Per non rischiare di mandare un segnale debole, si è scelta la posizione più evidente possibile: nella hall d’ingresso della fiera, in modo che proprio non si potesse non notarla. 

Così, la mostra “ExNovo Materials in the Circular Economy”, ha svolto il suo compito, quello di testimoniare un cambiamento fondamentale nella cultura e nella realtà economica e politica di cui Ecomondo è il principale appuntamento in Italia, ovvero il mondo delle clean & green technologies.

 

 

Giunta alla ventesima edizione, la manifestazione nata come fiera delle tecnologie per la gestione sostenibile dei rifiuti ha voluto porre con la massima evidenza (rinforzando il concetto con un nutritissimo programma di eventi) un tema: l’economia del riciclo sviluppatasi in questi due decenni è giunta a un punto di svolta. È il concetto stesso di rifiuto che sta assumendo una nuova identità, nel momento in cui la maturazione di diversi fattori (tecnologici, di mercato, ambientali, senza trascurare la spinta delle politiche e della società) consente di superare la dicotomia tra materia vergine e materia “seconda”, a volte addirittura rovesciandone i valori di mercato. Con, in più, il “bonus” della crescita di una nuova famiglia di materie, più propriamente rinnovabili in quanto “estratte” da risorse di origine biologica. 

Il riciclo – ovvero le politiche e le pratiche con cui è cresciuta la capacità di reimmettere nei cicli di produzione percentuali importanti di ciò che a un certo punto nel proprio ciclo di vita assume lo status di “rifiuto” – nella visione dell’economia circolare diviene solo una delle molteplici strategie che concorrono a ridurre in modo sostanziale l’eccessivo prelievo di materie prime vergini e il loro spreco in processi lineari di raccolta, trasformazione, uso e smaltimento.

La visione integrata dei diversi processi che contribuiscono a ridisegnare il rapporto tra economia e risorse (i “nutrienti tecnici e biologici dell’economia”, nella definizione di Bill McDonough e Michael Braungart) diventa quindi l’obiettivo che da qui in poi caratterizzerà le strategie espositive e culturali di Ecomondo. “ExNovo Materials” ne è l’annuncio e la prima efficace visualizzazione.

 

 

Raccontare una transizione attraverso immagini statiche avrebbe significato cadere in un paradosso, che agli occhi dei visitatori sarebbe apparso evidente. La formula che si è scelta è stata quindi un mix di immateriale e materiale: i video, con cui le pareti di ogni stanza venivano animate, e i materiali, le “materie rinnovabili” fisicamente presenti all’interno dei singoli spazi, in forma di prodotti o di materiali grezzi. 

La mostra è stata strutturata in tre aree che definiscono differenti ambiti di sviluppo dell’economia circolare. 

Nella prima – “Labirinto delle stanze” – ogni ambiente è dedicato a uno dei materiali che in questi anni sono stati i protagonisti della cultura del riciclo e che oggi rappresentano le realtà industriali più consolidate dell’economia circolare: alluminio, vetro, acciaio, plastiche, bioplastiche, carta, legno, oli minerali e pneumatici. Al centro del percorso che si sviluppa tra le stanze, un’area è stata riservata agli imballaggi, settore che in questi anni ha svolto un ruolo guida nella messa a punto di processi circolari nella gestione della materia.

Per ognuno dei materiali la mostra punta a mettere in evidenza le proprietà di “rinnovabilità”, ossia la capacità di mantenere inalterato il proprio valore nel passaggio tra una vita e l’altra della materia. A rendere più immediatamente percepibile la natura di queste materie contribuiscono gli ologrammi realizzati per visualizzare dinamicamente le trasformazioni che sono in grado di compiere.

Protagonisti di questa sezione sono i consorzi italiani di filiera per la gestione di imballaggi in alluminio (Cial), legno (Rilegno), acciaio (Ricrea), vetro, (CoReVe) plastiche (Corepla) e carta (Comieco), cui si aggiungono Coou per gli oli minerali, Ecopneus per gli pneumatici e Cic (Consorzio italiano compostatori) con Assobioplastiche e Corepla con il progetto “Di che plastica sei?”. Al centro lo spazio dedicato a Conai (Consorzio nazionale imballaggi) dove le identità delle diverse filiere coinvolte si presentano come sistema.

