridico-amministrativi, compresi quelli relativi ai controlli) e duraturo nel tempo (per poter garantire, ad esempio, la redditività degli investimenti fatti).

Qual è l’importanza degli strumenti economici nel promuovere la circolarità?
Anche la parte economica ha la sua importanza, in particolare per quanto riguarda il mercato dei materiali secondari, del recupero e del riuso. Affinché le diverse strategie e tecnologie per la chiusura dei cicli possano essere pienamente efficienti, è necessario che ci sia un mercato di destinazione capiente e orientato ad accettare materiali e prodotti/componenti di origine secondaria. Si tratta di costruire meccanismi di volano (come il Green Public Procurement) ma anche di lavorare sulla qualità e sulle prestazioni dei materiali secondari per renderli adeguati a sostituire quelli primari. Tuttavia, talvolta si registrano difficoltà da parte del mercato (o vincoli imposti dalla normativa) ad accettare materiali di origine secondaria che limitano fortemente lo sviluppo della filiera.
Anche le filiere industriali della gestione del fine vita (sia a livello di consumatori finali, sia a livello di produzione/distribuzione) necessitano di una progettazione coordinata a partire dalla progettazione dei prodotti fino alla loro gestione durante e a fine vita, per arrivare alle successive fasi di recupero, riuso e/o riciclo, potendo avere un quadro delle risorse in essi contenute, delle tecnologie e metodologie di trattamento disponibili e del mercato di destinazione di tali risorse recuperate. L’economia circolare richiede, quindi, un approccio di sistema affinché i vari “ingranaggi” possano lavorare in sincronia.

Di cosa si occupano le conferenze annuali della European Circular Economy Stakeholder Platform? Come permettono di scambiare informazioni tra i vari Paesi?
La conferenza annuale ECESP, che si svolge quest’anno il 27 e 28 febbraio a Bruxelles, è l’occasione per fare il punto sugli scenari di policy europei e internazionali e per confrontarsi sulle attività svolte dai Leadership Groups (LG) durante l’anno. La conferenza ECESP del 2022, ad esempio, è stata focalizzata su prodotti e consumi sostenibili.
I Leadership Groups sono gruppi di lavoro promossi da ECESP su diverse tematiche di interesse della Commissione Europea (Retailers, Consumers, Skills ora modificato in Enabling circular behaviour through digitalisation; Cities & Regions; Circular Procurement; Food waste, Food systems & Bioeconomy; Construction & Infrastructure; Textiles; Roadmapping, Governance & CE Hub Network; Economic Incentives) a cui partecipano esperti e rappresentanti dei diversi stakeholder che animano la piattaforma. ENEA ha un proprio rappresentante in ciascuno dei LG promossi da ECESP e nel corso dell’anno ha contribuito a rappresentare le istanze e le esperienze italiane, in connessione anche con le attività ed i gruppi di lavoro e le attività di ICESP, contribuendo all’organizzazione e partecipando a diversi Circular Talks e seminari, che si sono tenuti da fine 2020 in poi.

Quale peso riveste fra le iniziative di ENEA la simbiosi industriale?
Tra le tante iniziative che ENEA ha portato e porta avanti sul tema dell’economia circolare ci sono quelle sulla simbiosi industriale e la diagnosi delle risorse, due temi su cui siamo impegnati da oltre dieci anni con numerosi progetti in diverse regioni italiane (Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Marche, Lombardia, Campania) e all’estero. Abbiamo inoltre lanciato la prima piattaforma italiana di simbiosi industriale “Symbiosis” e una peculiare metodologia operativa con le imprese e gli stakeholder coinvolti. Si tratta di un approccio finalizzato alla condivisione di risorse tra imprese dissimili (con risorse si intendono scarti e materiali, cascami energetici, servizi, competenze, capacità) a livello B2B.
Attraverso la simbiosi industriale si possono ottenere vantaggi competitivi derivanti dalla compressione dei costi di smaltimento, margini
derivanti dal conferimento di scarti a terzi (invece che in discarica) per il loro utilizzo produttivo, mitigazione degli impatti ambientali e vantaggi di tipo sociale (come lo sviluppo di nuove professionalità). La piattaforma di simbiosi ad oggi ha coinvolto più di 260 aziende con 2660 risorse condivise e circa 2000 sinergie individuate.

Immagine: Jonathan Ford (Unsplash)