Non è un collegamento a cui si pensa spesso, ma l’arte contemporanea ha avuto un ruolo pionieristico nella costruzione di una coscienza ambientale nel mondo della cultura. E tra tutti i nomi che si possono citare, il trono spetta senza dubbio a Joseph Beuys, l’artista sciamano che fu tra i fondatori del movimento Verde in Germania e che ammoniva circa la necessità di “allineare la nostra intelligenza all’intelligenza della natura”.
A cent’anni dalla nascita (12 maggio 1921), una mostra ora ne ripercorre l’opera.
Joseph Beuys. Il Tamburo dello Sciamano” si inaugura il 19 giugno a Mantova, negli spazi della Casa del Mantegna. La selezione ricchissima di materiali, video, installazioni, filmati rari è accompagnata da un programma di incontri ed eventi, il tutto curato da Antonio d’Avossa e supportato da Collectibus, società di consulenza per la sostenibilità.

Piantare querce: il potere trasformativo dell’arte

Era il 1982 quando, pochi anni prima di morire, Joseph Beuys diede vita a una storica performance, insieme atto dimostrativo e visionaria quanto concreta opera collettiva. In occasione della fiera internazionale Documenta a Kassel, l’artista cominciò il grande lavoro di piantumazione di 7000 querce in tutta la città. Ci vollero cinque anni per completare il progetto, ma gli alberi sono ancora lì: l’inizio di un bosco, di un nuovo modo di pensare il rapporto tra ambiente naturale e costruito, e soprattutto un segnale dirompente per il mondo dell’arte, chiamato a confrontarsi con il suo potere trasformativo.
A Mantova, la mattina del 24 luglio, verrà ricordato proprio l’evento di Kassel, piantando una giovane quercia nel giardino della Casa del Mantegna. È un atto simbolico che oggi ci siamo abituati ad associare alle battaglie ambientaliste, ma anche alle iniziative concrete per la sostenibilità, tanto che piantare alberi è diventata la manifestazione più semplice e diretta del proprio impegno per l’ambiente. Quello che oggi diamo quasi per scontato non lo era tuttavia nei primi anni ‘80 e ricordarlo fornisce una preziosa prospettiva su quanto il lavoro di artisti e intellettuali come Beuys sia stato importante per promuovere questo cambio di mentalità.

Cento opere per i cento anni di Beuys

I cento anni dell’artista sciamano, scomparso nel 1986, sono ripercorsi nella mostra di Mantova attraverso una selezione di 100 esemplari di multipli e opere uniche, provenienti da collezioni private e pubbliche. “Un arsenale creativo e pacifico – scrivono i curatori – usato strategicamente come arma di propaganda di un pensiero divenuto oggetto di numerose attenzioni e letture”. Oltre alle opere, la vita di Beuys è ricostruita attraverso 150 documenti rari: manifesti, cartoline e fotografie che raccontano la sua attività e il suo pensiero. Opere e materiali d’archivio sono poi accompagnati da una serie di video realizzati tra il 1964 e il 1985, che testimoniano le famose “azioni” durante le quali l’artista coinvolgeva il pubblico con discussioni su temi sociali, dando vita a un nuovo concetto di scultura: la “scultura sociale”. Il suo attivismo politico va letto infatti, come spiega Antonio D’Avossa, “non soltanto nel senso ecologico, ma nell’aspetto antropologico: difesa dell’uomo, della creatività, dei valori umani”.
Sono questi i principi che hanno spinto la s
ocietà di consulenza direzionale Collectibus a supportare, al pari di Fondazione Cariplo, la mostra dedicata all’artista tedesco. “Ci riconosciamo molto nelle idee che hanno portato Beuys ad essere di fatto il padre nobile della sostenibilità”, commenta Danilo Devigili, cofondatore di Collectibus. “La sua produzione artistica ha precorso temi e riflessioni oggi più che mai attuali: il rapporto tra essere umano e Natura, ecologia, e arte intesa come impegno sociale e ricerca spirituale. Una sorta di battaglia politica di riscatto ecologico che in Beuys assume un significato ulteriore, quasi utopistico. Lo stesso che deve ispirare chi si occupa di sostenibilità oggi”.
La mostra, a
ingresso libero, sarà visitabile fino al 29 agosto alla Casa del Mantegna di Mantova. Gli orari e il programma degli evento sono consultabili sul sito del museo.