Dallo stridere sull’asfalto al silenzio ovattato di una chiesa. Una curiosa parabola, quella delle gomme riciclate nell’ultimo progetto di Ecopneus, società senza scopo di lucro per la gestione dei Pfu (pneumatici fuori uso), costituita dai sei principali produttori di pneumatici operanti in Italia – Bridgestone, Continental, Goodyear Dunlop, Marangoni, Michelin e Pirelli – cui nel tempo si sono aggiunte altre 55 aziende di produzione o importazione.
Tutto è partito la scorsa estate quando Ecopneus, in collaborazione con Legambiente e grazie alla progettazione e al coordinamento di Vie en.ro.se Ingegneria, ha promosso la riqualificazione acustica della chiesa dell’ex Enaoli di Rispescia, provincia di Grosseto, impiegando anche pannelli realizzati con materiali derivati da pneumatici riciclati. L’intervento nella chiesa, collocata all’interno del Centro nazionale per lo sviluppo sostenibile di Legambiente “Il Girasole”, uno dei luoghi di sperimentazione e promozione di tecnologie innovative, ha mostrato – dopo una serie di studi – le potenzialità della gomma riciclata per la riqualificazione acustica degli edifici.
Infatti, prima della correzione acustica, l’edificio aveva tempi di riverberazione tre volte superiori ai valori ottimali, ovvero in media 3,35 secondi alle frequenze di 500-2000 Hz. Con il risultato di ottenere suoni confusi e, quindi, uno spazio pressoché inutilizzabile per conferenze ed eventi. Partendo dalla gomma riciclata da Pfu, utilizzata anche in combinazione con altri materiali, sono stati ricavati 8 pannelli curvi, caratterizzati da un lato completamente fonoassorbente e da uno riflettente, che sono stati posizionati su una struttura mobile su ruote. Sul soffitto, invece, sono stati appesi ai travetti della copertura 36 pannelli fonoassorbenti curvi, senza però nascondere le capriate lignee e il soffitto in laterizio. Per completare il tutto si sono utilizzati anche pannelli vegetali (Smart Acoustic Green) composti da Cladonia arbuscula, una specie originaria dei paesi scandinavi, che riesce a vivere bene in ambienti chiusi, poco luminosi o addirittura in assenza di luce.
Il risultato è stato sorprendente, con performance sopra ogni aspettativa. La riverberazione è scesa a 0,96 secondi nella configurazione di massimo assorbimento acustico. E la festa di Legambiente è stata un successo.
Questo della chiesa di Rispescia non è che l’ultimo progetto d’innovazione sostenuto da Ecopneus per dimostrare il valore della gomma riciclata in varie applicazioni. Nei mesi scorsi sono stati inaugurati molti interventi: un’area gioco di 400 metri quadrati, il “Mondo di Peppa Pig”, nel parco divertimenti bergamasco di Leolandia. Poi le nuove traversine Greenrail, che riducono del 50% i costi di manutenzione delle linee ferroviarie e aumentano la durata del prodotto (50 anni contro i 30/40 del calcestruzzo). E ancora: la diffusione di pavimentazioni equestri, fondamentali sia per il benessere dell’animale sia per quello del fantino, grazie anche alla riduzione del rischio d’esposizione a silicosi, una malattia polmonare legata alle polveri di sabbia.
Una gomma per tutte le stagioni
“Il progetto sviluppato nel parco di Legambiente mostra chiaramente il valore di un prodotto riciclato, adottato in un contesto dove si valorizzano le sue qualità uniche e le sue performance”, spiega l’ingegner Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus. “Nell’economia circolare impiegare materiali in settori dove non si valorizzano le proprietà distintive non ha senso. Noi riceviamo molte proposte da imprese, inventori e R&D. Ma che spesso impiegano la gomma come un materiale secondario, che può essere sostituito da altri. Non è questo in cui noi crediamo”.
Oggi Ecopneus punta su tre settori dove l’economia circolare della gomma mostra le sue massime potenzialità e sfrutta le tipicità della materia: lo sport e l’outdoor (campi da calcio, campi gioco, race-track, palestre), infrastrutture stradali (gomma mescolata con i bitumi) e infine il segmento dell’edilizia, in particolare la rigenerazione urbana e l’isolamento acustico.
D’altronde la “materia prima” non manca. Ogni anno solo Ecopneus recupera circa 250.000 tonnellate di Pfu, l’equivalente in peso di circa 30 milioni di pneumatici da autovettura. Una cifra importante: se messi uno fianco all’altro, gli pneumatici formerebbero una striscia di oltre 13.000 km, due volte la distanza Milano-New York. La filiera della società impiega complessivamente 100 imprese, incluse 15 per il recupero energetico.
Come gli pneumatici entrano nelle case
Se l’uso della gomma come granulato, polverino o frantumato ha raggiunto una certa popolarità nel segmento sport/aree gioco (43% del mercato) e negli asfalti e arredi urbani (31%), nell’edilizia c’è ancora molto da fare. Oggi, infatti, solo il 4% del totale di materiale da riciclo viene impiegato per case e edifici.
Ma il successo del progetto della chiesa nell’area ex-Enaoli svela interessanti opportunità. “Abbiamo confermato che la gomma è perfetta come isolante acustico e antivibrante”, spiega Daniele Fornai, responsabile Sviluppo impieghi e normative di Ecopneus. Un settore con forti potenziali di crescita che vede in Italia almeno quattro produttori di pannelli acustici in gomma riciclata, con un know-how che altri paesi europei ci invidiano. Infatti, una buona parte dei pannelli prodotti in Italia (vedi box) trovano impiego all’estero a conferma del valore del prodotto made in Italy. “L’Italia sta diventando un leader di settore, vista la qualità dei pannelli”, continua Fornai. “Si stanno realizzando prodotti multistrato, capaci di gestire problematiche acustiche e termiche anche complesse, specie in edifici industriali e civili”.
