La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha completato la sesta edizione dell’Indagine annuale della BEI sul clima, un’analisi approfondita di come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici. L’indagine, che si è svolta tra il 7 agosto e il 4 settembre 2023, ha coinvolto oltre 30.000 intervistati, con un gruppo rappresentativo di persone a partire dai 15 anni di età, residenti in 35 paesi (i 27 paesi dell’UE più Stati Uniti, Cina, Regno Unito, India, Giappone, Corea del Sud, Canada ed Emirati Arabi Uniti).

I risultati indicano che dopo un anno impegnativo, non solo per l’inflazione ma anche per gli eventi climatici estremi che si sono verificati, gli intervistati in Italia sono diventati più consapevoli delle conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’urgenza di interventi immediati, sia nel proprio Paese che nel mondo. Il caro vita rappresenta infatti la loro principale sfida (per il 64% degli intervistati è la prima delle tre preoccupazioni più sentite, 4 punti percentuali sotto la media UE), ma gli impatti dei cambiamenti climatici e il degrado ambientale seguono quasi a ruota: il 54% infatti li considera una grossa preoccupazione (4 punti percentuali al di sopra della media UE).

Italiani favorevoli a un fondo loss and damage

Per il 70% degli italiani intervistati (2 punti meno della media UE) la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio può concretizzarsi solo se si trattano in parallelo anche le diseguaglianze economiche e sociali.

In merito alla possibilità di compensare finanziariamente i Paesi in via di sviluppo per sostenerli nell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici ‒ quello di un fondo loss and damage è un tema centrale alla COP28 di Dubai ‒ gli italiani sembrano favorevoli ad aiutare i Paesi più vulnerabili. Il 64% degli intervistati (4 punti in più della media UE) condivide l’idea che l’Italia debba risarcire finanziariamente i Paesi colpiti per aiutarli nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Prelievi fiscali per una transizione giusta

Il 62% degli italiani (3 punti più della media UE) si dichiara favorevole ad aumentare l’imposizione fiscale sul reddito per venire in aiuto alle famiglie a basso reddito e ridurre i loro costi associati alla transizione verde. Tra gli intervistati, il 48% accetterebbe di pagare 1-2% in più di tasse sul reddito e il 14% accetterebbe un aumento del 5-10%.

La maggior parte dei soggetti intervistati vedrebbe inoltre di buon grado il pagamento di altri tipi di prelievi fiscali correlati al clima. Ad esempio, l’81% appoggerebbe una riforma fiscale sui combustibili fossili che elimini sussidi e agevolazioni fiscali per il settore del trasporto aereo e per altre industrie che dipendono fortemente dai combustibili fossili.

 

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