a cura dell’Institut de l’économie circulaire, Parigi www.institut-economie-circulaire.fr
I sistemi agricoli e agroalimentari del XXI secolo devono affrontare sfide del tutto nuove. Gli oltre 7,5 miliardi di abitanti del pianeta vanno nutriti, e sono necessari una migliore qualità del cibo e prezzi abbordabili, con le difficoltà legate al rifornimento di città in continua crescita. I prodotti a base biologica servono anche per alimentare in maniera sostenibile altri cicli di utilizzo, tra cui quello dell’energia e delle materie prime. Nello stesso tempo, le risorse naturali essenziali per la produzione cominciano a scarseggiare: le scorte di acqua sono sovrasfruttate o inquinate e i terreni agricoli stanno diminuendo sia in termini di estensione sia di qualità. Anche la produzione subisce l’impatto del riscaldamento globale e lo stesso settore produttivo deve ridurre le sue emissioni di gas serra.
Come possiamo puntare a una produzione, alimentare e non, che soddisfi le nostre necessità in termini di quantità e qualità preservando e rigenerando al contempo gli ecosistemi naturali? L’economia circolare è una leva sulla quale agire per affrontare questi problemi con un approccio a più ampio raggio. Partendo da questa idea, l’Institut de l’économie circulaire ha avviato nel 2017 un gruppo di lavoro compartecipato, che ha identificato tre aree prioritarie:
- definire l’economia circolare nella sua applicazione ai settori agricolo e agroalimentare, identificando le pratiche migliori e collaborando per far avanzare la conoscenza e l’implementazione sia a livello governativo sia industriale;
- incrementare il ritorno di materiale organico al suolo affinché questo mantenga la sua qualità e la biodiversità, identificando tutti gli attori lungo la catena di valore per canalizzare i flussi di rifiuti di origine biologica;
- sviluppare approcci territoriali per far progredire le sinergie, sia nei settori agricolo e agroalimentare sia in altri, e per ripensare le fonti di approvvigionamento delle aree urbane. Questo implica che venga identificata la scala dell’azione.
A livello nazionale, il momento è appropriato per andare avanti seguendo l’agenda dell’economia circolare nei settori agricolo e agroalimentare.
All’inizio del 2017, il ministero dell’Agricoltura ha presentato una Strategia per la bioeconomia francese, che mira a “garantire la sicurezza alimentare e standard di vita sostenibili per le attuali e future generazioni preservando le risorse naturali e le funzioni di ecosistema degli habitat” e a “essere efficiente, resiliente, circolare e produttiva a lungo termine”, attraverso l’innovazione e lo sviluppo locale. Le biomasse e il suolo sono due dei tre settori prioritari considerati nel più ampio Piano di programmazione delle risorse prodotto dal ministero dell’Ambiente in maggio.
Più recentemente, l’agricoltura è stata una parte importante della Terza Conferenza nazionale sull’economia circolare tenutasi a Parigi e aperta dal ministro dell’Ambiente. Infine, a luglio, il governo terrà gli Stati Generali dell’Alimentazione, che dovrebbero comprendere un workshop sulla bioeconomia e l’economia circolare. Verrà varato un piano di investimenti da cinque miliardi di euro, che speriamo vadano ad alimentare la transizione verso un’economia circolare.
Stati Generali dell’Alimentazione, www.economie.gouv.fr/etats-generaux-alimentation-20-juillet-2017