La crisi energetica internazionale e le continue innovazioni provenienti dallo sfruttamento sostenibile del Mediterraneo stanno ponendo al centro dell’attenzione mediatica e accademica le potenzialità dell’energia eolica offshore. Il 19 e 20 dicembre, organizzato dall’Associazione nazionale energia del vento (ANEV), si svolgerà il primo Summit dedicato all’energia eolica, con la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, del Ministro dell’Industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, e delle ambasciate dei Paesi nei quali la tecnologia offshore “bottom fixed” è già affermata.

In molti Stati, grazie alla nascita di sinergie virtuose tra le realtà istituzionali e quelle imprenditoriali, si stanno già sperimentando scenari innovativi e sostenibili. Gli esperti continuano a studiare l’importanza del rapporto tra vento e mare, poiché grazie a questo tipo di tecnologia riusciamo a costruire turbine di dimensioni importanti e a produrre molta più energia di quanto succeda sulla terraferma. Sviluppare l’eolico a grande distanza dalla terraferma permette di superare una delle obiezioni storicamente più articolate contro questa fonte energetica: l’impatto paesaggistico.

Inoltre, i danni registrati e monitorati sull’ecosistema marino sono realmente minimi e si concentrano per lo più nelle fasi di costruzione e installazione delle turbine eoliche. Nel tentativo di comprendere meglio l’importanza dell’eolico offshore per l’affermazione di un sistema energetico sostenibile, per preservare l’ambiente e il mare, Materia Rinnovabile ha intervistato Simone Togni, presidente di ANEV.

Simone Togni. Foto: ANEV

 

ANEV ha organizzato il primo Summit nazionale dell’energia del vento. Quale ruolo ha per la crescita dell’economia sostenibile e per la diversificazione energetica in Italia? 

L’importanza di tale evento risiede nella necessità per il settore di fare chiarezza su tutti gli aspetti relativi allo sviluppo di questa tecnologia nelle applicazioni offshore. Il quadro normativo e tecnologico che serve per sviluppare queste infrastrutture energetiche è purtroppo ancora incompleto, anche a causa del fatto che nei nostri mari si dovranno realizzare impianti eolici flottanti che sono delle infrastrutture innovative. Proprio per questo momento l’ANEV ha ritenuto importante organizzare un evento così completo e con vari Ministri impegnati a chiarire i temi autorizzativi industriali della filiera tecnologica dell’infrastrutturazione dei porti, dello sviluppo e della ricerca di questo settore. Un evento completo per garantire un approccio approfondito su tali tematiche.

La Commissione europea sta spingendo per rilanciare un piano di cooperazione tra gli Stati membri al fine di individuare progetti innovativi per l’energia eolica, valorizzando e sostenendo lo scambio di informazioni tra gli impianti e i protagonisti della pianificazione transfrontaliera. Per i Paesi del Mediterraneo quali vantaggi potrebbero presentarsi dal punto di vista energetico?

L’applicazione marina dell’eolico è una sfida importantissima in termini di sviluppo industriale tecnologico ed economico del Vecchio continente. Per questo motivo la Commissione europea spinge per far sì che si arrivi quanto prima ad avere delle soluzioni mature da un punto di vista industriale ed efficienti da un punto di vista economico. In quest’ottica ogni cooperazione tra gli Stati membri non solo è benvenuta ma è assolutamente necessaria poiché solo in questo modo i Paesi del Mediterraneo potranno trarre il beneficio comune di infrastrutture condivise con un recupero di efficienza. D’altra parte la risorsa primaria, il vento, è disponibile in aree lontane dalle coste e in acque internazionali, e quindi è un bene che può essere distribuito fra tutti i Paesi interessati.

Le istituzioni di Bruxelles hanno chiaramente annunciato che nel corso del prossimo anno lavoreranno duramente alla necessaria costruzione di una infrastruttura energetica tecnologica e sostenibile, per sostenere una nuova rete elettrica unica e connessa, ma anche più sicura e stabile, composta da lunghi cavi sottomarini e terrestri costruiti con le più recenti tecnologie trasmissive. Anche in tal caso l’eolico offshore potrebbe divenire uno strumento per spingere sulla sostenibilità energetica proveniente dall’uso consapevole del mare. Quali sono le innovazioni più interessanti registrate dall’Associazione?

Come dicevo sulle fonti rinnovabili, non vi sono confini geografici che possano limitarne lo sfruttamento o il beneficio ed è per questo motivo che è fondamentale che l’evoluzione tecnologica possa consentire a una produzione elettrica così importante ubicata in mezzo al mare di trasmettere l’energia prodotta sulla terraferma, fino ad arrivare ai punti di consumo. Per far sì che questo avvenga, e viste le distanze in gioco, è estremamente importante che la ricerca nello sviluppo di sistemi di trasmissione consenta di ridurre le perdite generando tecnologie innovative più efficienti e durature.

Nel corso del Primo Summit nazionale saranno ospitate numerose realtà diplomatiche e saranno analizzati i vari approcci geopolitici alle dinamiche energetiche e dell’eolico. Quali sono i Paesi più innovativi nel presentare idee originali e sostenibili?

Nei settori dell’eolico offshore i Paesi più innovativi sono quelli nordici che affacciano sul Mare del Nord. Queste zone presentano caratteristiche di ventosità ideali sul mare e la batigrafia degli stessi consente installazioni di impianti offshore anche a molti chilometri dalla costa, anche se con fondazioni di tipo tradizionale, cioè ancorate al fondale del mare grazie alla poca profondità degli stessi. Le esperienze di quei Paesi devono essere analizzate e adattate all’Italia, anche importando le migliori pratiche e adeguandole alla realtà geopolitica del nostro Paese, affinché anche in Italia possa partire lo sviluppo di questa tecnologia. Tuttavia resta importante la differenza tecnologica tra gli impianti eolici di tipo tradizionale e quelli flottanti, come dovranno invece essere realizzati nel nostro Paese. Per cui quello che realmente dovrà accadere, per poter raccontare una storia di successo, avverrà con una risposta a questa domanda, cioè a quale possa essere il Paese più innovativo in questo campo. Nel futuro potrebbe essere l’Italia.

 

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Foto copertina: Shaun Dakin, Unsplash