Oggi il settore del carbon market non è ancora sufficientemente trasparente. Per compensare le proprie emissioni di anidride carbonica, calcolate ancora in modo approssimativo, si comprano dei crediti di cui poi non si conosce il reale impatto ambientale. Per questo Therme Group, leader globale nelle strutture di wellbeing urbano, vuole ridisegnare completamente gli strumenti finora adottati nel mercato dei crediti di carbonio, per garantire trasparenza e sicurezza nelle modalità con cui si compensano le emissioni.
Si punterà sulla cosiddetta visitor economy, l’economia del turismo che fa riferimento a tutte le attività generate da viaggi e soggiorni di svago. Un settore strategico sotto tanti punti di vista, che però stenta a ridurre il suo impatto ambientale proprio per la mancanza di tecnologie in grado di misurare con precisione le emissioni più sfuggenti: quelle indirette, che per le imprese rientrano nella categoria Scope 3.

Il modello Carbon Tokenomics

L’innovativa tecnologia di Therme Group, sviluppata in collaborazione con l'Università del Surrey – da poco sede di un Istituto per la sostenibilità del turismo guidato dal professore ed ex Ministro dell'Istruzione e della Ricerca italiano Lorenzo Fioramonti – si basa su un sistema che combina un carbon footprint calculator con un modello chiamato Carbon Tokenomics.
In pratica si misurano in maniera dinamica le emissioni attraverso un calcolatore dell’impronta carbonica di ultima generazione, che utilizza l'intelligenza artificiale per processare una miriade di dati: dai consumi effettivi durante il volo al numero dei passeggeri, fino agli impatti generati negli alberghi.
“Circa l’11% delle emissioni globali di gas serra sono dovute al turismo, una quantità che probabilmente raddoppierà entro il 2050 a questi ritmi di crescita – dice il professor Eduard Goean, vice presidente di Therme Group, che ha condotto due notevoli ricerche sul modello Carbon Tokenomics e sulle sue applicazioni – Il nostro obiettivo è fornire all’industria uno strumento che consenta una misurazione puntuale dell’impronta di carbonio e al turista un meccanismo affidabile con cui compensare la CO2 generata”.

Una volta quantificate le emissioni, se un turista vuole compensarle investendo in progetti sostenibili, entra in scena il modello Carbon Tokenomics. Ancora in fase di sviluppo, la tecnologia si basa sulla tokenizzazione delle emissioni che vengono registrate su una blockchain "quantistica", cioè in grado di processare in modo sicuro milioni di richieste al secondo.
“In questo modo riusciamo non solo a incanalare miliardi di investimenti nell'industria con le quote pagate dai turisti per la compensazione – aggiunge Goean – ma generiamo un'economia parallela che produce ulteriori profitti da investire a loro volta in progetti green. Tutto in modo trasparente e monitorabile da parte dell'utente”

Verso un turismo carbon neutral

Therme Group crede che, visti gli attuali scenari di crescita del settore, questo modello sia necessario affinché il turismo raggiunga la neutralità carbonica. Oggi gli strumenti utilizzati per contabilizzare e compensare l’impronta carbonica nella visitor economy non godono di grande fiducia e, soprattutto in un Paese come l’Italia dove il turismo rappresenta una fetta significativa dell'economia nazionale, la diffusione di una tecnologia simile potrebbe accelerare la transizione ecologica del settore.
Al progetto servirà un periodo di sperimentazione graduale, partendo da un primo network di piattaforme turistiche e catene alberghiere. Dopo il lancio della tecnologia alla più grande fiera del turismo globale (la ITB di Berlino) in primavera, Therme Group mostrerà il potenziale del modello Carbon Tokenomics anche ai decisori politici. “Il nostro focus rimane l'Europa, perché vogliamo rendere il nostro continente un vero esempio di sostenibilità, ma la nostra tecnologia diventerà applicabile ovunque”, conclude Goean.
Secondo Max Lu, rettore dell’Università del Surrey, questa partnership “porterà un cambiamento positivo verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”, mentre per Robert Hanea, CEO di Therme Group, il progetto “può aiutare a costruire la green economy del futuro."

Immagine: Therme Group


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