I carburanti sono troppo costosi? Allora importiamo solo veicoli elettrici. Questo è il piano industriale del Ministero dei Trasporti e della Logistica etiope, che ha annunciato il divieto di importazione delle auto a motore endotermico per uso privato. Una decisione che ha fatto scalpore poiché farebbe diventare l’Etiopia il primo Paese al mondo a bandire l’import di auto a carburante.

In occasione di un incontro con il Comitato parlamentare dei trasporti, il ministro Alemu Sime ha spiegato che le principali ragioni della decisione sono dovute all’aumento dei prezzi del carburante e delle scarse riserve nazionali di valuta estera. L’Etiopia non è un Paese che produce petrolio e non ha una moneta forte. Per questo d’ora in poi i cittadini etiopi potranno comprare dall’estero solo auto elettriche.  

L’elettricità dalla diga etiope

Tormentata dalla guerra civile nella regione settentrionale di Amhara, dove siccità e fame mettono in ginocchio la popolazione, l’Etiopia non può più permettersi, come l’anno scorso, di importare carburanti di origine fossile dal valore di 6 miliardi di euro. Una cifra che grava pesantemente sulle casse dello Stato.

Così il governo di Addis Abeba ha capito che per ridurre l’import di carburanti deve scommettere sulla mobilità elettrica, potenzialmente molto più economica per il fatto che l’Etiopia è in grado di produrre autonomamente energia elettrica. Tutto grazie alla nuova Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), il più grande impianto idroelettrico al mondo che a pieno regime ha una capacità di oltre 5.000 megawatt di elettricità. Una cifra che, quando la centrale sarà completata, raddoppierà la produzione energetica etiope.

L’imponente diga da 4 miliardi di dollari sta contribuendo da un lato allo sviluppo economico dell’Etiopia, dall’altro, però, rischia di minacciare l’approvvigionamento idrico dell’Egitto, dipendente dal Nilo per circa il 97% dell’acqua potabile e per uso irriguo. Questo disputa negli anni ha generato ostilità tra i due Paesi, che non hanno ancora deciso come spartirsi equamente le risorse idriche, soprattutto nei periodi siccitosi.

L’Etiopia è pronta a questo grande passo?

L’Etiopia ha uno dei tassi di motorizzazione più bassi a livello globale, con solo 2 auto ogni 1.000 abitanti. Secondo il Governo la transizione verso una mobilità completamente elettrica, promossa da un piano di sviluppo decennale, porterà all’immatricolazione di almeno 152.000 veicoli elettrici entro il 2030. Per incentivarne l’acquisto, il Governo etiope aveva anche introdotto esenzioni sull’IVA cercando di rendere gli EV accessibili a più persone possibile.

Sul divieto all’import di auto a combustione interna rimangono ancora diversi punti interrogativi. Il ministro dei Trasporti Alemu Sime non ha indicato date precise sull’effettiva entrata in vigore del ban, non si sa quanti cittadini potranno permettersi effettivamente le auto elettriche e non si conosce nemmeno se la Cina abbia un ruolo (e quale) in questa operazione. Pechino vede nell’Africa ottime opportunità di investimento e non è un caso che, per sopperire alla mancanza di costruttori, l’automaker cinese Chery Automobile ha incontrato nell’agosto 2023 l’ambasciata etiope per parlare di un possibile impianto di assemblaggio. Il ministro Sime ha tentato di tranquillizzare l’opinione pubblica promettendo che verranno diffuse capillarmente colonnine di ricarica e che sarà potenziata la viabilità. “Questa decisione permetterà di ridurre l’inquinamento urbano e svilupperà la nostra green economy”, ha aggiunto Sime.

Mentre gran parte del resto del mondo ambisce a vietare la vendita di veicoli a combustione solo a partire dal prossimo decennio ‒ in Europa il divieto scatterà nel 2035 – l’Etiopia potrebbe battere tutti sul tempo.

 

Immagine: Kaleab, Unsplash

 

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