Mentre molti Paesi si preparano a recarsi alle urne nel 2024, la necessità di una transizione verso le emissioni nette zero è diventata un terreno di attrito politico. In Europa, la sostenibilità delle pratiche agricole è l'ultimo punto di scontro, che intreccia interessi politici, ideologie e approvvigionamento alimentare.

Le proteste degli agricoltori si sono riversate nelle strade di Parigi, Berlino e Bruxelles, trasformando i centri urbani e le autostrade in campi di battaglia dove si consumano gli scontri tra interessi agricoli, politiche di sostenibilità, disuguaglianza economica e manipolazioni nazionaliste. In Francia, maggior produttore agricolo dell'UE, un blocco di 800 trattori ha circondato la capitale per "affamare Parigi".

Le richieste e i rischi

Le rimostranze degli agricoltori vanno dalle tasse alle importazioni a basso costo ai problemi di stoccaggio dell'acqua, fino alle pressioni sui prezzi da parte dei rivenditori e alle lungaggini burocratiche dovute alle normative, in particolare ai controlli sui fertilizzanti azotati e sui pesticidi. Allo stesso tempo, gli agricoltori sono preoccupati per le minacce derivanti dal cambiamento climatico (come la siccità) e per i tentativi di ridurre le emissioni che lo causano.

La situazione dimostra che la trasformazione del sistema alimentare per raggiungere l'obiettivo Net Zero ‒ come le transizioni nel campo dell'energia e dei trasporti (sia che si tratti di energia rinnovabile o di veicoli elettrici) ‒ sarà bloccata se le politiche per realizzarle saranno percepite come più minacciose per i cittadini e per i mezzi di sussistenza dei lavoratori/contadini rispetto agli impatti del cambiamento climatico.

Le proteste degli agricoltori sono un esempio lampante di come la sostenibilità rischi di deragliare perché non si è riflettuto a sufficienza sulla necessità di una "transizione giusta", che coinvolga le persone più colpite dalla transizione preservando i loro mezzi di sussistenza. In caso contrario, le vulnerabilità delle comunità rurali ‒ a destra e a sinistra ‒ saranno sfruttate a fini politici.

Gli agricoltori come pedine sullo scacchiere politico

Interessi politici di destra e di sinistra hanno abilmente posizionato gli agricoltori come pedine in un gioco di scacchi politico più ampio, sfruttando le loro preoccupazioni per promuovere i propri programmi. La comunità agricola, tradizionalmente considerata conservatrice, è diventata un punto focale per i partiti di destra che cercano di consolidare la propria base elettorale.

Le forze politiche di destra hanno strategicamente strumentalizzato la comunità agricola, facendo leva sulle sue preoccupazioni per alimentare le proteste contro le politiche di sostenibilità in varie capitali europee. In Germania, gli estremisti di destra avrebbero usato le piattaforme dei social media per amplificare le voci degli agricoltori in protesta, influenzando l'opinione pubblica e raccogliendo simpatia per la loro causa, attingendo alla profondità del malcontento pubblico. Tra gli agricoltori cresce la militanza per i tagli ai sussidi e si parla addirittura di rivolte politiche e di rovesciare il governo tedesco.

I Governi europei sono criticati anche dalla sinistra politica, in quanto élite liberali che ignorano i bisogni della gente comune. Anche le comunità agricole di stampo ecologico attaccano i Governi per l'insufficiente adozione di misure volte a rendere l'agricoltura e l'alimentazione più sostenibili. Nel caso della Germania, i gruppi ambientalisti e climatici sono delusi dal fatto che il Governo socialista-verde-liberale del Cancelliere Olaf Scholz non abbia fatto progressi nell'attuazione del programma agricolo, climatico e ambientale del Partito Verde.

