Questo articolo è stato pubblicato su Revolve Magazine, n. 16 (Estate 2015), p. 68-75; revolve.media/brussels-building-the-future

 

Bruxelles è nota per aver reso i suoi edifici più “passivi” o energeticamente efficienti. Sono attive norme che mirano a soddisfare i più alti standard di risparmio energetico nella costruzione di nuovi edifici o nell’ammodernamento di strutture più vecchie. La Regione della capitale belga possiede anche un efficace meccanismo già operativo per istruire i professionisti sulle più efficienti tecniche di costruzione, e ha creato incentivi perché i giovani professionisti possano acquisire una reale esperienza nella costruzione di edifici con prestazioni energetiche ancora superiori. Dai workshop di formazione a una gara di costruzione tra scuole, alla realizzazione di nuovi asili nido “passivi”, Bruxelles si sta muovendo verso un futuro energeticamente più efficiente.

 


 

Intervista a Céline Fremault

 

Quali sono gli aspetti principali dell’economia circolare della Regione di Bruxelles?

“Le crisi finanziarie, economiche, sociali e climatiche che ci troviamo di fronte sono opportunità di cambiamento che dovremmo cogliere. Dobbiamo avere l’audacia di ripensare completamente il nostro modello di sviluppo. L’eccessivo consumo di beni e servizi non è certo una prospettiva credibile o auspicabile. Io desidero promuovere un modello di sviluppo che sia più sostenibile e più umano; uno in cui la crescita economica non sia un fine di per sé ma uno strumento per una migliore qualità della vita. Queste sono le priorità del modello che vorrei promuovere con la mia roadmap per l’economia circolare.

Applicato alla scala della Regione Capitale di Bruxelles, questo nuovo modello mira a dirigere l’economia verso una gestione razionale e intelligente delle risorse – che vanno dalle materie prime all’energia e comprendono acqua, aria e suolo – limitando le esternalità e sviluppando circuiti di catene di valore economico più brevi di cui possano beneficiare sia le nostre aziende sia i nostri lavoratori. È anche un’opportunità per i cittadini di Bruxelles di riconciliare economia e ambiente senza dogmatismi attraverso nuovi modi di considerare la città di domani in cui la qualità della vita sia per tutti, anche per i meno fortunati tra noi.”

 

Come si possono integrare meglio le rinnovabili nel sistema energetico?

“Oggi a Bruxelles abbiamo pochi meccanismi per supportare lo sviluppo delle energie sostenibili. Io sono coinvolta nel processo di riforma della green electricity promotion, regolamentazione che risale al 2006 e che ha introdotto il sistema dei certificati verdi. In termini di sviluppo delle energie rinnovabili, questo meccanismo è il più efficace tra quelli che la Regione di Bruxelles ha a disposizione. 

Parlando in termini concreti, per ogni megawatt/ora (MWh) prodotto vengono rilasciati un numero predefinito di certificati che assicurano l’ammortamento delle spese e la redditività delle installazioni entro sette anni, al massimo. Garantire la stabilità del mercato di questi certificati resta il mio interesse primario, dato che più di due terzi dell’elettricità prodotta a Bruxelles gode del supporto del sistema dei certificati.

Parallelamente, ho già sottoposto al governo il mio nuovo Piano per l’aria, l’energia e il clima, che mette in atto diverse misure mirate a incoraggiare le istituzioni pubbliche a muoversi verso le energie rinnovabili. Quando si tratta di rinnovabili, intendo agire tanto sull’offerta quanto sulla domanda.”

 

Qual è l’importanza degli edifici energeticamente efficienti?

“Gli obiettivi europei per affrontare i cambiamenti climatici, ai quali Bruxelles aderisce, sono estremamente ambiziosi in materia di energia e riduzione della CO2. Il settore edilizio e quello dei trasporti sono gli unici su cui Bruxelles può agire per raggiungere questi obiettivi. Rinnovare le esistenti infrastrutture è quindi un aspetto fondamentale, in cui dobbiamo mettere tutta l’energia necessaria, altrimenti c’è il rischio che l’obiettivo europeo non venga raggiunto a Bruxelles. Ecco perché ogni appartamento nuovo o ristrutturato deve soddisfare la normativa PEB 2015 (quasi-passività).

All’interno di questo contesto, è ora essenziale tenere conto della performance energetica e dei suoi impatti, come anche della qualità e durevolezza dei materiali utilizzati, e del ciclo di vita dell’edificio, che deve rispondere ai bisogni delle differenti funzioni della città. Gli edifici sono i nostri principali luoghi di vita: una casa, un ufficio, un asilo nido o una scuola per i nostri figli. Ecco perché dobbiamo garantire la miglior qualità possibile in termini di performance energetica, gestione dei flussi di energia o isolamento acustico.”

 

Il workshop CDR ad Anderlecht offre corsi di formazione in tecniche di costruzione passiva
Fonte: Michel Petillo

 

 Come si può comunicare meglio con i cittadini?

