La raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia è in aumento. Una crescita costante e notevole se si considerano gli ultimi dieci anni, ovvero il periodo 2005-2014. Inoltre, secondo i dati Ispra aggiornati al 2016, si è passati da un 24% a un ottimo 47,5% della produzione nazionale, con un’ulteriore crescita di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Anche a fronte di una riduzione dello 0,4% nella produzione di rifiuti urbani: nel 2015 sono stati 29,5 milioni di tonnellate i Rsu prodotti, con un calo complessivo, rispetto al 2011, di quasi 1,9 milioni di tonnellate (dati Ispra, Rapporto Rifiuti Urbani 2016). 

A fare da locomotiva alla raccolta differenziata rimane il Nord, con 8 milioni di tonnellate, dato che rappresenta il 58,6%, mentre al Centro sono quasi 2,9 milioni le tonnellate raccolte (43,8%). 

Se da un lato questi numeri fanno ben sperare per il raggiungimento della quota del 50% entro il 2020, come richiesto dalla Direttiva europea 2008/98/CE, dall’altro si deve registrare un forte ritardo da parte delle regioni del Mezzogiorno: a oggi infatti solo il 33,6% dei rifiuti, dato seppur in aumento, viene raccolto e differenziato, pari a circa 3,1 milioni di tonnellate. 

“Per raggiungere l’obiettivo di riciclo dei rifiuti urbani del 60% entro il 2025 (65% entro il 2030) le performance di riciclo dovranno migliorare in tutte le regioni del Mezzogiorno”, scrive la Fondazione per lo sviluppo sostenibile nel dossier “La raccolta differenziata dei rifiuti urbani nel Mezzogiorno: i ritardi e le proposte per superarli e per raggiungere i nuovi target europei”, presentato a novembre 2016 durante gli Stati Generali del Sud. “Nelle cinque regioni in ritardo dovranno essere fatti sforzi eccezionali perché sono molto lontane dai risultati richiesti e perché il trend dell’ultimo decennio, se non fosse radicalmente cambiato nei prossimi 10 anni, porterebbe a una rotta che resterebbe molto lontana da quegli obiettivi”. Molise, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia sono le facce della stessa medaglia, non solo nel raggiungimento di una quota soddisfacente di raccolta differenziata, ma anche per la realizzazione di un sistema capillare e funzionale di raccolta e trattamento, che porterebbe alla crescita di investimenti e occupazione.

 

 

Carta e cartone in cima alla raccolta differenziata

Se andiamo a sfogliare i dati, si nota come la frazione dei rifiuti urbani maggiormente raccolta e trattata – dopo l’organico – è quella composta da carta e il cartone. “In gran parte del Nord e del Centro Italia abbiamo una situazione di maturità della raccolta differenziata di carta e cartone che, storicamente insieme al vetro, è una delle prime attivate in Italia. Per questo motivo, a parte la Liguria, i margini di crescita non sono molto ampi”, spiega Roberto Di Molfetta, responsabile area riciclo e recupero di Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica). “Dai rapporti degli ultimi anni emerge che abbiamo molte città, in particolare al Nord, che per carta e cartone sono arrivate quasi al limite dell’intercettabilità. Di contro ci sono diversi comuni, più frequentemente al Sud e al Centro dove il livello di raccolta è ancora basso. Da qui viene il Piano per l’Italia del Sud, avviato da Comieco: proprio per andare a recuperare quei quantitativi di carta e cartone che finiscono ancora nell’indifferenziato.”

Se si guardano gli ultimi dati raccolti dal Consorzio nel 21° Rapporto annuale sulla raccolta di carta e cartone, è proprio il Sud Italia a far registrare i risultati migliori: +4% nel 2015, pari a 26.000 tonnellate, rispetto all’anno precedente con 31,5 kg pro capite raccolti. L’area Sud rappresenta il 21% del totale della raccolta differenziata di carta e cartone in Italia, mentre nel 1998, all’avvio del sistema consortile, si attestava sul 5%. Aumento confermato anche nel 2016: +20.700 tonnellate nel primo semestre (ovvero un 9% in più rispetto all’anno precedente), con la raccolta “famiglie” che risulta essere la componente trainante con 140.000 tonnellate (+10,1%).

