ll 4 dicembre è andato in onda online il webinar “Sustainable Creativity – Activating Sustainable Processes for a Total Circularity” organizzato da Cluster Arredo nell’ambito del progetto Brilliant, che supporta in totale 7 cluster europei di arredo, illuminazione e costruzioni. Si è discusso di Circular Design Thinking, ovvero di come applicare una prospettiva circolare e rigenerativa alla progettazione di arredi e illuminazione.
Il progetto Brilliant
L’obiettivo del progetto Brilliant, anche ai fini di un miglior sfruttamento del loro potenziale (come rete industriale), si attua aumentando le competenze e il know-how dei 14 gestori di cluster rispetto alla propria gestione, andando incontro alle esigenze e aspettative delle aziende aderenti. Una di queste esigenze è sviluppare strategie di cluster a lungo termine, basate su definizione di valori distintivi. Brilliant sostiene quindi l'apprendimento e poi genera networking cross-cluster per esplorare e implementare nuovi accordi commerciali derivanti dai concetti di Smart Home e Building.
La prospettiva sistemica del Circular Design Thinking
Il cluster Legno arredo casa incontra qualche mese fa Henry& Co., società veronese di comunicazione e design strategico e di prodotto fortemente ispirata alla creazione di prodotti e pensieri sostenibili. Henry& Co. già da diversi anni sta sperimentando approcci circolari al design e alla comunicazione della sostenibilità con clienti molto interessanti. I settori dell’arredo e dell’illuminazione sono nelle loro corde.
Ne è scaturito un webinar snello in cui Fabio Venturini, user experience e product designer di Henry& Co., ha intelligentemente sintetizzato i principi del “Design Thinking”, insieme di processi cognitivi, strategici e pratici volti a risolvere problemi complessi e generare soluzioni innovative, in una prospettiva circolare: il Circular Design Thinking.
Il Circular Design Thinking è il risultato, a cura di Henry&Co, di una coerente rielaborazione di diversi strumenti e metodologie progettuali opportunamente adattate alle logiche del Regenerative Thinking. Di fatto il Circular Design Thinking è una metodologia per natura euristica e olistica, non rigorosa, che pone la sostenibilità a idea direttrice del progetto, attraverso cui approcciarlo con una prospettiva sistemica e inclusiva, che contempla non solo prodotto, mercato o utente come isole, ma in grado di estendere le proprie considerazioni alle relazioni che il progetto instaura con la biosfera e l’ecosistema interessato.
Le fasi della progettazione circolare
Esattamente come per i modelli basati sul Design Thinking, il Circular Design Thinking può essere categorizzato in quattro macro step: Comprensione, Definizione, Sviluppo e Pubblicazione. Ad ognuno fanno riferimento fasi progettuali più “tradizionali” (brief, esplorazione, ricerca, analisi, concept generation, ecc..) rivisitate in chiave sostenibile.
Nella definizione si risponde a domande quali: cosa intendo risolvere? Quali goal da perseguire? Con chi dovrò collaborare per raggiungerli? Come differenziarmi dal mercato? Come posso comunicare efficacemente la mia visione? Come posso ristrutturare la mia impresa? Come posso entusiasmare gli stakeholder verso il mio progetto? A chi è rivolto il mio progetto?
Nella fase di comprensione, a partire da dati oggettivi, si esplorano nuove opportunità in grado di portare valore agli stakeholder e all’ambiente. Si esplorano domande come: come posso essere più sostenibile? Può il mio prodotto diventare un servizio? Posso ripensare la mia attività in chiave rigenerativa? Chi è l’utente principale e gli utenti collaterali? Di cosa hanno bisogno? Che cosa desiderano?
La fase di sviluppo concentra una serie di strumenti utili alla creazione di scenari e soluzioni capaci di risolvere le criticità emerse nei punti precedenti, estendendo le proprie valutazioni non solo all’utente ma a chiunque interagirà (direttamente o indirettamente) con la soluzione proposta.
Infine, la fase di pubblicazione è rivolta al test pre-lancio e alla valutazione post-lancio della proposta sviluppata. In questa fase si risponde a domande quali: il prototipo soddisfa le aspettative? La proposta è stata apprezzata? Come posso generare know-how da questa esperienza?
Nonostante l’apparente linearità del processo, di fatto si verifica una costante sovrapposizione tra fasi, navigando tra definizione e comprensione, sviluppo e definizione, a seconda delle contingenze dettate dall’evolvere del progetto. Inoltre, nonostante la fase di pubblicazione possa apparire come conclusiva, un progetto di circolarità, per sua natura, non si può dire mai concluso, in quanto costantemente soggetto alle mutazioni degli utenti (diretti e indiretti) a cui è destinato.
La lampada sanificante Igea
Un caso studio: la lampada che illumina e sanifica l’aria indoor
Diversi casi sono stati illustrati nel webinar. Ne riportiamo uno che nasce dalla collaborazione di Henry & Co. con Hikari, azienda di illuminazione. L’obiettivo era offrire soluzioni innovative, causa dell’emergenza pandemica, per migliorare il benessere abitativo in un periodo di costrizione domestica.
Attraverso il Circular Design Thinking, il team ha ricercato i recenti trend abitativi, studiato il comportamento adottato dalle persone ed analizzato i più aggiornati dati sull’inquinamento indoor. Proprio a partire da questa analisi, effettuata post primo lockdown, è emerso come la maggior parte delle emissioni di Composti organici volatili -VOC (contrariamente a quanto creduto in precedenza) sono dovute al quotidiano funzionamento degli elettrodomestici, e poi emissioni da vernici e elementi e altri materiali presenti nelle case, e solo in minima parte al traffico cittadino. Forti dei nuovi trovati, il progetto è avanzato nella convinzione di dover affrontare queste nuove problematiche.
Il risultato è Igea, un dispositivo d’illuminazione in grado di sanificare l’aria all’interno degli ambienti domestici. Due stripLED ad alta fedeltà cromatica seguono i cicli circadiani dell’uomo, cambiando temperatura di colore e intensità lungo l’arco della giornata. All’interno del corpo luminoso, una ventola aspira l’aria dal basso, convogliandola in una camera all’interno della quale un corpo luminoso di luce UVC inattiva il virus, ed altri piccoli composti organici sospesi nell’aria. L’aria sanificata viene quindi restituita all’ambiente. La particolare forma di Igea è il risultato di un connubio tra estetica e funzione: Data la duplice capacità di trattare luce ed aria, per essere efficace è meglio posizionarlo al centro della stanza. Ecco perché la sua forma ricorda un albero con lunghi rami che si estendono in tutte le direzioni.