In un mondo alle prese con le necessità sempre più impellenti di abbattere le emissioni in atmosfera e accelerare la transizione verso un’economia pienamente circolare, il sistema ferroviario – il mezzo di trasporto di gran lunga più ecologico e meno impattante – avrà un ruolo sempre più rilevante nei prossimi decenni, come raccontiamo nel n. 32 di Materia Rinnovabile. Per tracciare un panorama attuale di come il settore si sta muovendo sul versante della sostenibilità, e di quali saranno gli scenari del prossimo futuro, abbiamo rivolto qualche domanda a Tai Chong (TC) Chew, Global Rail leader del celebre studio britannico di servizi professionali nel campo delle infrastrutture edili Arup, che lo scorso marzo ha pubblicato un report dettagliato dal significativo titolo Transformative Rail.
Quali sono le sfide più importanti che deve affrontare il settore ferroviario nel processo di transizione verso un sistema circolare e un grado ancora più alto di sostenibilità?
«Anche se può sembrare un settore abbastanza tradizionale, la ferrovia è una delle modalità di trasporto di massa più efficienti e rispettose dell'ambiente, e oggi assistiamo a uno sforzo lento ma crescente di mettere più saldamente la sostenibilità al centro di quest’industria, che sta inoltre lavorando per sbloccare l'enorme potenziale offerto dalla trasformazione digitale: contribuirà a ridurre il consumo di energia attraverso la rete, nonché a ottimizzare le prestazioni dei treni. C’è poi un grande lavoro da svolgere in termini di conoscenza avanzata delle tecnologie digitali, in particolare l'acquisizione e l'uso dei dati. Occorre il sostegno del governo, degli operatori ferroviari e dei sindacati per garantire che l'industria ferroviaria sia pronta a formare e migliorare la forza lavoro per queste mansioni di valore più elevato. E dobbiamo soprattutto raggiungere una migliore integrazione dell'intera supply chain».
Quali sono le nazioni più all’avanguardia lungo questa via? E quali sono i progetti più promettenti portati avanti dalle compagnie ferroviarie, a livello ad esempio di infrastrutture o nuove generazioni di mezzi?
«Parlando di metropolitane più recenti e moderne, sono i paesi dell'Asia del Pacifico che stanno affrontando i problemi di mobilità per anticipare i propri obblighi riguardo agli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite: ad esempio Hong Kong, Singapore, Malesia, Thailandia e Australia. Tra gli operatori più affermatici sono iniziative interessanti provenienti dal gruppo giapponese JR East, dalla Main Line del Regno Unito e dalla metropolitana di Londra, dalla RATP di Parigi e dalla Toronto Transit Commission in Canada. Sul fronte della sostenibilità nel settore ferroviario, finora abbiamo visto grandi progressi nella riduzione del consumo di energia della trazione. Altri buoni esempi includono un migliore utilizzo della frenata rigenerativa, la riduzione della tara del treno (cioè il peso di un veicolo vuoto) e il miglioramento dell’allineamento tra la ruota del treno e la progettazione dei binari. Per noi di Arup, una delle aree più interessanti attualmente esplorate è l'uso delle tecnologie digitali – sensori, dati, intelligenza artificiale e processi di apprendimento automatico – e come possono aiutare a fornire prestazioni molto più efficienti e affidabili, ottimizzando le necessità di manutenzione delle ferrovie e minimizzando gli sprechi».
Qual è il ruolo e l’importanza dell’intermodalità?
«Per sostenere la resilienza nel campo della mobilità urbana, le città necessitano di un sistema di trasporto multimodale ben sviluppato, in cui ciascuna modalità supporta l'altra come parte di un ecosistema coeso. Per aiutarci a raggiungere gli obiettivi di zero emissioni, dobbiamo ripensare urgentemente ogni singolo viaggio da un capo all'altro in modo da poter incoraggiare il trasferimento modale di cui abbiamo bisogno. Il primo e l'ultimo miglio di ogni viaggio sono importanti tanto quanto lo spostamento principale in treno. Le diverse modalità di trasporto – ferrovia, autobus, auto, biciclette ecc. – devono essere ben integrate per soddisfare l'uso e la domanda, il che a sua volta aiuterà i trasporti pubblici a diventare più efficaci».
Quale dovrebbe essere il ruolo degli Stati e degli investitori privati nel processo di transizione?
« Le infrastrutture e i sistemi di trasporto sono onerosi a causa degli investimenti iniziali in conto capitale. Mentre storicamente c'è stata la tendenza a guardare allo stato per ottenere finanziamenti, gli investitori privati possono svolgere un ruolo chiave nell'accelerare lo sviluppo di infrastrutture di trasporto cruciali per mantenere la mobilità urbana e interurbana, aiutando a rispettare gli impegni globali di sviluppo sostenibile. La metropolitana di Sydney e la linea Ontario a Toronto - con il suo modello Design, Build, Finance, Operate and Maintain (DBFOM) - sono esempi di come i governi stanno lavorando per sviluppare una visione condivisa che possa sbloccare opportunità anche per gli investitori privati».
La pandemia di Covid-19 potrebbe rallentare questi piani, o al contrario dar loro un nuovo impulso, anche grazie al sostegno dei fondi stanziati dai governi e dall'Unione Europea?
«Per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture, il Covid-19 porterà probabilmente a un rallentamento iniziale a breve termine, ma d’altra parte ha accelerato molti progetti necessari. In generale, gli operatori dovranno identificare soluzioni creative per offrire un servizio migliore e più economico. I progettisti sono in competizione per identificare soluzioni di design innovative per rendere un progetto più attraente supportando al contempo gli obiettivi di zero emissioni, mentre l'industria delle costruzioni sta cercando di trovare modi migliori per costruire infrastrutture in modo più efficiente e a costi inferiori. Il prossimo sarà poi anche l'Anno europeo della ferrovia, che presenterà una serie di eventi per promuovere questa modalità di trasporto verde, sicura e innovativa come elemento chiave nel passaggio a una mobilità sostenibile e intelligente».