La gamma dei fertilizzanti organici si arricchisce. Dall’unione di compost e biochar è nato infatti CBMix, il nuovo ammendante risultato della ricerca sperimentale che il Gruppo Caviro ha realizzato in qualità di soggetto capofila del progetto europeo Black to the future – Biochar and compost as soil amendment”.
L’iniziativa, finanziata da EIT Food – European Institute of Innovation and Technology, ha coinvolto quattro Paesi europei (Italia, Spagna, Cipro, Belgio). I dati ottenuti dai test sono stati presentati il 30 novembre scorso a Faenza durante un convegno organizzato al Museo Internazionale delle Ceramiche.

Biochar e CBMix, i vantaggi di rigenerare il suolo con l’economia circolare

“CBMix permette al suolo di accumulare acqua e restituire nutrienti alle piante – spiega Rosa Prati, Senior Research Development Manager di Caviro -, stimolando la crescita di microflora positiva, rendendo il terreno più resistente alla siccità e alla desertificazione, e portando la pianta a un maggiore equilibrio”.
La potenzialità di questo nuovo ammendante è quella di unire due fonti carboniose: una biodisponibile, quale il compost, che va ad aumentare la sostanza organica utile alla vita della pianta, ed una recalcitrante, il biochar, che funge da serbatoio di carbonio nel suolo.

Il CBMix nasce dall’applicazione di un modello di economia circolare, dal momento che gli agricoltori sono sia i fornitori della materia prima ma anche gli utilizzatori del prodotto finale. Il biochar è infatti un materiale che deriva dalla degradazione termica delle potature agricole, che diventa fonte di riserva di nutrienti, di acqua e carbonio. Elementi preziosissimi, non solo per contrastare l’impoverimento del suolo , ma anche per aumentarne la resilienza rispetto agli effetti del cambiamento climatico.

Black to the Future, gli obiettivi del progetto

Black to the future è l’ultima delle esperienze del Gruppo Caviro, attiva nella ricerca e sviluppo legata al compostaggio fin dal 1995. Nei due anni di sperimentazione il CBMix, che viene realizzato dalla società Enomondo presso gli stabilimenti di Faenza, è stato distribuito su alcuni terreni in Italia e nei paesi partner per testarne la resa in diverse condizioni climatiche e ambientali, e su colture differenti . A seguire la sperimentazione in Emilia Romagna è stato il “Centro ricerche produzioni vegetali” in collaborazione con l’Università di Bologna, mentre gli enti partner negli altri Paesi sono il “Consejo superior de investigaciones cientìficas” in Spagna, il “Cyprus university of technology” a Cipro e l’“Urban crop solutions” in Belgio.

“Questi progetti tracciano le linee per il futuro agronomico e vitivinicolo grazie agli investimenti che il nostro Gruppo mette in campo nell’area di ricerca e sviluppo – ha sottolineato Carlo Dalmonte, Presidente Caviro -. Queste iniziative sono espressione ed evidenza concreta dell’impegno che la Cooperativa porta avanti in ottica di economia circolare con ricadute tangibili per la nostra filiera. La collaborazione e il fare sistema tra realtà diverse del settore sono la chiave e il valore che rendono possibile questi progetti”.

I nuovi fertilizzanti alla luce del Regolamento Eu 2019/1009 e del Piano Strategico della PAC

Il riconoscimento ufficiale di questa tipologia di ammendanti dovrà comunque attendere il recepimento della normativa comunitaria anche nel nostro Paese. Per ora, infatti, la commercializzazione è legata ai due prodotti (ammendante e biochar) separati in attesa che l’Italia recepisca il Regolamento Eu 2019/1009 in materia di fertilizzanti, in vigore dal 16 luglio 2022.
Nel frattempo, però, Regioni e Ministero possono lavorare in sinergia.

“La Regione Emilia-Romagna crede e investe sui progetti di economia circolare da filiere agricole come quello che abbiamo visto oggi e continuerà a farlo con il nuovo coPSR (il PSR regionale all’interno del PSP Piano strategico della PAC, la Politica agricola comune – ha evidenziato in conclusione dell’incontro Valtiero Mazzotti, Direttore Generale Agricoltura Caccia e Pesca Regione Emilia-Romagna -. Abbiamo un problema di impoverimento del suolo in sostanza organica soprattutto in Romagna. Il progetto presentato questa mattina è una possibile soluzione, ma non ancora inserita nelle indicazioni europee. Siamo in fase di mediazione e di definizione delle schede attuative che saranno presenti nel nuovo PSP. La nostra Regione lavorerà con il Ministero per l’Agricoltura affinché prodotti come quelli presentati oggi siano ammessi”.

Image: Gruppo Caviro