Sebbene spesso ignorata, nelle città italiane la questione acustica rimane centrale. Secondo Ispra ben il 42,6% delle sorgenti di rumore oggetto di controllo, negli anni passati, ha presentato almeno un superamento dei limiti normativi. Ma il mondo dell’ingegneria e del real estate fa spallucce. I problemi acustici sono stati tenuti in scarsa considerazione persino dai consorzi delle certificazioni di edilizia sostenibile.
Qualcosa però sta cambiando. “Nella versione #4 del protocollo Leed realizzato da US Green Building Council, l’associazione statunitense che promuove la sostenibilità in edilizia, la parte acustica ha acquisito una rilevanza che prima era specifica solo per gli edifici scolastici. All’interno del protocollo, infatti, c’è un criterio – Acoustic Performance – che prevede una verifica sui rumori di fondo del sistema Hvac (riscaldamento-raffreddamento, nda), sull’isolamento acustico e sul tempo di riverberazione” spiega l’architetto Paola Moschini, Leed AP della società di consulenza sulla sostenibilità Macro Design Studio. “Un segnale che mostra la crescente attenzione verso il benessere acustico non solo da parte di architetti e progettisti ma anche da parte dei sistemi di valutazione della sostenibilità più importanti e conosciuti al mondo”.
Tutti gli usi della gomma riciclata per riqualificare l’edilizia
Prodotti anti calpestio per l’isolamento acustico dei solai
Sono sistemi che si basano sull’interposizione tra lo strato superficiale e la struttura di base (il solaio) di uno strato di materiale elastico (normalmente tra i 2 e i 20 mm di spessore) che consente di “rompere” la loro configurazione solidale.
Prodotti da intercapedine per l’isolamento acustico delle pareti
L’interposizione di uno strato di gomma nell’intercapedine delle pareti in muratura, soluzione più adatta per interventi di nuova costruzione, permette di attenuare le perdite di isolamento provocate dalle risonanze di intercapedine. In genere si utilizza un materassino in granuli di gomma riciclata (spessore 20 mm).
Prodotti per lo smorzamento dei fenomeni di vibrazione di macchinari per l’industria, impianti idraulici e meccanici e delle loro componenti; prodotti per l’isolamento delle fondazioni degli edifici
Per ottenere l’attenuazione di queste vibrazioni, è necessario che il materiale resiliente abbia ottime proprietà elastiche e di smorzamento, oltre a una buona resistenza meccanica sotto carico. Queste caratteristiche fanno della gomma riciclata un’importante risorsa per la produzione di antivibranti. Basamenti antivibranti in gomma riciclata, oltre a garantire elevati valori di elasticità, permettono di ottenere ridotte altezze di montaggio dei macchinari garantendo un ingombro minore nei locali.
Fasce tagliamuro
Solitamente venduti in rotoli di larghezza compresa tra 5 cm e 70 cm – minore rispetto ai rotoli anticalpestio – questi prodotti si utilizzano per separare il solaio dai tramezzi con uno strato resiliente. In questo modo le vibrazioni e i rumori che normalmente attraversano le componenti solide per passare da un ambiente all’altro sono attenuate dallo strato elastico. L’effetto smorzante di questa tecnologia contribuisce anche a evitare la propagazione del suono tra i due strati di cui sono composte le pareti doppie.
Futuro di gomma
Dunque se si continueranno a sfruttare le performance della materia, la domanda di gomma riciclata da Pfu è destinata a crescere. “Noi guardiamo con attenzione al settore residenziale, dove i volumi possono diventare realmente importanti” precisa Corbetta. Con significativi ritorni ambientali. “Maggiore è il valore del Pfu più facile sarà dissuadere chi abbandona gli pneumatici o li brucia illegalmente. Come il rame: chi butta via il rame?”.
Certo la gomma da Pfu, come tanti altri materiali derivati da scarti, è contesa tra cementifici e società di recupero materiale. Attualmente, considerando i quantitativi effettivamente recuperati, il 41% dei Pfu raccolti viene usato per recupero di energia, mentre il 59% è trasformato in nuovi materiali come granuli e polverini di gomma e acciaio. Il recupero energetico è più semplice e ha una domanda costante. “Chi effettua recupero energetico cerca sempre combustibili alternativi, anche tra i rifiuti. Ma noi preferiamo il recupero dei materiali”, continua Corbetta. “Perché lo richiede la legge ma anche per favorire un’economia circolare, tenendo elevato il valore della gomma riciclata. Questo servirà in futuro a sostenere anche un ciclo produttivo integrato (con le società produttrici di pneumatici): i polverini di gomma ricavati dal trattamento degli pneumatici fuori uso potranno essere usati sempre di più nelle mescole per nuove gomme per auto e autocarri”.
Al momento, infatti, il ciclo integrato non è completo a causa di un processo di devulcanizzazione non del tutto efficiente. “Ma siamo fiduciosi che nei prossimi anni migliorerà significativamente”, aggiunge ancora Corbetta, certo dei rapidi progressi della ricerca. Le caratteristiche e le prestazioni uniche della gomma ne fanno un materiale troppo prezioso per essere usato come “banale” fonte di energia.
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