Le proteste per l'eliminazione graduale dei sussidi per il gasolio dei trattori dimostrano come la transizione energetica pulita e la transizione dei sistemi alimentari siano interconnesse. Solo dopo intense proteste il Governo tedesco ha accettato di eliminare gradualmente la misura per il gasolio in un periodo di tre anni.

Identità nazionale ed europea

All'interno dell'UE, lo scontro tra le politiche del sistema alimentare sostenibile e gli interessi degli agricoltori ha anche acceso il dibattito sull'equilibrio tra identità nazionale ed europea, influenzando ulteriormente i sentimenti e la polarizzazione degli elettori.

Gli sforzi per cooptare la comunità agricola potrebbero portare a uno spostamento degli elettori, con gli agricoltori che diventerebbero un blocco di voti cruciale per i partiti politici con programmi antieuropei e nazionalistici.

L'intreccio tra sostenibilità agricola e interessi politici nelle prossime elezioni, non solo in Europa ma in tutto il mondo, evidenzia la complessa interazione tra politiche ambientali e settori tradizionali. Mentre gli agricoltori continuano a protestare nelle capitali, le conseguenze elettorali possono rimodellare i paesaggi politici.

La necessità di una transizione giusta in agricoltura

Le proteste in corso dimostrano che le transizioni verso politiche sostenibili per l'agricoltura, l'energia e i trasporti possono causare una significativa opposizione politica in tutto e al di là del settore di riferimento, aggravando le disuguaglianze esistenti o provocandone di nuove e ostacolando l'impegno delle comunità interessate nella transizione stessa.

Come evidenziato in un recente briefing al Parlamento britannico, è fondamentale attuare politiche sfumate che tengano conto sia delle preoccupazioni ambientali che del benessere economico della comunità interessata, rendendo la transizione socialmente giusta nella pratica.

Nell'agricoltura europea, a livello concettuale, i principi di giustizia procedurale (posti al tavolo delle decisioni) e di giustizia distributiva (modalità di ripartizione dei costi e dei benefici) devono essere al centro della progettazione delle politiche.

In pratica, le politiche devono fare di più che imporre l'adozione di pratiche agricole sostenibili. Sono necessari processi politici che consentano agli attori agricoli, agli agricoltori e ai cittadini di cooperare e di creare una visione comune dei percorsi di transizione alimentare realizzabili. Gli incentivi e gli strumenti economici saranno fondamentali per coprire alcuni dei costi dei produttori e dei consumatori. Ad esempio, nel 2023 il Governo britannico ha aggiornato l'Incentivo per l'agricoltura sostenibile (SFI), che offre un reddito e ricompensa gli agricoltori per le pratiche che aiutano a produrre cibo in modo sostenibile e a proteggere l'ambiente.

Questi strumenti esistenti possono essere integrati in meccanismi di transizione agricola giusta che forniscono un sostegno completo. È importante notare che questo sostegno economico non è un'elemosina, ma un investimento pubblico, per creare un sistema alimentare resiliente che vada a beneficio della società nel suo complesso.

Nel caso della Francia, un progetto per una giusta transizione del sistema alimentare con opzioni politiche specifiche è già stato commissionato e finanziato dal Governo nel 2021, ma le misure non sono state ancora attuate. Mentre il mondo è alle prese con l'urgente necessità di pratiche sostenibili e consapevoli dal punto di vista ambientale, è fondamentale garantire che la transizione verso il Net Zero non lasci indietro o allontani coloro che costituiscono la spina dorsale delle comunità rurali tradizionali.

Se i Governi non sono in grado di gestire la situazione, c'è il rischio concreto di una rivolta dei cittadini ‒ come accaduto con le proteste dei Gillet Gialli ‒ che bloccherà la transizione, proprio quando i rischi si stanno concretizzando.

 

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su ChatamHouse.org

 

Una versione inglese di questo articolo è disponibile anche su Materia Rinnovabile / An English version of this article is also available on Renewable Matter

 

Immagine: Florian Olivo, Unsplash

 

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