“Oggi possiamo osservare un paradosso: si stanno sviluppando sempre più iniziative cittadine mentre una larga maggioranza della popolazione presta ancora così poca attenzione alle questioni ambientali e climatiche. Dal luglio 2014 ho scelto di accettare la sfida di portare i cittadini e le aziende a interessarsi di più ai problemi ambientali. Da allora ho l’opportunità di parlare con persone impegnate, che dedicano il loro tempo, che si fanno coinvolgere e cercano insieme di cambiare le loro condizioni di vita verso forme più sostenibili e durevoli che rispettino il nostro ambiente. Lavorare ai progetti insieme ad altri cittadini crea contatti e una dinamica che dà impeto all’azione collettiva, che ci permette di andare oltre, di perseguire lo stesso obiettivo insieme.”

 

Ci può indicare alcuni esempi concreti di progetti sostenibili nella Regione Capitale di Bruxelles?

1. La settimana dell’edificio sostenibile – un piano che permetterà alle scuole partecipanti sia di concepire sia di ultimare un progetto di costruzione passiva in linea con i criteri di costruzione sostenibile. 

www.cdr-brc.be

2. Il Concorso di edilizia sostenibile passiva per le scuole – 47 studenti e 18 insegnanti provenienti da otto scuole superiori tecniche e professionali hanno collaborato con studenti di architettura di La Chambre-Horta (ULB) a un progetto sostenibile, passivo, modulare e trasportabile.

www.cdr-brc.be

 

Il Concorso di edilizia sostenibile passiva offre agli studenti l’opportunità di acquisire esperienza sul campo (www.cdr-brc.be)
Fonte: Michel Petillo

 

3. La piattaforma di addestramento della Confédération Construction Bruxelles-Capitale (CCB-C) – ideata per analizzare le necessità di formazione degli impiegati e anche per sviluppare importanti moduli di formazione e favorire gli aiuti finanziari. 

www.confederationconstruction.be

4. Brussels Retrofit XL – una piattaforma mirata a condividere tecnologie tra i centri di ricerca e le aziende di Bruxelles. Comprende 11 progetti di ricerca con 13 team dalle università e dai centri di ricerca di Bruxelles.

www.brusselsretrofitxl.be

5. Opalis – un sito web indirizzato agli appaltatori e agli architetti che vogliono comprare o vendere materiali riusabili. 

www.opalis.be

6. Baticréa – una cooperativa specializzata per tutte le professioni legate al settore edilizio. 

www.baticrea.be

Progetto pilota di Reginald van Oldeneel per il Concorso di edilizia sostenibile passiva
Fonte: CDR

 


 

Verso un’economia circolare

Tra gli esempi concreti citati dal Ministro Céline Fremault per promuovere la costruzione sostenibile a Bruxelles, ci sono numerose attività realizzate all’interno della “Alliance Emploi-Environment” (Alleanza ambiente-occupazione).

Lanciata nel 2010 dal governo della Regione Capitale di Bruxelles, l’Alleanza ambiente-occupazione rappresenta un approccio innovativo e inclusivo che punta a rendere l’azione di migliorare l’ambiente una fonte effettiva di opportunità economiche e di occupazione per gli abitanti di Bruxelles. Il progetto va oltre la classica consultazione e partecipazione legando strettamente tutti gli stakeholder perché lavorino insieme nello sviluppo di settori verdi e occupazione sostenibile.

 

Asilo nido Saint-François 
Fonte: Yvan Glavie

 

A Bruxelles, il settore edilizio con 25.000 posti di lavoro tra fissi e autonomi (dati del 2011) responsabile del 70% delle emissioni di gas serra, rappresentando quindi la maggior opportunità di risparmio energetico. Mediante le 64 azioni concrete pianificate dall’Alleanza, la Regione Capitale di Bruxelles si è impegnata ad aiutare il settore edilizio ad adeguarsi al crescente mercato dell’edilizia sostenibile.

Dopo quattro anni di implementazione, il primo asse dell’alleanza (l’edilizia sostenibile) ha generato effetti concreti e importanti nel settore. In questo momento operatori pubblici e privati si riconoscono reciprocamente: sono nate diverse solide partnership attorno a progetti concreti, ognuna delle quali consapevole delle sfide dell’edilizia sostenibile e dei bisogni delle aziende e del settore. Questo tipo di network genera valore reale.

Molto interessante anche il “Passive Sustainable Building Contest” (Concorso di edilizia sostenibile passiva), organizzato da Brussels Environment in collaborazione con il Brussels Reference Center for the Construction Center (CDR/BRC) (vedi box).

