Il 18 dicembre 2023, il Consiglio dei Ministri europei sotto la Presidenza spagnola ha raggiunto un accordo (approccio generale) sul Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio. Dei 27 Paesi europei, solo l’Italia ha votato contro.

L’accordo, raggiunto sotto la guida della Ministra spagnola Teresa Ribera Rodríguez, mantiene la maggior parte delle misure volte a limitare gli imballaggi monouso non necessari e gli obiettivi di riutilizzo settoriale per il 2030 e il 2040. In linea con la proposta della Commissione, l'approccio generale stabilisce obiettivi generali di riduzione dei rifiuti di imballaggio, basati sulle quantità del 2018: 5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040. Questi obiettivi saranno soggetti a revisione da parte della Commissione otto anni dopo l'entrata in vigore del regolamento.

Il Consiglio ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di definire misure di prevenzione dei rifiuti di imballaggio che superino i suddetti obiettivi minimi. Questa possibilità è particolarmente cara alla Francia e ad altri Paesi che si sono già dotati a livello nazionale di obiettivi più ambiziosi rispetto a quelli presenti nella proposta di regolamento. 

Pur mantenendo che tutti gli imballaggi immessi sul mercato devono essere riciclabili, come proposto dalla Commissione, il Consiglio ha convenuto che gli imballaggi devono essere considerati riciclabili quando sono progettati per il riciclaggio dei materiali e quando i rifiuti di imballaggio possono essere raccolti separatamente, selezionati e riciclati su scala.

Gli obiettivi di riuso

L'approccio generale del Consiglio prevede la rimozione degli obiettivi di riutilizzo per il vino. Per quello che riguarda il monouso (art.22), l’accordo del Consiglio mantiene le restrizioni relative agli imballaggi non necessari per frutta e verdura, per alimenti e bevande, condimenti, salse all'interno del settore HORECA e per i piccoli prodotti cosmetici e da toilette utilizzati nel settore della ricettività (ad esempio, flaconi di shampoo o lozioni per il corpo). Tuttavia, rispetto alla proposta della Commissione, introduce l’esenzione per gli imballaggi in carta monouso.

Teresa Ribera Rodríguez

Deposito cauzionale e sostanze chimiche pericolose

Il Consiglio conferma l’obiettivo del 90% di tasso di raccolta separata per i contenitori per bevande in PET e in alluminio, così come nella proposta della Commissione europea, e anticipa tale obbligo al 2029 (nella proposta della commissione era al 2030) in linea con la Direttiva europea sulle plastiche monouso. Per rispondere alle pressioni da parte della Francia, viene introdotto uno step intermedio, che prevede che uno Stato membro non sia obbligato a introdurre un DRS (deposito cauzionale) se al 2026 riesce a provare una raccolta differenziata dei contenitori per bevande del 78%.

Per quello che riguarda le sostanze chimiche pericolose negli imballaggi, il Consiglio introduce la richiesta alla Commissione, coadiuvata dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche, di preparare entro il 2026 una relazione sulla presenza di sostanze preoccupanti negli imballaggi, per determinare se esse influiscono negativamente sul riutilizzo o sul riciclaggio dei materiali o hanno un impatto sulla sicurezza chimica. Questa posizione è più cauta di quella del Parlamento, che invece aveva rafforzato la proposta della Commissione europea, in particolare vietando l’uso intenzionale di PFAS e BPA negli imballaggi alimentari a partire da 18 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento.

Le modifiche dell’ultimo momento per allargare la maggioranza

Ai primi di dicembre, Italia e Finlandia hanno cercato di indebolire le disposizioni sui divieti per il monouso e gli obiettivi di riuso e ricarica invitando gli altri Paesi a firmare un non-paper che richiedeva l’eliminazione delle disposizioni sugli articoli monouso (art. 22) e sugli obiettivi di riuso (art. 26), così come in seno al Parlamento europeo.

Sugli articoli 22 (imballaggi monouso) e 26 (obiettivi di riuso e ricarica) c’è stata una forte pressione da parte dell’industria della ristorazione e del cibo da asporto. Gli Europarlamentari italiani si sono adoperati per l’indebolimento di questi articoli, riuscendo a farne rivedere al ribasso gli obiettivi nella relazione adottata dal Parlamento europeo lo scorso 22 novembre.

Il non-paper di Italia e Finlandia era stato sottoscritto da almeno altri 8 Paesi. Per cercare di allargare la maggioranza, nei giorni precedenti l’incontro del 18 dicembre, la presidenza spagnola ha fatto un primo passo avanti verso il gruppo di Paesi guidati da Italia e Finlandia introducendo delle esenzioni per i produttori e gli utilizzatori di imballaggi in cartone e carta, sia per quanto riguarda gli obiettivi di riutilizzo che per l'elenco degli imballaggi monouso da vietare. In tema di riutilizzo, ha esentato il settore vinicolo nel suo complesso.