 

Who’s who in ExNovo Materials

La mostra è nata da un’idea condivisa tra Italian Exhibition Group, Edizioni Ambiente e Centro Materia Rinnovabile. Tutte le aziende e i consorzi presenti hanno attivamente contribuito alla realizzazione dei contenuti, fornendo anche i materiali in esposizione. 

Per la realizzazione dei visual ci si è avvalsi della collaborazione di Phantasya, per gli allestimenti di Prostand, mentre la grafica è stata curata da Mauro Panzeri-GrafCo3 Milano. 

 

L’area successiva presenta una serie di testimonial, ovvero le aziende che sono concreti e innovativi interpreti del cambiamento. Come Novamont, con la sua rete di poli produttivi e di ricerca che la pongono all’avanguardia nella produzione di biochemicals e biobased products, di cui nella mostra sono proposte anche numerose applicazioni. Officina dell’Ambiente, Hera e Federbeton rappresentano invece un’intera filiera circolare, che a partire da un “residuo dei rifiuti”, come le ceneri prodotte dagli impianti di termovalorizzazione, arriva fino alle applicazioni nel green building.

Nespresso presenta il proprio programma di riciclo delle capsule in alluminio usate e del loro contenuto, quest’ultimo avviato a compostaggio. Mosaico Digitale propone resine per rivestimenti a base di resine da fonte rinnovabile. Sono, infine, presenti Syndial, società del gruppo Eni specializzata nelle bonifiche di terreni contaminati e Remedia, che illustra un progetto per promuovere la raccolta dei Raee in Africa.

A chiudere il percorso espositivo un’ampia area riservata a una selezione di innovazioni proposte da start-up attive nell’ambito dell’economia circolare e della bioeconomia.

 

 

L’azienda tedesca Equipolymers ha presentato il progetto per lo sviluppo di una bottiglia in plastica con il 20% di contenuto di Pet riciclato, adatta a contenere bevande per produzioni su larghissima scala, che consentirebbe risparmi di materia estremamente consistenti rispettando i requisiti qualitativi necessari. Werner & Metrz Italia ha sviluppato una capacità di riciclo della plastica da raccolta differenziata che consente di realizzare contenitori di elevate prestazioni con cui l’azienda caratterizza una propria linea di prodotti per la pulizia.

Le start-up offrono poi una rassegna di materiali, semilavorati e prodotti “circolari” ottenuti dalle risorse più varie: fibre di basalto riciclate per produrre scafi per la nautica (GS4C), scarti della lavorazione del latte utilizzati per la produzione di tessuti (Acquastyle - DUEDILATTE), scarti della filiera agroalimentare che vanno a comporre miscele per malte (Calchera San Giorgio) o materie plastiche (Mycoplast - Mogu), biomasse non alimentari per realizzare polimeri (AEP Polymers), scarti della lavorazione della lana per produrre fertilizzanti (TCP Engineering - Fertilana), cosmetici ottenuti dagli scarti della produzione vinicola (Poliphenolia), prodotti per l’edilizia ricavati dai fanghi di segagione dei materiali lapidei (Stonebricks). 

In pratica la creatività applicata a tutto ciò che è rifiuto o residuo, con un occhio di riguardo al rapporto con le risorse locali e le economie dei territori.

Messa alla prova durante le giornate di Ecomondo 2016, la mostra ha riscosso un notevole interesse, evidenziando una qualità divulgativa che è andata al di là delle stesse aspettative degli organizzatori. I quali si ritrovano oggi in mano un format efficace e replicabile per favorire la diffusione di una cultura della circolarità. 

 

Video “ExNovo Materials in the Circular Economy”, www.youtube.com/watch?v=10hitUvByIo

R. Bressa, “L’edilizia green che nasce dai rifiuti”, Materia Rinnovabile 12/2016www.materiarinnovabile.it/art/262/Ledilizia_green_che_nasce_dai_rifiuti

Phantasya, www.phantasya.it

Prostand, www.prostand.com

Mauro Panzeri-GrafCo3, www.linkedin.com/in/mauro-panzeri-81963919

 

Tutte le fotografie: ©Sergio Ferraris/www.sergioferraris.it