Per prevenire le crisi idriche nel continente, il Parlamento Europeo ha approvato il 13 maggio il nuovo regolamento comunitario sul riutilizzo dell’acqua. Il testo definisce per la prima volta i requisiti minimi per l’utilizzo delle acque di recupero (cioè le acque reflue urbane che sono state trattate in un impianto di bonifica) per scopi agricoli in sicurezza e secondo le norme d’igiene vigenti. Il provvedimento è stato adottato in via definitiva senza votazione, in apertura di sessione. Un altro tassello dell’economia circolare europea e della strategia di resistenza dell’Unione.
Riutilizzare per combattere la scarsità idrica
L’11% della popolazione europea e il 17% del suo territorio sono colpiti stagionalmente dalla scarsità d’acqua. Dall’inizio del secolo oltre la metà della popolazione della regione mediterranea deve affrontare situazioni gravi di stress idrico, e gli indicatori mostrano un potenziale peggioramento nei prossimi anni.
“Le nuove norme mirano a garantire che le acque reflue trattate siano riutilizzate in modo più ampio per limitare l’uso dei corpi idrici e delle acque sotterranee. Una decisione importante e necessaria che accelera il processo di attivazione di una blue circular economy”, commenta Marirosa Iannelli, presidente del Water Grabbing Observatory. “Il calo dei livelli delle acque sotterranee ̶ dovuto in particolare all’irrigazione agricola, ma anche all’uso industriale e allo sviluppo urbano ̶ costituisce una delle principali minacce per l’ambiente idrico dell’UE”.
“Questa decisione segna una svolta verso la transizione verso un’economia circolare per le risorse idriche. In questo modo, passo dopo passo, stiamo portando risultati concreti per l’ambiente”, spiega la relatrice del regolamento Simona Bonafè (S&D, IT) e madrina del Pacchetto Economia Circolare. “Potremmo potenzialmente riutilizzare 6,6 miliardi di metri cubi d’acqua entro il 2025, rispetto agli attuali 1,1 miliardi di metri cubi all’anno. Ciò richiederebbe un investimento inferiore ai 700 milioni di euro e ci permetterebbe di riutilizzare più della metà dell’attuale volume d’acqua proveniente dagli impianti di trattamento delle acque reflue dell’UE, teoricamente disponibili per l’irrigazione. Evitando più del 5% di estrazione diretta dai corpi idrici e dalle falde acquifere”. Le misure adottate entreranno in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Si applicheranno tre anni dopo l’entrata in vigore.