Lo stesso giorno, 18 dicembre, durante il Consiglio dei Ministri, la presidenza spagnola ha presentato altre quattro modifiche: per prima cosa, per rispondere a una richiesta della Germania, ha introdotto la possibilità di un sistema di mutualizzazione (pooling) tra fabbricanti o distributori, che possono unirsi in gruppi di tre per raggiungere gli obiettivi di riutilizzo al 2030 del 10% dei contenitori di bevande. In secondo luogo, ha introdotto la flessibilità per le piccole isole di meno di 2.000 abitanti per raggiungere gli obiettivi di riutilizzazione. Terzo, per rispondere alle pressioni di diversi Paesi, tra cui Bulgaria e Finlandia, ha stabilito che per rivedere gli obiettivi di riutilizzazione al 2040 sarà necessario fare riferimento ad analisi del ciclo di vita che confronteranno gli impatti ambientali di imballaggi monouso verso imballaggi riutilizzabili. Infine, per cercare di soddisfare l’Italia, la presidenza spagnola ha posticipato di un anno l’applicazione delle regole sugli imballaggi compostabili.

Tramite queste modifiche dell’ultimo minuto, la presidenza spagnola è riuscita a convincere la Finlandia e gli altri Paesi a votare a favore dell’approccio generale proposto, che mantiene le restrizioni sul monouso per gli imballaggi in plastica e gli obiettivi di riutilizzo. Prima del voto, l'Italia ha ribadito tre preoccupazioni, chiedendo una migliore promozione degli imballaggi compostabili ed esenzioni simili a quelle votate nel Parlamento europeo sugli obiettivi di riutilizzo e sui divieti per gli imballaggi monouso. L’Italia si è inoltre espressa dicendo che non era d’accordo sul sistema di mutualizzazione introdotto a seguito delle pressioni della Germania perché sarebbe stato svantaggioso per le piccole e medie imprese.

Gilberto Pichetto Fratin

La reazione delle ONG

Secondo Zero Waste Europe “la posizione raggiunta dal Consiglio dell'UE sul regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR), sebbene attenuata, rappresenta un miglioramento rispetto alla posizione arretrata del Parlamento, ponendo una solida base per i prossimi negoziati in sede di trilogo”. Per Rethink Plastic Alliance, “la posizione del Consiglio fa sperare in una legge sugli imballaggi”, ma la coalizione di ONG chiede alle istituzioni un impegno più forte per la prevenzione e il riutilizzo nell’ambito delle discussioni che avverano nel trilogo.

“Il riutilizzo e la limitazione degli imballaggi superflui sono le misure più impattanti per l'ambiente, misure proposte nel regolamento sugli imballaggi. Se queste misure non vengono rispettate, si rischia di immettere sul mercato 7,3 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio in più entro il 2030, equivalenti alla produzione annua di rifiuti di imballaggio della Spagna, e 3,5 milioni di tonnellate di emissioni di CO₂ nel 2030, equivalenti a 8 milioni di barili di petrolio. In confronto, con le misure di progettazione per il riciclo si prevede un risparmio di 800.000 tonnellate di CO₂eq nel 2030”, si legge in un documento tecnico che ha calcolato gli impatti delle deroghe sugli articoli 26 e 22 e Annesso V (ovvero le deroghe promosse dall’Italia).

"Di fronte a un lobbismo senza precedenti, a studi poco trasparenti e a pseudoscienze fuorvianti, è incoraggiante vedere che gli Stati membri hanno raggiunto oggi un accordo sul regolamento sugli imballaggi. Il merito va alla Presidenza spagnola, che ha saputo destreggiarsi tra interessi nazionali contrastanti e trovare un compromesso che mantiene alcune ambizioni in materia di riutilizzo e prevenzione. Il testimone passa ora al Belgio, che deve finalizzare i triloghi di questo importante dossier per l'ambiente e l'economia circolare europea" ha detto Marco Musso, responsabile delle politiche per l'economia circolare presso l'European Environmetal Bureau (EEB).

L’Enviromental Paper Network esprime preoccupazione per le esenzioni sugli imballaggi monouso in carta: "Il sostegno del Consiglio alle esenzioni per gli imballaggi di carta purtroppo mina l'obiettivo del regolamento di ridurre i rifiuti di imballaggio. Al contrario, aumenterà gli imballaggi in cartone, aggiungendosi ai già 3 miliardi di alberi abbattuti ogni anno solo per gli imballaggi. Una vera ambizione non includerebbe questa esenzione. Le foreste non sono fabbriche di imballaggi", ha detto Sergio Baffoni, Campaigner senior per gli imballaggi in carta presso l’Environmental Paper Network.

La corsa contro il tempo per approvare il regolamento

Sulla base della posizione negoziale del Parlamento europeo e della posizione informale del Consiglio, i triloghi inizieranno nel gennaio 2024. L'obiettivo, dichiarato anche dalla relatrice del Parlamento Frédérique Ries (Renew), è quello di raggiungere un accordo al più tardi entro l'inizio di marzo. In caso contrario, il testo non potrà essere messo ai voti prima della fine della legislatura, a metà aprile.

A gennaio la presidenza del Consiglio dei Ministri passa al Belgio, che eredita un mandato non facile da gestire. "Spero che la posizione del Parlamento prevalga nei triloghi" ha dichiarato alla stampa il Ministro dell’ambiente italiano Picchetto Fratin. I ministri di Danimarca e i Paesi Bassi hanno invece fatto sapere che per loro l’accordo “non può essere diluito ulteriormente”, trattandosi di un documento già al ribasso, e che “le richieste di maggiori esenzioni e di revisione al ribasso degli obiettivi danneggerebbero seriamente il nostro obiettivo generale”.

 

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