Colpo di scena nella saga del Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi. Il Comune di Trino Vercellese, l’unico che fino a questo momento si era fatto avanti per ospitare la struttura, ha ritirato la sua autocandidatura. La delibera che ufficializza il passo indietro del sindaco Daniele Pane è stata votata il 12 marzo all’unanimità dal consiglio comunale del piccolo paese piemontese.

E ora la lunga ricerca del sito idoneo a ospitare tutte le scorie nucleari italiane ritorna sui binari istituzionali. Quelli stabiliti dalla scienza e dalla prudenza, secondo l’opinione delle associazioni ambientaliste come Legambiente, che dichiara: “Ha vinto il buon senso”. Ma non quelli dell’urgenza, come avrebbe voluto il sindaco Pane, che ora chiede a tutte le istituzioni che hanno osteggiato la sua candidatura, a cominciare dalla Regione Piemonte, di rimboccarsi le maniche per allontanare al più presto dal territorio di Trino i rifiuti radioattivi che sono lì stoccati “temporaneamente” da oltre trent’anni.

I siti per il Deposito Nazionale e il caso Trino

Il “caso Trino” è scoppiato lo scorso dicembre con la pubblicazione, da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, della Carta Nazionale delle Aree Idonee, la cosiddetta  CNAI.
Nella short list dei 51 siti giudicati adatti alla costruzione del deposito nucleare, il territorio di Trino non c’era. Le sue caratteristiche idrogeologiche, soprattutto per la vicinanza all’alveo del fiume Po, non erano infatti state ritenute sicure secondo i criteri stabiliti dall’ISIN, che insieme a Sogin, la società pubblica incaricata del decommissioning delle ex centrali italiane, ha redatto la CNAI. Di tutte le aree indicate, concentrate in 6 regioni, nessuna però si è mai fatta avanti per presentare la propria candidatura, condizione necessaria perché si possa procedere con la costruzione del deposito. L’unico a offrirsi volontariamente è stato appunto il Comune di Trino.

La sua auto-candidatura è stata, per così dire, “sbloccata” da quella che è parsa una vera e propria legge ad personam, contenuta nel Decreto Energia (Dl 181) del dicembre 2023. All’articolo 11, il decreto prevede infatti la possibilità, anche per gli “enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di CNAI”, di avanzare la propria autocandidatura e chiedere una rivalutazione del proprio territorio.
Ed è quello che ha prontamente fatto il sindaco Daniele Pane, con una delibera comunale votata il 12 gennaio 2024, in cui si richiedeva al MASE e a Sogin di rivedere i criteri di esclusione del territorio di Trino. Ora però la richiesta è stata ritirata.

Il passo indietro di Trino e l’appello del sindaco

A portare il sindaco Daniele Pane verso la candidatura del proprio Comune non sono stati solo motivi economici e legati alle ricadute occupazionali che la costruzione del Deposito Nazionale avrebbe. Sul territorio di Trino, infatti, sono già presenti i rifiuti radioattivi della ex centrale Enrico Fermi, che fino al 1987 è stata quella con il miglior standard di rendimento in Italia. Queste scorie, sommate a quelle custodite, sempre in via “temporanea”, nella vicina Saluggia, rappresentano quasi l’80% della radioattività totale presente in Italia. Per questo motivo Pace ha sempre sostenuto che sarebbe stato meglio avere una sistemazione definitiva in loco, piuttosto che tenersi i rifiuti in questa situazione precaria.

La sua posizione è stata tuttavia aspramente osteggiata nelle ultime settimane sia dal comitato cittadino TriNO, che da varie associazioni ambientaliste, prima fra tutte Legambiente, che invece ha chiesto alle istituzioni di attenersi all’iter e ai criteri di sicurezza stabiliti dall’ISIN. “Finalmente ha vinto il buon senso”, ha dichiarato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, all’indomani del passo indietro di Pane. “Il Comune ha ascoltato e accolto la richiesta di Legambiente e delle tante associazioni, dei comitati di cittadini, a cominciare dal comitato TriNO, dei Vescovi locali e dei movimenti sindacali contrari a questa insensata candidatura.”

In realtà, a pesare di più sul ritiro della proposta è stata l’opposizione dei presidenti delle Province di Vercelli e di Alessandria e soprattutto di Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, della stessa area politica di Pane. È dunque a loro, adesso, che il sindaco di Trino rivolge il proprio appello all’urgenza. “Il permanere sul territorio del Comune di Trino di rifiuti radioattivi stoccati in un deposito temporaneo – scrive nella delibera – senza alcuna proposta alternativa da parte dei soggetti che si oppongono alla procedura di autocandidatura finalizzata ad accelerare il processo per la realizzazione del deposito unico nazionale, comporta l’assunzione in capo a tali soggetti della responsabilità di ogni conseguenza negativa ne dovesse derivare”. Conclude pertanto chiedendo a Province e Regione “di farsi parte attiva immediatamente per l’allontanamento istantaneo di tutto il materiale catalogato come rifiuto radioattivo attualmente stoccato presso i siti di Trino e di Saluggia”.

 

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