La Sardegna avrà la prima donna presidente di Regione. Alessandra Todde, candidata della coalizione di centrosinistra che racchiude Partito Democratico, M5S, Sinistra, civici e Verdi, ha sorpassato di qualche migliaio di voti il candidato della destra, Paolo Truzzu, dato per favorito, lasciando con una manciata di voti l’ex governatore Renato Soru, affiliato ad Azione.

Una vittoria non certo attesa, quella della pentastellata Todde, ma che segna uno stop alla crescita del partito di Giorgia Meloni e conferma come il tandem Giuseppe Conte e Elly Schlein può funzionare e potrebbe arginare l’avanzata della destra e dei suoi proclami contro la green economy alle elezioni europee. “Cambia il vento, c’era chi non scommetteva neanche che arrivassimo fino a qui”, commenta Elly Schlein. “Sono molto emozionata perché, come dice Alessandra, è una vittoria dei sardi, anzitutto.”

Soddisfatta anche l’alleanza Verdi-Sinistra che porta a casa il 4,7% dei voti ed elegge 4 consiglieri regionali. “È una sconfitta soprattutto di Giorgia Meloni, che aveva ricoperto l’isola di poster con la sua immagine e spinto il proprio proconsole Trux [in riferimento al tatuaggio del candidato Truzzu, nda]”, commenta a Materia Rinnovabile Angelo Bonelli, leader dei Verdi. “Ora si apre un interessante laboratorio che non vede solo PD e M5S ma anche l’alleanza di Verdi e Sinistra che cresce nel paese.”

Il programma di Alessandra Todde ‒ sostenuta da dieci liste ‒ è composto da dieci assi programmatici, divisi in cinque pilastri e tre azioni progettuali, che partono dal rifondare la sanità regionale, smantellata in questi anni, fino a una politica più oculata sui progetti di sfruttamento delle energie rinnovabili sull’isola, a partire dall’eolico.

“Per noi la priorità è un cambio di velocità sullo sviluppo sostenibile delle aree interne sarde e un cambio di marcia nella politica energetica, che vede la Sardegna completamente autosufficiente dal punto di vista energetico ma allo stesso tempo con una bolletta che ad aprile 2023 era il 108% più alta della media”, continua Bonelli.

Informatica, green economy e M5S: il profilo di Alessandra Todde

Laureata in ingegneria, Todde ha vissuto e lavorato per anni all'estero, dove si è occupata di energia ed evoluzione digitale. Parla quattro lingue, compreso il sardo. È uno dei cervelli in fuga, rientrati in Italia nel 2018, quando è diventata amministratrice delegata di Olidata, azienda italiana che opera nel settore dell'ICT con sede a Cesena.

In seguito, ha ricoperto il ruolo di Sottosegretaria nel governo Conte II (dal settembre 2019 al 13 febbraio 2021) e di viceministra dello Sviluppo economico nel governo Draghi (dal marzo 2021 all'ottobre 2022). Ha dovuto gestire numerose vertenze industriali sarde sul suo tavolo durante gli anni al governo, anche legate alle energie rinnovabili.

Nell’attuale legislatura è componente della decima Commissione Attività produttive, commercio e turismo e segretaria della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità.

Il problema sardo con le energie rinnovabili

Da anni in Sardegna la produzione di energia da fonti rinnovabili infiamma la discussione pubblica, con alcune testate, come la Nuova Sardegna, fortemente indirizzate nel criticare soprattutto gli impianti eolici. L’isola, grazie alla posizione geografica e alla sua conformazione, è considerata idonea per la produzione di energia eolica e fotovoltaica, spingendo molti investitori a realizzare nuovi impianti, sia su terraferma sia offshore. Nel 2023 sono stati installati quasi 10.000 impianti fotovoltaici, mentre centinaia di proposte di impianti eolici attendono ancora l’approvazione. Per questo la Sardegna oggi è un esportatore netto di energia, in particolare verso le altre regioni italiane.

Il numero significativo di impianti ha portato però cittadini e amministrazioni locali a lamentarsi delle troppe concessioni approvate dal governo nazionale, in particolare per gli impianti eolici off shore, legati spesso a compagnie non sarde. La neopresidente Alessandra Todde ha intenzione di lavorare per uno sviluppo controllato degli impianti. “Certo, dobbiamo produrre energia pulita, ma in maniera ordinata e che serva davvero ai sardi, stabilendo dove e come fare gli impianti, perché il nostro paesaggio è un bene non negoziabile”, ha dichiarato in conferenza stampa.

Per Todde è tempo che in Sardegna si lavori per “ottimizzare il consumo energetico nei settori domestico, pubblico, industriale e dei trasporti per migliorare l’efficienza attraverso incentivi, partenariati pubblico-privati, e sostegno all’autoconsumo”, si legge nel suo programma. Si punta a ridurre i consumi nel trasporto promuovendo la mobilità collettiva e l’elettrificazione dei mezzi, due temi su cui l’isola è rimasta molto indietro e che potrebbero fare da volàno ulteriore per il settore turistico.

Il piano ambientale dell’isola dovrà essere sviluppato attraverso una “strategia che tuteli ambiente e paesaggio”, attraverso la cooperazione, la partecipazione e il coordinamento tra enti istituzionali e territoriali, “basandosi sul rispetto dei beni identitari sardi e sull’equilibrio con le politiche europee per la transizione ecologica”.

Riforestazione, protezione delle coste ed economia circolare

Un’altra sfida che Todde ha ribadito più volte in campagna elettorale è la gestione attiva delle aree forestali, valorizzando i parchi, e magari creandone di nuovi su impulso della cittadinanza Sarda (non come il dimenticato Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu calato dall’alto da Roma). La Sardegna è ricca di biodiversità ma ancora non valorizza abbastanza il proprio capitale naturale e la tutela delle aree marine. In particolare, Todde dovrà fermare la “legge assaltacoste” dell’ex presidente Solinas, responsabile di aver ulteriormente accelerato il consumo di suolo nelle aree costiere.

Infine, l’economia circolare: la Sardegna si conferma al secondo posto nella classifica italiana per la raccolta differenziata, con più della metà dei comuni che producono al massimo 75 chili l'anno di rifiuti inviati a smaltimento, mentre 160 comuni sardi raggiungono l'obiettivo dell'80% di differenziata stabilito per il 2022 dal Piano regionale rifiuti. Con il PNRR sono stati finanziati 9 impianti di riciclo, 4 in Provincia di Sassari, 3 nella Città Metropolitana di Cagliari, uno nella provincia di Oristano e uno nella Provincia Sud Sardegna. Ma la sfida per la Todde è lavorare per rendere la Sardegna la prima isola davvero circolare, da sempre cavallo di battaglia del M5S e del fondatore Beppe Grillo.

 

Immagine di copertina dalla pagina Facebook ufficiale di Alessandra Todde

 

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