Il sistema di gestione dei rifiuti è tra i settori più direttamente colpiti dall’emergenza Covid19. Secondo le prime stime, il lockdown e lo stop forzato delle attività produttive e dei consumi comporteranno una perdita di fatturato di almeno un miliardo di euro per le aziende del comparto. Lo dice uno studio rilasciato in aprile dalla società di consulenza Althesys, specializzata nella ricerca su temi ambientali, energia e infrastrutture, che elabora ogni anno il WAS Report sul settore rifiuti.

Rifiuti industriali e sanitari: situazioni opposte

“Lo stop alle attività della maggior parte dell'industria italiana porta in primo luogo a una drastica diminuzione dei rifiuti speciali da trattare”, spiega Alessandro Marangoni, economista aziendale e chief executive officer di Althesys. Da una prima stima che considera tutti i settori produttivi fermati dal Decreto ministeriale del 25 marzo sull’emergenza coronavirus, si avrebbero tra i 4,2 e i 4,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali in meno solo nelle tre regioni inizialmente più colpite: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. “Ciò comporterebbe per le aziende che gestiscono i rifiuti speciali una perdita di fatturato intorno al miliardo di euro”, precisa Marangoni.

Discorso completamente diverso per gli operatori dei rifiuti sanitari, in difficoltà, al contrario, per l’improvviso aumento delle quantità da gestire e da destinare, per ragioni di sicurezza sanitaria, a termovalorizzazione o incenerimento.“L’Istituto Superiore di Sanità ha infatti chiesto che le persone trovate positive o in quarantena non differenzino i propri rifiuti, ma li conferiscano in un unico sacchetto, che sarà inviato a termovalorizzazione senza pre-trattamento”.

Le ricadute sul comparto del riciclo

Sono in calo, infine, le quantità di rifiuti urbani, in particolare quelle prodotte dal settore terziario, come commercio e ristorazione. “Il calo dei consumi potrebbe ridurre i rifiuti urbani fino a 2 milioni e mezzo di tonnellate. Il virus arriva purtroppo là dove la prevenzione e i tentativi di ridurre i rifiuti hanno fallito – continua Marangoni – Ma nemmeno questo è un dato positivo, perché aumenterà la complessità della loro gestione. Il blocco o il rallentamento di alcune industrie impatterà sulle fasi a valle della filiera, cioè il recupero e il riciclo”.

Proprio sul comparto del riciclo si concentrano le preoccupazioni maggiori. “La chiusura di settori che trattano o impiegano materiali provenienti dalla raccolta differenziata, come plastica, carta, vetro e metalli, e la sospensione delle esportazioni di materie prime seconde, stanno riducendo gli sbocchi dei materiali raccolti”, avverte Althesys.

“Terminata l'emergenza, la ripresa dovrà partire dalle politiche climatiche ed ambientali”, conclude Alessandro Marangoni. “Potrà essere un’opportunità per affrontare con maggiore forza le debolezze del nostro Paese per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti: carenze di infrastrutture, eccessiva burocrazia, decisioni politiche spesso rinviate e, a livello sociale, poca sensibilità e cultura ambientali. Forse anche un’occasione per avere più consapevolezza della strategicità dell'economia circolare”.