Sono state presentate poche settimane fa, il 20 aprile, le priorità di ricerca e sviluppo su cui l’Unione europea intende puntare e investire per dare un ulteriore colpo di acceleratore alla transizione ecologica. Un obiettivo tematico chiave della programmazione europea è l'adozione di materiali a base biologica e circolare. L’incoraggiamento dell'utilizzo di materiali provenienti da fonti rinnovabili e la transizione verso un'economia circolare significa, a tendere, rivoluzionare interi settori economici e abitudini di consumo. La ricerca è in fermento e in alcuni settori è forse già possibile intravedere quali saranno le soluzioni del futuro.

Questo percorso di affrancamento dell’industria dai materiali di origine fossile e circolare, stabilito dalla programmazione 2021-2027, passa per le decisioni – e i bandi di finanziamento – del Circular Bio-Based Europe Joint Undertaking (CBE JU), l’organo pubblico privato europeo che ha contribuito a definire la SRIA (Strategic and Innovation Agenda), cioè la roadmap al 2030 che stabilisce le sfide, le priorità di ricerca e le iniziative nel settore specifico, verificandone il tiro ogni anno. La CBE JU contribuisce alla transizione dell’economia europea, decidendo gli orientamenti in un ambito chiave, pilastro della strategia bio-economica europea: la sostituzione dei materiali di origine fossile con quelli a base biologica, circolare e, dove possibile, biodegradabile.

Packaging circolare e green con più legno e meno PLA

Le nuove priorità attribuiscono alla catena del valore del legno un ruolo chiave nella progressiva sostituzione delle materie plastiche. La lignina è un polimero naturale con una duttilità per materiali adatti al contatto col cibo, con ottime performance, e sostituirà progressivamente le bioplastiche a base di acido polilattico (PLA) che sono oggi largamente utilizzate nel settore del food. L’utilizzo del PLA una bioplastica oggi in gran parte creata dall’amido di mais o barbabietole, continuerà ad essere l’alternativa alla plastica: la sfida della ricerca è lo sviluppo di applicazioni utili alla transizione in altri settori e la creazione di nuovi materiali. Inoltre, affinché il PLA sia realmente sostenibile serve creare filiere locali e produrlo anche attraverso la raffinazione di altri scarti agricoli e agroalimentari. La transizione green non può prescindere dall’autonomina del mercato europeo dall’importazione di questo materiale che oggi in larga parte arriva dalla Cina.

Chi decide la transizione green? Il ruolo del BIC

La Circular Bio-Based Europe Joint Undertaking è una partnership pubblico privata dove il pubblico è la Commissione europea e il privato è il Bio-Based Industries Consortium (BIC), organizzazione senza scopo di lucro costituita a Bruxelles nel 2013 proprio per rappresentare gli interessi del settore privato nel processo di trasformazione green dell’Unione. Il BIC riunisce oltre 100 soci: le organizzazioni industriali, leader e pionieri nel proprio settore, vi partecipano con l’obiettivo di fare ricerca e testare le innovazioni per essere più competitive quando l’innovazione sarà standard. L’innovazione è sempre un club per pochi. Oltre alle grandi aziende, e pmi, vi sono organismi di ricerca pubblici e privati, acceleratori e innovation broker. Tra questi ultimi anche NerosuBianco che partecipa con il ruolo di capitalizzare i risultati della ricerca pionieristica, anello funzionale a coinvolgere le imprese italiane che vogliono partecipare a questa trasformazione sperimentando nuove soluzioni applicative.
Il BIC è il gotha dell’industria e delle filiere della bioeconomia europea: dall’agricoltura e l’agroalimentare, all’acquacoltura, all’industria chimica, dalla silvicoltura, ai produttori e trasformatori di cellulosa e carta, ai fornitori di tecnologia e gestione per il trattamento dei rifiuti. L’obiettivo è per tutti la promozione di politiche pubbliche e regolamenti favorevoli alla bioeconomia, ovvero un’economia sostenibile e circolare in Europa basata sulla sostituzione di fonti non rinnovabili con materiali a base biologica. Il BIC cerca di fare sintesi dei punti di vista, delle molteplici e talvolta contrapposte esigenze di industrie in settori differenti o a diversi livelli della catena del valore. I soci, secondo un’agenda annuale e un regolamento condiviso, agiscono per la promozione della ricerca e dello sviluppo nel settore dei prodotti a base biologica, facilitano la collaborazione tra le industrie e gli organismi di ricerca. È nelle assise del BIC che, valutati gli esiti delle ricerche e sperimentazioni applicative, si definiscono gli orientamenti per i prossimi sviluppi e si decide cosa potrà essere standard domani e cosa no; quali gli ostacoli normativi, da rimuovere o ergere, per accelerare la transizione.

Tali orientamenti vengono poi discussi con la Commissione europea, che stanzia i finanziamenti per i progetti di ricerca.

Gli impatti di queste decisioni superano in valore i 2 miliardi di euro stanziati al 2030, che si aggiungono ai 3,7 miliardi stanziati nel settennato precedente, per un totale di 5,7 miliardi dal 2014 al 2030: la roadmap ha già stabilito che i materiali del futuro dovranno essere sempre più bio e circolari. Un faro che l’industria manifatturiera europea non può non considerare se intende restare competitiva nel lungo periodo: dalle materie prime, ai processi produttivi, ai prodotti finiti.

Le opportunità per l’Italia

L’occasione per saperne di più e prendere parte al processo e alla ricerca è per l’Italia il 5 giugno a Bologna, data scelta per la presentazione delle priorità e relativi finanziamenti stabiliti dal Circular Bio-based Europe Joint Undertaking (CBE JU).
L’evento informativo nazionale del CBE JU approfondisce le priorità strategiche, i topic che corrispondono ai bandi e i fondi stanziati per ciascuna tipologia di azione: dai progetti per l’ottimizzazione e l’integrazione delle catene del valore nel settore del legno ai progetti per il riciclo delle bioplastiche, alla ricerca giuridica per lo sviluppo di standard e framework normativi per stabilire il grado di biodegradabilità dei prodotti a base bio.
L’evento è organizzato nell’ambito della 31esima edizione della European Biomass Conference & Exhibition 2023 (EUBCE 2023), una delle principali conferenze europee dedicata alle biomasse. L'esposizione, che si svolge in parallelo alla conferenza, offre alle aziende, ai produttori e ai fornitori l'opportunità di mostrare le loro ultime tecnologie, prodotti e servizi nel campo delle biomasse. È un'importante vetrina per le innovazioni nel settore e facilita la creazione di reti e collaborazioni tra gli attori del settore anche in funzione della partecipazione ai topic CBE JU.

Immagine: Envato Elements