“La grande sfida è sviluppare una vera raccolta ‘famiglie’ al Sud”, sottolinea Di Molfetta. “I volumi che mancano sono quelli provenienti dalla raccolta presso i nuclei familiari. Ciò è dovuto a una forte lacuna nella raccolta: in molti casi mancano le attrezzature, non si raccoglie regolarmente, con pratiche di conferimento che non seguono i canali ufficiali”. Un deficit organizzativo che porta spesso a una raccolta fatta male, spesso multimateriale. “La qualità del materiale raccolto è fondamentale, perché questo è il primo passo di un processo che finisce con l’alimentazione di una cartiera per fare nuova carta. Ma più il materiale presenta frazioni estranee, più deve essere lavorato e pulito. E quindi tutto il processo viene a costare molto di più, senza contare l’ulteriore produzione di rifiuti indifferenziati”, continua Di Molfetta.

 

Un miglioramento costante, con ulteriori margini

Secondo il Consorzio il potenziale di crescita della raccolta differenziata di carta e cartone è valutabile in almeno 650.000 tonnellate annue. Se valutiamo queste cifre in termini economici, come ritorni e minori oneri di smaltimento, il valore si aggira intorno ai 100 milioni di euro l’anno. Quantità individuabili per circa tre quarti dalla raccolta presso le famiglie e oltre il 60% in Campania e Sicilia. Non solo. Come sottolinea la Fondazione per lo sviluppo sostenibile “per la filiera della carta e del cartone, rispetto al 2014, le ulteriori 800.000 tonnellate da riciclare al 2025 porterebbe a un incremento di circa 1.400 lavoratori a cui si aggiungono – nel 2030 – altri 400 lavoratori necessari per il riciclo delle 190.000 tonnellate aggiuntive per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2030. Complessivamente, entro il 2030, l’incremento di occupazione al Sud, determinato dal raggiungimento degli obbiettivi, sarebbe di circa 1.800 occupati nel settore della carta e del cartone”. Fattore determinante per la crescita sarà la razionalizzazione dei servizi che risultano ancora dispersi in una miriade di contratti e di affidamenti di piccola taglia e durata.

 

 

 

Il Piano per l’Italia del Sud, gli strumenti 

Per raggiungere questi risultati, il Piano per l’Italia del Sud ha messo sul piatto risorse fino a 7 milioni di euro tradotte come anticipazione dei corrispettivi di raccolta. Potranno essere impiegate per realizzare interventi mirati di consulenza e supporto nella valutazione dei progetti e l’individuazione degli obiettivi di raccolta; nel supporto economico per l’acquisto di attrezzature e mezzi fino al 50% del costo in relazione a obiettivi di raccolta definiti a priori e nelle attività di comunicazione specifica. Fino a oggi sono stati attivati – o sono in corso – almeno 16 progetti che coinvolgono oltre 1,7 milioni di abitanti, con anticipazioni di circa 5 milioni e obiettivi di arrivare a 60.000 tonnellate di nuova raccolta.

Non solo, ma grazie all’accordo tra Comieco e Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) nel 2016 è stato rinnovato il bando nazionale per i comuni con deficit di raccolta, stanziando tre milioni di euro in 98 comuni (il 93% al Sud), pensati per tutte quelle amministrazioni che presentavano risultati di raccolta inferiori a 30 kg/abitante e con una popolazione fino a 100.000 unità. Dal 2014 Comieco ha contribuito a potenziare la raccolta differenziata di carta e cartone in circa 200 comuni impegnando risorse per 4,5 milioni di euro per l’acquisto di 760.000 sacchetti e scatole, 220.000 mastelli, 33.000 carrellati, 3.700 cassonetti, 25.000 contenitori salva carta, 800 roller per i negozi.

