Mentre si avvicinano le elezioni europee di giugno, a Bruxelles proseguono i lavori per la creazione di un Blue Deal europeo. Dopo la dichiarazione politica presentata a ottobre 2023, contenente 15 principi guida e 21 azioni, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha infatti deciso di non perdere lo slancio. Il 22 gennaio scorso ha organizzato un ulteriore incontro, dedicato ai fiumi come esempio di gestione sostenibile delle risorse idriche.

Qui però è importante schivare un malinteso. Ciò che è andato in scena nel Jacques Delors Building non va letto come un arido follow-up. L’esercizio di CESE, Commissione, Parlamento, Comitato delle Regioni (solo per citare alcuni dei principali attori coinvolti) è diretto alla creazione di una piattaforma consultiva che permetta al prossimo esecutivo UE di agire per una gestione integrata e concertata dell'acqua d’Europa.
Un vero e proprio passaggio di testimone, come spiegato in apertura da Pietro Francesco De Lotto, presidente della Consultative Commission on Industrial Change (CCMI): “Penso che questo sia molto più di un progetto. Si tratta di una linea guida politica per il prossimo Parlamento europeo, la prossima Commissione e per i gli Stati membri”. Insomma, insieme all’annuncio della presidente Von der Leyen del lancio a marzo di una Water Resilience Initiative, è ormai chiaro che la resilienza idrica sarà in primo piano nell'agenda ambientale dell'UE.

L’acqua come priorità

Secondo le Nazioni Unite entro il 2050, la domanda di acqua potrebbe aumentare del 55% e il 40% della popolazione mondiale dovrà far fronte a carenze idriche. Il continente europeo non sarà esente da questo cambiamento, come ci ricorda la siccità del 2022, la peggiore degli ultimi 500 anni secondo l’European Drought Observatory. Tant’è che nella Dichiarazione presentata il 26 ottobre 2023 il CESE chiede “alle istituzioni europee di considerare l'acqua come una priorità e di adottare un Blue Deal dell'UE come politica strategica a sé stante, al pari del Green Deal dell'UE”. “Non esiste un Green Deal senza Blue Deal”, aveva commentato in quell’occasione Pernille Weiss, Chair di MEP Water Group.
Blue Deal come cornice per l’introduzione di misure di conservazione delle risorse idriche, che puntino a districare e risolvere la lunga combinazione di conflitti d’uso che possono sorgere intorno all’acqua: dall’energia all’agricoltura, dal turismo alla produzione industriale. Con il caveat di garantire acqua pulita a prezzi accessibili, come ribadito da Claudia Olazabal, DG ENV EU Commission, durante il suo intervento. “Un messaggio importante da sottolineare è che non si tratta solo di cambiamento climatico – ha aggiunto Olazabal - ma di una cattiva gestione dell'acqua che è stata aggravata dalla crisi climatica".

La gestione dei fiumi come esempio per il Blue Deal

“Siamo stati viziati, venendo da un clima benevolo e da acqua dolce in abbondanza. Ora è il momento di prendere coscienza, di tornare alle basi: flussi e fiumi, pensiero a lungo termine, condivisione", ha dichiarato Erik Orsenna, Chairman della Initiative for the Future of Great Rivers (IFGR).
E non a caso il CESE ha scelto i fiumi come tema dell’evento. I corsi d’acqua sono riserve facilmente accessibili, forniscono molti servizi alle società e l’Unione ha già in “casa” esempi di gestione condivisa.
Presenti in sala Chris Baker, direttore di Wetlands International Europe ed Eric Divet, direttore responsabile delle risorse idriche per la società idroelettrica francese Compagnie Nationale du Rhône (CNR), che parlando del Rodano ha riportato prospettive e risultati della società in termini di ripristino fluviale e usi industriali. Società che negli ultimi anni ha svolto un ampio lavoro di monitoraggio. Attività fondamentale, come sottolineato dal presidente del CESE Oliver Röpke, per il futuro del Blue Deal: “Questa strategia dovrà basarsi su tre pilastri: conoscenza, politiche pubbliche e investimenti. Abbiamo bisogno di migliorare la nostra conoscenza riguardo le differenti situazioni nei diversi Stati membri per introdurre buone policy e abbiamo bisogno di investimenti per trasformare il Blue Deal in realtà”.

Immagine: Aaron Burden (Unsplash)


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