Considerando le sfide di Bruxelles, identificate nella nuova Dichiarazione delle politiche regionali del 2014, tra le quali il miglioramento della qualità della vita e dello sviluppo economico, la creazione di occupazione, formazione e istruzione, gli obiettivi dell’Alleanza ambiente-occupazione rimangono oggi quelli iniziali. La futura roadmap regionale per l’economia circolare porterà una chiara visione per orientare il processo di co-sviluppo intrinseco all’Alleanza ambiente-occupazione.

 

Maquette presentata alla giuria, Fase I giugno 2014
Fonte: Nicolas Neefs/CDR

 

C’è l’opportunità di riformulare lo sviluppo economico affinché sia più equo e favorevole allo sviluppo umano, per migliorare la qualità della vita a Bruxelles sia dei cittadini sia della città, e rispondere così alle principali sfide ambientali e sociali che l’urbanizzazione deve affrontare oggi. Il governo di Bruxelles ha scelto di cogliere questa opportunità perseguendo l’economia circolare.

L’economia circolare è stata il tema centrale di un simposio internazionale svoltosi a Bruxelles nel maggio 2015; questa economia mira a incentivare la conservazione delle risorse e a ridurre l’impatto dei rispettivi settori sull’ambiente creando al contempo opportunità economiche. D’ora in avanti l’Alleanza ambiente-occupazione seguirà questo percorso a Bruxelles. Dato che questa roadmap rappresenta uno degli impegni della 2025 Strategy, essa permetterà maggior coordinamento e coerenza con le azioni di altre politiche nella Regione Capitale di Bruxelles.

 

Asili nido “passivi”: edifici esemplari per le prossime generazioni

Lo “shock demografico” di Bruxelles comporta importanti implicazioni riguardo a istruzione, cultura, sport e altri servizi sociali. Secondo l’istituto Brussels Statistics entro il 2020 ci saranno 32.500 alunni in più e serviranno 79 nuove scuole entro il 2015. È una bella sfida.

La richiesta di progetti da parte della Regione Capitale di Bruxelles con l’iniziativa “Exemplary buildings” (Batex) ha incoraggiato la costruzione di nuove scuole e asili nido il più possibile efficienti sotto il profilo energetico. Nel 2011, un tredicesimo asilo nido ha adottato gli standard degli edifici “passivi” di Bruxelles; la maggior parte degli asili nido che applicano questi standard usano fonti di energia rinnovabili.

 

Primo incontro tra progettisti e costruttori, febbraio 2014
Fonte: CDR

 

Come risultato della gara organizzata all’interno dei Méridien Quarter Contracts, l’asilo nido di Rue Saint-François di Saint-Josse-ten-Noode, progettato da O2 Architects, possiede 30 posti letto e comprende tre appartamenti. Gli architetti hanno optato per una struttura in calcestruzzo, che dà rigidità e inerzia, completata da parti montate su telai di legno assemblate e isolate in loco.

Il fabbisogno energetico dell’asilo nido è pari a 13 kWh/m2 l’anno, mentre quello degli appartamenti è compreso tra i 6 e i 12 kWh/m2.

 

Il Concorso di edilizia sostenibile passiva

Intervista con Julien Holef, Project Manager Passive Sustainable Building Contest per CDR/BRC

“Il Concorso di edilizia sostenibile passiva è stato realizzato in associazione con l’Alleanza ambiente-occupazione e ha preso forma concretamente nel settembre 2013. Lo scopo è quello di permettere agli studenti provenienti dalle scuole di edilizia di Bruxelles di provare a completare con le loro mani un vero edificio che verrà usato come spazio di addestramento.”

Oltre al fatto che si tratta di un edificio sostenibile che può essere smontato e trasportato, la specificità di questa competizione sta nella varietà delle persone partecipanti, e nella possibilità per chi vi prende parte di capire e tenere conto delle particolari sfide poste al mercato immobiliare.

“Seguire il progetto dall’inizio alla fine, vedere persone che traggono piacere dalla costruzione di questo edificio pilota e condividere il loro entusiasmo, ecco ciò che mi ha più appassionato”, afferma Julien. “Il coinvolgimento delle scuole è stato totale, dagli studenti agli insegnanti, all’amministrazione. È un progetto che nessuno può affrontare da solo ed è grazie alla partecipazione di ognuno che raggiungeremo qualcosa di cui gli studenti potranno essere fieri.”

Hanno partecipato al concorso 47 studenti, futuri professionisti dell’edilizia provenienti da otto scuole di Bruxelles, e futuri designer e studenti di architettura. Sono stati raggruppati in due squadre multidisciplinari, ognuna delle quali ha presentato il proprio progetto di edificio. 

Nel febbraio 2015 i partecipanti hanno iniziato a costruire il padiglione nel workshop, poi sono stati completati il tetto e le suddivisioni dei moduli. Il prossimo grande passo sarà l’assemblaggio dei differenti elementi. A progetto finito (giugno 2015), il modulo passivo verrà smontato, trasportato e rimontato in un altro posto dove sarà utilizzato come area di addestramento.