Restano comunque delle difficoltà, legate principalmente alla progettazione della raccolta. “Una volta individuato il progetto il passo forse più complicato è trovare un’azienda che lo metta in pratica. Questo (problema, ndr) aumenta laddove dove non ci sono servizi organizzati a livello comunale o sovra comunale”, spiega Di Molfetta. “Spesso purtroppo i tempi di attivazione di una gara sono molto lunghi. In Sicilia siamo in grado di supportare comuni come Siracusa, Ragusa, ma stiamo aspettando che si concluda l’iter di individuazione del gestore del servizio di raccolta di rifiuti.” 

 

I casi che funzionano

Ma c’è ovviamente anche un Sud che funziona, grazie appunto a progetti puntuali e interventi strutturali. Come quello avviato a Napoli, che ha coinvolto un bacino di 200.000 abitanti, con due nuovi automezzi messi a disposizione e 7.500 nuovi contenitori per la raccolta. Un investimento di 1,35 milioni di euro con l’obiettivo di incrementare la raccolta nella città di 4.500 tonnellate. 

O anche come l’iniziativa “La via del cartone” avviata a Palermo lo scorso dicembre. Insieme a Rap (Risorse Ambiente Palermo) il Consorzio ha coinvolto 610 utenze commerciali, negozi di abbigliamento, librerie, ferramenta e altri, in 24 strade dove ancora non esisteva una raccolta puntuale. “Abbiamo definito un servizio giornaliero di raccolta a chiusura della giornata, nel quale Rap passa a ritirare esclusivamente il cartone, prima dell’indifferenziato”, racconta Di Molfetta. Le utenze coinvolte dal progetto sperimentale hanno risposto positivamente all’iniziativa che ha portato un incremento medio giornaliero da 800 a 1.300 kg. Secondo i dati Conai, nel 2015 il riciclo degli imballaggi di carta e cartone ha permesso la generazione di materia prima seconda pari a 329 milioni di risme di carta in formato A4. Segno che economia circolare significa innanzitutto risparmio, di risorse ed energia. 

 

 

Dossier “La raccolta differenziata dei rifiuti urbani nel Mezzogiorno: i ritardi e le proposte per superarli e per raggiungere i nuovi target europei”, tinyurl.com/zzzbwk2

21° Rapporto Raccolta, Riciclo e Recupero di carta e cartone 2015, luglio 2016, tinyurl.com/zhadbtl

Info

www.comieco.org

 


  

Intervista a Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile

A cura di R. B.

 

“Mancano una visione politica e una capacità operativa”

 

Lo scorso ottobre la Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha presentato il dossier “La raccolta differenziata dei rifiuti urbani nel Mezzogiorno: i ritardi e le proposte per superarli e per raggiungerei nuovi target europei”, che esamina gli attuali ritardi e fornisce alcune soluzioni per superare l’impasse nella gestione dei rifiuti nelle regioni del Sud. 

 

Dai numeri presentati nel rapporto emerge un ritardo significativo delle regioni del Mezzogiorno nella raccolta differenziata. Cosa manca ancora?

“La normativa è la stessa a livello nazionale. Ci sono almeno tre regioni del Mezzogiorno che stanno facendo bene, come la Sardegna che ha superato il 50%, Campania e Abruzzo che si stanno avvicinando a queste cifre. Quindi parlerei di una situazione non omogenea per tutto il Sud. Non restano che i ritardi delle amministrazioni regionali e comunali, sia di visione politica sia di capacità operativa e gestionale del settore dei rifiuti. Una filiera, quella amministrativa, che non funziona.” 

 

Nel vostro rapporto presentate almeno dieci proposte per recuperare i ritardi registrati. Di cosa si tratta?

“Abbiamo avanzato queste proposte al ministero dell’Ambiente per attuare un accordo coinvolgendo il Conai e le regioni del Mezzogiorno e sviluppare un’attività di supporto centrale. Ovvero verificare l’impiantistica e i piani di gestione già esistenti, migliorare la qualità delle raccolte già in atto e condurre una campagna formativa e informativa in queste regioni. Poi credo siano fondamentali dei progetti pilota, mirati e puntuali, capaci di essere da esempio per le altre città.”

 

L’economia circolare se ben attuata porta tutta una serie di benefici, non solo occupazionali.

