Il 2019 è per l’Algeria un anno complesso e di passaggio: le manifestazioni di piazza che si susseguono ininterrotte da oltre otto mesi hanno portato alle dimissioni dello storico presidente Abdelaziz Bouteflika, mentre l’arrivo di un nuovo governo che ha lo scopo di portare il paese a elezioni è ugualmente osteggiato dalla popolazione, che lamenta la persistenza della “casta” nel panorama politico dell’Algeria. Un paese provato dalla crisi degli ultimi anni causata dell’abbassamento dei prezzi del petrolio – si consideri che il 60% delle entrate dell’Algeria deriva dagli introiti generati dalla vendita di idrocarburi – e ha un tasso di disoccupazione medio del 26,40%, aggravato dalle misure di austerità e dai tagli ai sussidi pubblici degli ultimi anni. Circostanze che hanno portato già dalla fine del 2017 a una serie di scioperi e manifestazioni popolari. 

Benché, quindi, una parte del governo continui a portare avanti un’economia fortemente legata al petrolio, dall’altro si è posto negli anni l’obiettivo della diversificazione economica ed energetica, che ha inteso attuare anche rifacendosi al modello dell’economia circolare. In particolare, è grazie all’impegno di una donna che ha resistito agli scossoni politici degli ultimi mesi, rimanendo salda al suo ruolo: la ministra dell’ambiente e delle energie rinnovabili, Fatma Zohra Zerouati. Grazie a lei, infatti, l’Algeria si muove con accordi internazionali ed eventi di diffusione e sensibilizzazione sul paradigma circolare.

 

Fatma Zohra Zerouati

 

Ingegnere ambientale con un passato da giornalista e divulgatrice ambientale, Fatma Zohra Zerouati ha affermato in un recente intervento che “l’Algeria produce un volume di 34 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno e si prevede che raggiungerà 70 milioni di tonnellate entro il 2035, di cui una percentuale del 50% è riciclabile (plastica, rifiuti domestici e simili). Questa situazione richiede – ha sostenuto la ministra – l’imperativo di un orientamento verso l’economia circolare che consentirà, in un primo momento, la creazione di 100.000 posti di lavoro, di cui 40.000 diretti”. Si tratta, secondo Zerouati, di un investimento di fondamentale importanza per il paese al fine di sostenere un’economia che vada al di là degli idrocarburi: a supporto, la redazione della strategia nazionale per la gestione integrata dei rifiuti e la revisione della legislazione relativa alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. In particolare quella della Legge 19.01 del 2001 sulla gestione, il controllo e lo smaltimento dei rifiuti in modo da adattarla alle nuove esigenze socio-economiche e ambientali.

A tal proposito, all’inizio dell’anno il ministero ha organizzato una serie di conferenze regionali sull’economia circolare, tenute sotto forma di workshop e suddivisi in diverse aree, tra cui quelle relative al quadro normativo, all’infrastruttura necessaria per il riciclaggio e il recupero, la governance e l’attrattiva degli investimenti, lo sviluppo delle startup, le catene del valore e la sfida dell’economia circolare a livello locale. Durante questi appuntamenti, con un approccio partecipativo sono state identificate le diverse necessità e preoccupazioni degli amministratori locali, con l’obiettivo di sviluppare una road map concertata e realistica e assicurare la transizione verso un modello economico circolare. La ministra insiste sul fatto che “promuovere l’economia circolare richiede un coinvolgimento collettivo e una mobilitazione costante per porre le basi per lo sviluppo sostenibile in Algeria”. Zerouati ha inoltre dichiarato che “l’elevato volume di rifiuti domestici a livello nazionale ha un valore commerciale di circa 40 miliardi di dinari algerini all’anno” (quasi 300 milioni di euro), ma che attualmente il tasso di riciclaggio rimane ancora molto basso a causa di una non molto radicata cultura della differenziazione dei rifiuti. 

 

 

I risultati concertati agli incontri preparatori regionali sono quindi stati discussi alla Conferenza nazionale sull’economia circolare tenutasi il 25 e 26 febbraio, a cui hanno partecipato gli stakeholder dei settori ambientale, dei rifiuti e dell’energia, nonché membri della società civile. Non solo discorsi, per la ministra: è infatti prevista la realizzazione di un complesso di gestione e di valorizzazione dell’energia dai rifiuti, con l’obiettivo di ridurre del 30% gli scarti urbani rispetto alla situazione attuale. Il complesso interesserà quattro wilayas (province) – quella di Algeri, Blida, Tipasa e Boumerdès – e andrà a modificare anche i sistemi di raccolta con la creazione di centri di transito e di trasporto dei rifiuti, interessando anche il settore ferroviario. 

Non solo: il ministero ha anche firmato una convenzione di partenariato industriale per la produzione di fertilizzanti biologici tra l’Agenzia nazionale dei rifiuti e la società pubblica Sopte, filiale del gruppo Divindus. Le iniziative del ministero algerino per la riconversione del proprio modello economico ed energetico sono proseguite con la seconda edizione dell’Esposizione internazionale dell’ambiente e delle energie rinnovabili di Algeri (Sieera 2019) sul tema “Energie rinnovabili fuori rete per lo sviluppo dell’agricoltura nel sud”, che ha visto la partecipazione della Cina come ospite d’onore, e l’impegno ad organizzare ulteriori eventi per continuare ad attrarre investitori internazionali nel paese. Ne è un esempio la partnership realizzata nell’ambito delle energie rinnovabili che coinvolge l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile italiana (Enea), il Centro nazionale per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica della Grecia (Cres), la società di consulenza austriaca Allplan specializzata sui temi dell’efficienza energetica e la società belga Ibf International Consulting NV per la sottoscrizione di un contratto per la fornitura di servizi di assistenza tecnica nei settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica in Algeria, per un valore di 8,2 milioni di euro. Le attività prevedono inoltre uno schema di etichettatura energetica degli elettrodomestici e la certificazione energetica di edifici e di materiali ad alte caratteristiche energetiche. 

L’orizzonte temporale del governo algerino appare molto limitato e non è chiaro quanti dei progetti citati verranno portati avanti nei mesi e negli anni a venire. Proprio per questo appare ancora più rilevante l’impegno ininterrotto della ministra Zerouati verso un’Algeria più verde. 

 

Sieera 2019 Salon International de l’Environnement et des Energies Renouvelables, www.sieera2019.dz/?lang=en

Tutte le immagini: www.facebook.com/FatimaZohraZerouati