E se raccogliere rifiuti ti facesse entrare gratis al museo? Se lo è chiesto un gruppo di cinque under 20 durante l’hackathon “Women Empowerment” tenutosi a Roma lo scorso novembre, arrivando alla formulazione di una proposta ben precisa: risolvere il problema dei rifiuti abbandonati accanto ai cassonetti romani attraverso la gamification.
Giochi da non rifiutare – questo il nome del progetto – propone la costruzione di cassonetti interattivi che consentano, attraverso la raccolta dei rifiuti, di organizzare delle gare a punti per i cittadini. Chi raggiungerà il punteggio più alto avrò diritto alla MIC Card, la tessera per l’accesso gratuito a tutti i musei della capitale.
L’idea, vincitrice dell’hackathon, ha convinto la giuria a tal punto da essere stata portata al tavolo del Comune di Roma, dove ha già ottenuto i primi finanziamenti per mettere in cantiere una sperimentazione.

Gamification e sfide senza genere

Quattro ragazze e un ragazzo. Irene Casariu, Alessia Proietti D'Ascaneo, Claudia Gemma, Leonardo Marinangeli e Ludovica Santambrogio, guidati dalla mentor Sara Matassoni, sono i nomi dietro Giochi da non rifiutare, vincitori dell’hackathon tenutosi lo scorso 17 novembre a Palazzo Valentini. La maratona di idee – organizzata da GenQ, no profit attiva sui temi della diversità e dell’inclusione, in collaborazione con Needs, incubatore di idee innovative e brand – ha chiamato a raccolta un totale di trenta partecipanti per proporre soluzioni a problemi legati alla città di Roma attraverso l’utilizzo creativo degli open data.
Pur essendo un hackathon finalizzato all’empowerment femminile, al centro della sfida non è stato messo il tema della gender equality, bensì quello della qualità della vita a Roma (sempre più bassa a causa della quantità di rifiuti accumulati lungo le strade e in prossimità dei cassonetti). Una scelta lungimirante per rendere l’uguaglianza di genere non un tema intorno a cui parlare, ma un concetto già assodato e assimilato in un contesto concreto di scambio e azione per il sociale.
L’inquinamento urbano perciò si è subito inserito nei dibattiti dei giovani partecipanti, diventando il problema numero uno su cui concentrarsi. Spunto lampante l’incuria in cui versano alcune zone della capitale, come il Parco degli Acquedotti dove – come titolano i giornali – i “cassonetti vuoti galleggiano su montagne di rifiuti”.
Come risolverlo? Il giovane team propone la gamification, cioè l’utilizzo di dinamiche di gioco in contesti non ludici per aumentare il coinvolgimento degli utenti, tecnica ormai protagonista delle più aggiornate strategie di marketing ed engagement.

Gratis al museo: la cultura premia il senso civico

Ancora una volta, il gioco applicato a contesti problematici potrebbe tornare utile per modificare le abitudini sociali in positivo. Le tecniche di gamification non sono nuove a progetti per ridurre l’inquinamento in città, così come negli anni passati sono stati sperimentati diversi cassonetti interattivi per incentivare la raccolta differenziata. A Roma, però, nessuna proposta ha mai avuto alcuna applicazione. E questa potrebbe essere la volta giusta. In base a quanto riportato sulla nota stampa rilasciata da GenQ, infatti, la proposta è stata discussa al Comune di Roma, dove è già riuscita ad accaparrarsi i primi finanziamenti.
A premiare il senso civico (o il puro spirito di competizione) dei partecipanti sarà la cultura. Il palio per chi raccoglierà più rifiuti, nel rispetto delle regole di gioco già stabilite in fase di elaborazione dell’idea durante l’hackathon, ci sono cinquanta MIC Card per accedere gratuitamente ai musei di Roma. Dai Musei Capitolini al Museo dell’Ara Pacis, dal Museo dei Fori Imperiali alla Galleria di Arte Moderna.

Immagine: David Bruggink (Unsplash)