“Certo. E questo vale in particolare per la frazione umida. La filiera a essa legata – che è la più sottovalutata in queste cinque regioni – richiede però un’impiantistica adeguata per alimentare settori industriali come la produzione di biometano e della chimica verde. L’economia circolare è un settore già sviluppato nel nostro paese, che potremmo estendere anche nelle regioni del Mezzogiorno, creando occasioni di occupazione, investimento e sviluppo sano.”

 

www.fondazionesvilupposostenibile.org

 


  

Intervista a Piero Attoma, presidente di Comieco

A cura di R. B.

 

“Potenziata la raccolta di carta e cartone in oltre 120 Comuni”

 

Con uno stanziamento di 7 milioni di euro, il Piano per l’Italia del Sud varato da Comieco punta a incentivare la raccolta nelle regioni del Mezzogiorno, con l’acquisto di nuove attrezzature ma anche con la riorganizzazione del servizio. 

 

Mentre al Nord e al Centro la percentuale è sostanzialmente invariata, è il Sud ad averele maggiori potenzialità di aumento. È così?

“Esattamente. Nel 2016 al Sud si è registrata una crescita quasi del 10% (il doppio rispetto al 2015) nella raccolta di carta e cartone. Ma c’è ancora tanto da fare: se si differenziassero correttamente tutta la carta e il cartone intercettabili, potremmo arrivare a recuperare oltre 6.000 tonnellate di materiali che ancora finiscono nell’indifferenziata.”

 

Che cos’è il Piano per l’Italia del Sud, patrocinato dal ministero dell’Ambiente? 

“È un progetto di Comieco, sviluppato d’intesa con Conai e il ministero dell’Ambiente, attivato per incentivare la raccolta differenziata di carta e cartone nel Mezzogiorno attraverso l’acquisto di nuove attrezzature e campagne di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini. Comieco ha stanziato 7 milioni di euro a sostegno di otto regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Molise, Sicilia, Sardegna. Gli accordi firmati in diverse città capoluogo hanno portato per esempio, nei quartieri di Palermo, 200 nuovi cassonetti con la previsione di raccogliere in 18 mesi 2.100 tonnellate in più di carta e cartone e un ulteriore posizionamento, nel 2016, di 70 cassonetti. A Messina sono state stanziate risorse per estendere la raccolta porta a porta in due quartieri e potenziare il servizio nel circuito commerciale sull’intero territorio comunale: questo intervento si aggiunge al rafforzamento della raccolta negli uffici della pubblica amministrazione e nelle scuole. D’intesa con Conai, nell’ambito della riorganizzazione del servizio di raccolta, Comieco ha stanziato 79.000 euro per le attrezzature dedicate alla raccolta della frazione cellulosica a Catania e 100.000 euro per l’acquisto delle attrezzature necessarie al potenziamento del servizio di raccolta a Catanzaro. A Napoli, invece, è stato siglato un accordo integrativo tra Comune e Asia (Azienda Speciale per l’Igiene Ambientale, ndr) per lo sviluppo della raccolta differenziata di carta e cartone con un finanziamento pari a 1,4 milioni di euro e l’obiettivo di raccogliere 9.000 tonnellate in più entro il 2017. Nella città di Bari, infine, 14 Cartonmezzi sono scesi in campo per le vie comunali per sensibilizzare i cittadini a effettuare una corretta raccolta differenziata di carta e cartone.”

 

Quali i maggiori problemi che Comieco si trova ad affrontare in queste Regioni? 

“Il ritardo non è dovuto a problemi di una singola filiera, ma a difficoltà nell’organizzazione e nella gestione della raccolta differenziata in quanto tale. Bisogna individuare le strategie più efficaci per risollevare le sorti di alcune realtà nel Meridione necessarie per produrre un cambio di passo. La raccolta di carta e cartone può rappresentare un importante fattore di traino di questo sviluppo perché attorno a essa si sta consolidando quel patto civico tra gli enti locali e i settori industriali di impiego. Gli uni chiamati ad attuare efficaci politiche territoriali sotto il profilo dei servizi di raccolta; gli altri, operanti attraverso le rispettive filiere del recupero e del riciclo, tenuti a garantire il ritiro di quanto raccolto e l’impiego delle materie seconde nei propri cicli produttivi.”